Halloween a Brookeridge

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L'uscita per Brookridge colse Donna di sorpresa.
Si sfregò gli occhi: era stata dura guidare dalla California fin lì, ma per Sheila avrebbe affrontato di tutto, anche il traffico delle cittadine di provincia alla vigilia di Halloween.
Le sembrava anzi appropriato: si erano conosciute quella stessa sera, trentadue anni prima.

Le due sfigate del quartiere erano state lasciate indietro durante il tradizionale "dolcetto o scherzetto". Donna ricordava ancora quanto le bruciassero le risate dei suoi coetanei mentre si allontanavano; soprattutto perché lei non aveva altra colpa che essere arrivata da poco in città.
Sheila invece era sempre stata parecchio bizzarra, ammise con un sorriso mentre le prime case di Brookeridge si sostituivano alla foresta.
«Sono Sheila Ferguson e da grande farò la strega» le aveva detto quella sera, offrendole un orsetto di gomma. Donna, con l'arroganza che la contraddistingueva già a dieci anni, aveva accettato la caramella e le aveva risposto:
«Donna Ridgeway. E da grande diventerò una grande scrittrice.»

La strada principale di Brookeridge era esattamente come la ricordava; non avevamo cambiato neanche le decorazioni che apparivano ogni 30 ottobre.
L'unica volta in cui Brookeridge non aveva festeggiato Halloween era stata nel '93, in pieno Satanic Panic.
«È assurdo» aveva protestato Sheila. Erano sedute sul suo letto e lei stava mescolando il mazzo di tarocchi che Donna le aveva regalato per il compleanno.
«Lo sai che l'altro giorno Mrs. Mallory mi ha fermata per strada per esortarmi ad abbandonare la via del demonio?»
«Non è che tu ti sforzi molto per correggere le loro impressioni sbagliate, She» le aveva fatto notare Donna, accennando col capo alla lunga veste nera con un pentagramma rosso sangue sul petto, che in quel momento era appesa a un appendiabiti — e lì sarebbe restata, visto che la cittadinanza si era detta contraria a qualsiasi manifestazione "oscura".
«Non importa.»
Il sorriso di Sheila era una macchia di luce nella penombra della stanza mentre esponeva i tarocchi sul piumone.
«Le carte dicono che noi due andremo molto, molto lontano.»

E Donna, in effetti, era andata lontano: era diventata la sceneggiatrice più richiesta di Hollywood.
Parcheggiò davanti casa di Sheila e si prese un attimo prima di scendere. Poi i figli della sua cara amica le vennero incontro; ci furono abbracci e lacrime e parole sommesse.
Quando entrò nella camera ciò che vide non aveva niente a che fare con la donna che ricordava.
«Donna!»
Anche la sua voce era cambiata, arrochita dal dolore del cancro e della chemio.
«Infermiera, mi aiuti, voglio uscire.»
«She, non è il caso nelle tue condizioni!»
«Non andrò lontano» replicò l'altra con un sorriso furbo. «Non ancora, per lo meno.»

Rimasero in silenzio a lungo — Sheila nella sua carrozzina e Donna accovacciata sul marciapiede.
Tra loro potevano quasi vedere le due bambine che erano state, e poi le adolescenti scatenate e poi le giovani donne che avevano costruito due vite molto diverse.
«La vita è un'allucinazione» mormorò Sheila, stringendole la mano con la forza di un pulcino. «Ma l'amicizia no.»

(499 parole)

One shot scritta per l'Halloween Vault degli AmbassadorsITA
Le parole in grassetto sono i tre prompt che mi sono stati forniti... Ho fatto i salti mortali per quell'appendiabiti, ma ce l'ho fatta 😂🙈

Enjoy ❤️

  Crilu

Of the souls we leave behindWhere stories live. Discover now