5. The way you look at me

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Una volta finita la cena metto i piatti nel lavandino e li lavo velocemente mentre Harry va in camera a cambiarsi per mettersi a dormire. Sospiro sconfitta. Prima o poi questa situazione mi ucciderà, lui mi ucciderà o forse finirò per uccidermi da sola con tutte le mie scelte e decisioni sbagliate. Che cazzo sto facendo.

Do uno sguardo al telefono prima di raggiungere Harry in camera, trovo un paio di messaggi idioti di Dallas e un messaggio di Louis Tomlinson. Aggrotto le sopracciglia, io e Louis a parte l'altra sera non ci sentiamo da almeno un secolo.

"Ehi Clem, sono Louis, è davvero tantissimo che non ci vediamo. Ci sei domani mattina per fare colazione insieme?"

Rispondo velocemente. "Ehi Lou, hai proprio ragione! Mi dispiace ma domani mattina inizio un nuovo lavoro e non ci sono, uno di questi giorni però ci possiamo vedere".

Non ho nulla contro Louis, anzi. Abbiamo smesso di vederci senza un motivo in particolare, giusto perché abbiamo un po' perso i contatti, non per qualche discussione o incomprensione. Effettivamente ho proprio bisogno di allontanarmi dalle solite situazioni, uscire con persone nuove fa sempre bene. In questo caso non proprio nuove ma il senso è lo stesso.

"Dove lavori?" la risposta non tarda ad arrivare.

"Nella libreria di Harry, l'amico di Dallas che ti ho presentato l'altra sera. Non so se la conosci, si chiama 'From the dining table'" Louis mi manda qualche altro messaggio e mentre entro in camera di Harry ho gli occhi fissi sul telefono, cammino senza degnarlo di uno sguardo.

"Con chi parli?"

"Louis"

"Chi?"

"Lo sai chi è, te l'ho presentato l'altra sera" alzo lo sguardo dal telefono e vedo i suoi occhi verdi che mi scrutano. Narcisista.

Il candore della sua pelle si riflette con quello del piumone bianco.

"Non ricordo".

Mi viene da ridere. "Te lo ricordi, il ragazzo con gli occhi azzurri".

"Ah, non quello che ti avrebbe spogliata al centro del locale".

Mi viene davvero da ridere. "Vedo che ti è tornata la memoria" rido sul serio. "No, quello è Zayn".

"Non lo neghi, quindi"

"Perché dovrei, ce li ho anche io gli occhi" Harry scuote la testa e cambia discorso.

"Mi aiuti ad infilarmi la maglietta?" mi chiede mentre mi passa una maglietta grigia con le maniche corte. Gliela infilo stando sempre attenta al braccio. Harry si sistema meglio nel letto e "Hai dei vestiti per me?" chiedo.

Harry annuisce. "Apri il secondo cassettone del comò, prendi quello che vuoi" mi dice.

Apro il cassetto che mi ha indicato e prendo un pantalone e una maglia a caso.

"Puoi spogliarti anche qui" mi dice.

"Harry" lo ammonisco.

Harry sorride mentre scuote la testa. "Non mi chiamo Zayn, io ho un autocontrollo e sono in grado di guardare una persona senza denudarla anche solo con lo sguardo".

Le attenzioni di Harry non mi sono indifferenti, sarebbe stupido dire il contrario. Lui non mi è indifferente. Per quanto voglio illudermi del contrario, per quanto voglia pensare che il suo sguardo, i suoi occhi, le sue parole non abbiano nessun effetto su di me, nel profondo so che non è così.

"Eppure direi il contrario" dico riferendomi al modo in cui mi guarda sempre.

"Touché".

Vado in bagno a cambiarmi e una volta tornata lascio i miei vestiti sulla sedia accanto a letto, per poi sistemarmi accanto ad Harry.

Una volta nel letto sento il suo calore accanto a me e quando ci stendiamo ci guardiamo negli occhi. I suoi cazzo di occhi.

"Come mi guarda Zayn non è niente in confronto a come mi guardi tu" non so perché lo dico, è come se accanto a lui perdessi qualsiasi freno inibitore.

Harry mi sorride appena. "Questo è perché io ho toccato parti di te che Zayn può solo sognare" se avessi avuto un minimo di autocontrollo in meno sarei arrossita come una bambina, come la peggior ragazzina di fronte al primo complimento del ragazzo più carino della scuola.

In realtà tempo prima c'era stata una certa intesa tra me e Zayn, prima ancora che sapessi solo dell'esistenza di Harry. Io e Louis ci frequentavamo da poco e Zayn era indubbiamente interessante ma così come le cose tra me e Louis sono scivolate via senza un motivo ben preciso anche quelle tra me e Zayn hanno fatto il loro corso.

"Harry" lo ammonisco di nuovo.

"Che c'è? E' vero" dice. Io rimango in silenzio senza sapere cosa dire di preciso.

"E' vero?" mi chiede poi. Di certo Harry è tante cose ma non uno stupido.

"E' vero" dico. "In parte".

"Che significa in parte?".

"Significa in parte Harry, perché devi insistere sempre?".

"Perché voglio sapere".

"Non c'è nulla che tu abbia la necessità di sapere".

"Siete stati insieme?".

"Non come pensi tu".

"E cosa starei pensando?" è quasi piccato.

"Non siamo stati a letto insieme" dico, sperando di concludere qui la conversazione.

"Ma avresti voluto" non è una domanda.

"Non mi sarebbe dispiaciuto, no" non vedo perché dovrei mentire. "Ci siamo frequentati per un periodo, non c'è stato granché in realtà".

Harry sbuffa e si gira stendendosi sulla schiena. Non può girarsi dall'altro lato solo perché è il lato del braccio rotto altrimenti sono abbastanza certa che lo farebbe come il più infantile dei bambini.

"Dici che siamo adulti e poi non sei in grado di sostenere neanche una conversazione" lo riprendo io infastidita.

So che non è geloso, lo conosco abbastanza bene da sapere che è più infastidito dal fatto che io abbia diretto le mie attenzioni verso qualcun altro che per il fatto stesso che ci sia stato qualcosa tra me e Zayn. E' un fastidio che riguarda sempre e comunque lui e il suo ego smisurato.

"E la storia del non frequentare amici di amici?" chiede, infine. In parte mi stupisce questa domanda, perché, sì, riguarda comunque lui e la sua persona ma non mi sarei aspettata in questo modo.

"Ho parlato di fare sesso con amici di amici" rispondo.

"Volevi una relazione da lui?".

"No" dico. "Ma non era neanche una semplice scopata".

Io e Zayn siamo andati a cena fuori un paio di volte, al cinema, a fare una passeggiata. Era una comune frequentazione, c'è stato qualcosa ma niente di troppo rilevante. Zayn era, è, un bel ragazzo e non mi dispiaceva la sua compagnia ma niente di più, non abbastanza da instaurare una relazione forte e duratura. Già non credo nei rapporti in generale, figuriamoci poi se non sono neanche convinta della controparte. Non sono proprio il tipo da rapporti di circostanza.

"Capisco" ma non credo capisca fino in fondo.

"Ma precisamente tu cosa vuoi da me?" chiedo, piccata. "E' stata una notte, abbiamo fatto sesso, condividiamo gli amici e non è il caso che riaccada. Cos'è, ti da fastidio che le mie attenzioni non siano rivolte a te tanto quanto ti saresti aspettato? E' il fatto stesso che io non voglia che riaccada ad infastidirti più del fatto che non riaccadrà" conosco Harry, non perché ci sia stata una frequentazione chi sa quanto assidua tra di noi, quanto per il fatto che ci sono cose che si capiscono e basta. Harry è narcisista. Vuole le attenzioni tutte per lui e se questo viene meno reagisce quasi come un bambino.

Harry si gira verso di me, tra lo stupito e il colpito. So di avere ragione.

"Sei troppo sveglia, Clementine".

"Sono le ragazze che frequenti di solito a non essere abbastanza sveglie, Harry" la conversazione si conclude così, per fortuna.

"Buonanotte Clementine".

"Buonanotte Harry".

NarcisistaWhere stories live. Discover now