Capitolo speciale

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Alec's pov.
Sono davvero stanco, mi sento talmente frastornato che non capisco più nulla, mi sta scoppiando la testa.
La macchinetta del caffè fa un rumore in segno che il mio cappuccino è pronto ad essere bevuto, prendo in mano la tazzina bollente e la avvicino con cautela alle labbra. Ci soffio sopra per raffreddarla e non appena la assaggio mi accorgo che manca lo zucchero. Sbuffo ed esco dalla stanza delle macchinette, sono già scazzato di mio per colpa della stanchezza e in questo momento la minima cosa potrebbe farmi urlare dalla disperazione.
Ho un forte bisogno di dormire ma con il mio migliore amico e la sua fidanzatina nella stanza accanto che fanno cose sporche dal mattino alla sera, non riesco proprio a chiudere occhio.
Mi dirigo verso il mio appartamento a passo veloce cercando di non rovesciare il contenuto della tazza. Non capisco che mente geniale abbia deciso di togliere le bustine di zucchero dallo scaffale, quanta gente beve il caffè senza?
Sospiro e giro a destra prendendo un corridoio semibuio, anche se è pieno giorno, fuori sta diluviando e una lampadina si è fulminata proprio ieri. Devo ricordare a mio padre di farla cambiare.
Mi blocco sul posto appena mi accorgo di sentire un pianto provenire dal fondo del corridoio. Un brivido mi percorre la schiena, forse è il caso di andarmene...
Nonostante sembri parte di un film horror cammino abbastanza incerto verso la direzione da cui viene il pianto.
Nell'angolo, sul fondo della corsia intravedo un ragazzo, lo stesso che era stato ferito da Ricky il giorno della sua evasione. Mi fermo ad una decina di metri da lui che sembra non accorgersi della mia presenza, resta rannicchiato per terra, si avvolge le ginocchia con le braccia e le tiene strette al petto come per diventare il più piccolo possibile e scomparire. I suoi capelli gli ricadono sulla fronte completamente sudati, penso che abbia corso.
Mi avvicino a lui con cautela e mi inginocchio difronte, gli sfioro la spalla con la mano facendolo sussultare dallo spavento.
"Tutto okay?" Chiedo appoggiando la mano sul suo ginocchio destro per dargli conforto. Lui al posto di rispondermi si lancia tra le mie braccia piangendo disperato e mormorando cose che non riesco a comprendere.
Che idiota che sono, se sta piangendo è ovvio che qualcosa sia andato storto.
Appoggio il caffè per terra e avvolgo le braccia attorno al suo corpo cercando di confortarlo con un abbraccio.
"Che cosa è successo?"
"N-non posso... non posso permetterglielo."
Ma di che cosa sta parlando? Penso che abbia la febbre. Comincia a tremare tra le mie braccia e si attacca ala mia divisa quasi fino a romperla, mi sbilancio e lui finisce sulla tazza di caffè che gli si rovescia addosso, ci mancava solo questo.
"Forse è meglio che tu ti cambi, che ne dici?" Smette di piangere e annuisce, si lascia trasportare fino al mio appartamento continuando a tenere una mano ben salda al mio braccio.
"Siamo arrivati." Mormoro aprendo la porta. Lo aiuto ad entrare e lo faccio sdraiare sul divano, prendo dei vestiti puliti e glieli porgo, lui si spoglia e, con le mani tremanti, cerca di vestirsi.
Appena rimane a petto nudo noto tutti i suoi muscoli della schiena contrarsi mentre infila la maglietta grigia. Le sue braccia possenti stanno tremando e non riesce a far passare il suo corpo in mezzo al tessuto.
Mi avvicino per aiutarlo e accidentalmente sfioro i suoi addominali ben definiti.
Cazzo, è davvero bello.
Devo ammettere che non ho mai preso in considerazione la bellezza delle persone orientali, ero troppo acciecato dagli stereotipi del tipo "sono tutti uguali" o "sono gialli" per accorgermi della loro effettiva bellezza.
La sua pelle è davvero pulita, sembra perfetta.
Ha una piccola cicatrice sulla sua guancia destra, chissà come se l'è fatta, forse mentre rapinava qualche casa.
Inconsciamente avvicino una mano alla sua guancia e tocco delicatamente la sua pelle con le nocche delle dita.
È morbida e liscia, proprio come mi aspettavo.
Alzo lo sguardo verso i suoi occhi neri come la pece e rimango incantato dalla loro profondità, potrei perdermi all'interno del suo sguardo.
Quando ricambia lo sguardo vengo scosso da una serie di brividi lungo la spina dorsale, mi accorgo di quello che stavo facendo e ritraggo la mano dalla sua guancia come se mi fossi scottato.
"S-scusami, io-..."
Vengo interrotto da un urlo che irrompe nella stanza.
"Dangerous! Ti avevo detto di non toccare la play!"
Oddio, stanno litigando di nuovo.
Roteo gli occhi e mi giro verso il ragazzo al mio fianco che riprende a tremare.
Mi avvicino e gli poso le mani sulle spalle, lo faccio sedere e cerco di capire che cosa non va.
"Ma che cazzo vuoi Justin, non puoi giocare solo tu eh." Grida lei di rimando.
Jungkook si mette le mani davanti gli occhi e delle lacrime iniziano a scivolare sulle sue guance fino a bagnare la mia maglietta.
"Si ma ti stai uccidendo da sola così! Mi fai perdere i punti!"
Jungkook piange istericamente e mi tira un calcio facendomi cadere all'indietro.
"No,no,no!" Grida in preda al panico.
Si accovaccia per terra e continua a piangere, tira dei pugni sul pavimento e si prende i capelli tra le mani tirandoli con forza, come se volesse far uscire dei brutti pensieri dalla sua testa.
Mi siedo davanti a lui e lo abbraccio cercando di calmare il suo pianto isterico. Lui grida un'altra volta e ricambia l'abbraccio stringendosi al mio petto. Conficca le unghie nella mia schiena e stringe gli occhi con forza.
"A-aiutami." Sussurra tra un singhiozzo e l'altro. Gli accarezzo la testa e lui sembra calmarsi per qualche secondo.
"Io vorrei aiutarti, però per farlo ho bisogno che tu smetta di piangere, Kook."
"S-salvale, ti prego. Salvale tu."
Continuo a non capire di chi stia parlando, che cosa dovrei salvare?
Appena lui smette di piangere, mi alzo, prendo una coperta e preparo un tè caldo che gli do coprendo il suo corpo con la coperta.
Restiamo per qualche minuto in silenzio mentre lui sorseggia il suo tè, quando lo finisce si sistema il ciuffo di capelli davanti agli occhi.
"Alec, le devi salvare."
Decido di non fare altre domande, è già abbastanza scosso di suo e non voglio aumentare il suo dolore.
"Certo, le salverò."
Kook sospira e prende tra le braccia un cuscino del divano.
"Se qualcuno uccide sotto ricatto a chi ricade la colpa?" Chiede ad un tratto cogliendomi alla sprovvista.
"Io... non lo so, dipende dai casi."
Che diavolo di domanda è? Devo assolutamente scoprire in che guaio si è cacciato.
"Perché me lo chiedi?"
Alza le spalle e non mi presta più attenzione.
Mi perdo nel guardarlo un'altra volta accorgendomi di alcuni dettagli del suo viso che prima non avevo notato.
Sbuffo spazientito, voglio sapere perché stava piangendo così affannosamente.
"Allora, mi vuoi dire perchè stavi piangendo?"
La sua risposta mi lascia spiazzato.
"Ti prego, rinchiudimi. Non voglio fare del male a nessuno."

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Ciaooo raga sono stanca morta. Questo capitolo non mi soddisfa molto, probabilmente in futuro lo cambierò ma vabbè, è solo un capitolo speciale. Volevo avvertirvi del fatto che tra pomeriggio e domani arriverà un altro capitolo.
Oh, mi scuso per non aver ancora pubblicato "darkness" ma non riesco a concludere il prologo boh.
Al prossimo capitolo 🖖🏻
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MASK [JARIANA]Where stories live. Discover now