2. Camera J227

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"Mi scusi sa dirmi dove trovo Logan Hutch?"

"è una parente?"

"no, sono un'amica"

"Mi dispiace allora non posso dirle niente riguardo al nostro paziente".

Continuavo a non capire perché nessuno voleva dirmi perché il mio migliore amico stava male.

Iniziai ad urlare come una pazza.

Dopo le cose successero troppo in fretta due medici mi portarono di peso in una stanza e mi addormentarono.

Quando mi svegliai mi ricordai del sogno assurdo che avevo fatto.

"era il giorno del mio compleanno, nessuno si era presentato e il mio migliore amico Logan era all'ospedale e un'infermiera con i capelli tinti di rosa, con dei piercing e con una cicca in bocca continuava a dirmi che non potevo vederlo. Dopo dei medici mi hanno portato in una stanza d'ospedale e mi hanno addormentata con un sonnifero". Avevo un forte mal di testa. La testa mi stava per scoppiare.

Una dona aprii la porta. Era la madre di Logan, Alessia.

"Jen stai bene?"

"credo di si, ma cosa ci fai qui?"

"I dottori ti hanno dovuto addormentare, volevi vedere Logan, ma l'infermiera non ti lasciava"

"Vuoi dire che tutto questo non è stato un incubo, ma sta succedendo davvero?"

"Sì e mi dispiace tanto, per quello che è successo ieri sera"

"non preoccuparti, ora posso vedere Logan?"

"certo"

"cos'ha?"

"Logan stava venendo alla tua festa ed è caduto con la moto."

"ora sta bene?"

"Jen, Logan rischia di stare sulla sedia a rotelle per tutta la vita".

Stavo ancora riflettendo, per colpa mia la persona che mi è più cara rischiava di rimanere paralizzata. Era colpa mia e solo mia. Sono un disastro. Scoppiai a piangere.

"è...è colpa mia. Signora Hutch è solo colpa mia. Suo figlio rimarrà paralizzato per colpa mia... mia e solo mia"

"Jen non dire così e chiamami Ale"

"ma è sveglio?"

"in realtà si stava agitando troppo e i medici hanno dovuto addormentare anche lui, comunque chiedeva di te. Si voleva scusare con te."

"posso andare a vederlo?"

"Sì ti accompagno"

"non c'è bisogno signora Hutch... cioè Ale, vado io lei deve riposare"

"Va bene, ma se hai bisogno dimmi. Okay?

"okay".

Avanzai lentamente verso la camera J227.

Era lì, i suoi meravigliosi occhi azzurri si posarono sul mio volto preoccupato. Entrai.

"Jen, scusami. Volevo esserci, ma quella macchina è arrivata all'improvviso."

"non preoccuparti. Ora l'importante è che stai meglio."

"ti devo dare il mio regalo."

"Loghy sai che non dovevi preoccuparti"

"Questo e altro per la mia Jen preferita."

"quante Jennifer conosci?"

"in realtà solo te".

Aprii il pacco era una bellissima collana con un simbolo dell'infinito.

Mi avvicinai per ringraziarlo, ma con la mia solita goffaggine gli caddi a dosso.

"Scu... scusa non volevo."

Lo guardai in faccia stava sorridendo. Mi persi in quei suoi meravigliosi occhi azzurri.

Mi baciò. Un bacio lento, caldo e passionale.

Corsi via.

I tuoi occhi come droga per meWhere stories live. Discover now