La peste nera

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Questo racconta partecipa all'iniziativa "Mettiti in gioco anche tu! #2" indetta da AmbassadorsITA

Conosco a memoria i ciottoli che sto calpestando: in un altro mondo, in un'altra vita, questa era la strada di casa mia. Allento un poco la sciarpa che ho premuta sul naso e sulla bocca: qui non c'è pericolo di contagio, sono già tutti morti.

A nulla sono servite le porte chiuse e le scuri sbarrate: la Morte Nera è scivolata oltre gli uscì e le pareti e la sua mano invisibile ha sfiorato i miei cari.

Prima i vecchi, che se ne sono andati con un colpo di tosse e un fiotto di sangue; poi i bambini, troppo deboli per tenersi aggrappati alla vita.

D'improvviso delle persone che amavo non erano rimasti che corpi contratti dal dolore e deformati dalla malattia, carne marcia da seppellire sotto terra.

Continuano a morire a centinaia: muoiono sui gradini delle chiese mentre invocano il perdono di Dio, muoiono agli angoli delle strade gridando al cielo un'ultima bestemmia.

Muoiono i ricchi nei loro palazzi e i pezzenti nei lazzaretti, muoiono i santi e i peccatori; muoiono anche i medici, oppure fuggono lontano.
"Allora me ne andrò anch'io" penso, voltando le spalle alla mia casa abbandonata.

***

Che sciocco sono stato: come ho fatto a non capire che in questo mondo non può più esserci speranza?

Mi sono allontanato da Roma, ma la Morte Nera mi aveva già preceduto attraverso le campagne e ovunque risuona la sua risata sguaiata.

A volte mi sembra quasi di vederla, questa figura scheletrica vestita di nero che danza attorno ai cadaveri che i monatti gettano nelle fosse comuni.
A volte sento il suo sguardo su di me e quando le sue dita mi sfiorano la fronte allungo il passo.

Forse sto impazzendo.

***

Ho acceso un fuoco con le panche rotte di una chiesa.
"È peccato, forse? Ma io ho freddo ed il Signore non risponde più alle preghiere di nessuno. Chissà se c'è rimasto ancora qualcuno a pregarlo. Chissà se c'è rimasto un Dio, lassù, o se è scappato anche lui..."
Vengo interrotto da una figura massiccia e minacciosa che si avvicina al mio focolare.

"Dammi i tuoi soldi!"
"Non ne ho, buon uomo"
"Dammi i tuoi vestiti, allora!"
"Non hai paura della Morte Nera?"

Il fuoco illumina un ghigno di denti neri e due occhi scuri ed iniettati di sangue:
"L'ho già avuta: mi sono spuntate le pustole del diavolo sotto le ascelle e sopra al cazzo e sputavo sangue tutte le notti. La mia famiglia se ne è andata e mi ha lasciato a morire da solo come un cane... Ma io sono sopravvissuto!"

Si avventa su di me come un animale, ma io ho già sguainato il pugnale e glielo infilo tra le costole, spaccandogli il cuore.

Oh, sento la Morte Nera alle mie spalle, è vicina e chiama il mio nome.
Quant'è caldo, questo fuoco, quanto sono stanche le mie povere ossa... Chiuderò gli occhi, solo per un poco...

Solo per non vedere l'Inferno che si spalanca sotto di me, solo per non vedere la mia tonaca monacale sporca di sangue.

505 parole

Sì, lo so, ho sforato di una manciata di parole, ma dopo aver ridotto all'osso questa storia non potevo modificarla oltre senza comprometterla.
Il protagonista è un frate in piena crisi di fede che dopo aver visto morire tutti i suoi cari arriva addirittura ad uccidere un uomo: spero di essere riuscita a trasmettere la sua disillusione e la sua lenta discesa nella follia!

Enjoy ❤️

Crilu

Of the souls we leave behindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora