16. It could work

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Non so neanche io cosa mi abbia spinto a vestirmi carina, aggiustarmi e venire al locale di Harry per festeggiare l'anniversario. Quando Gemma mi ha scritto per ricordarmelo avrei dovuto ignorare il messaggio e continuare con la mia vita, lasciandomi alle spalle tutto ciò che riguarda Harry Styles, eppure qualcosa dentro di me mi ha spinta a truccarmi, sistemarmi e uscire di casa. Nelle ultime due settimane non ho fatto altro che pensare alle parole di Dallas e non ho trovato il coraggio di fare nulla. La consapevolezza dei sentimenti di Harry invece di spingermi a cercarlo mi ha bloccata completamente perché ora so che è reale. Ci ho messo giorni a metabolizzare che io e Harry ci amiamo. Mi sembra ancora incredibile. Come è possibile che due persone che si amano riescano a comportarsi come abbiamo fatto noi? È davvero possibile che la paura sia in grado di fare tutto questo?

Quando arrivo il locale è già semi pieno. Non ho avvertito nessuno che sarei venuta, né Gemma, né Dallas né Niall. Non parlo con Harry da esattamente due mesi.

Ho saputo tramite Dallas che Gemma si è trasferita ufficialmente a Londra, ha preso un appartamento non troppo lontano da casa di Harry e ha cominciato a lavorare in libreria a tempo pieno.

Entro dentro al locale e vedo Nick chiacchierare con delle ragazze, Gemma è dietro al bancone con Adelaide e Karen è dietro alla cassa. Ci sono tutti.

Dallas è insieme a Florence e Niall e stanno ascoltando la band che si sta esibendo, riconosco qualche viso familiare tra i musicisti, sono tutti amici di Harry.

Harry.

Che strano rivederlo dopo tutto questo tempo, mi pento di non aver chiesto a Sheila di accompagnarmi, forse sarebbe stato meglio così. Cerco di passare inosservata e mi schiaccio contro un muro, non so neanche io cosa ci faccio qui. Ha sempre avuto questa luce nel viso? Ha sempre avuto gli occhi così brillanti, il sorriso così luminoso o sono stata io a non essermi data la possibilità di apprezzarli?

Non molto tempo dopo che sono arrivata si alza un applauso verso i ragazzi che hanno appena terminato di suonare una canzone, che procedono con almeno altri tre pezzi consecutivi.

Passo almeno mezz'ora schiacciata contro il muro, con tutti che mi passano davanti senza neanche vedermi. Non so perché non mi avvicino ai miei amici, forse ho solo bisogno di rimanere sola, di metabolizzare tutto quello che sto sentendo dentro di me.

Un altro applauso si alza e vedo Harry avvicinarsi alla band e prendere in mano una chitarra.

«Buonasera a tutti e grazie mille per essere venuti» Harry sorride radioso, dopo aver passato due mesi senza vedere il suo viso riesco ad apprezzarne la bellezza fino in fondo. «Per l'occasione ho pensato di esibirmi con la canzone che ha ispirato il nome del locale» si interrompe un secondo prima di riprendere a parlare. «From the dining table nasce nel lontano 2011, una melodia buttata lì e lasciata in un cassetto. Oggi dopo sette anni e alla luce dei tre anni del locale, è la prima volta che esce da quel cassetto» Dallas grida un 'Vai Harry!' così il ragazzo in questione si lascia andare ad una risata. «Mi è sempre stato difficile formalizzare un pensiero a parole, sono sempre stato convinto che una melodia finché rimane tale possa essere di tutti. Dopo sette anni ho deciso che dovesse essere solo mia, in un certo senso solo nostra» aggrotto le sopracciglia sorpresa. Harry ha scritto le parole di 'From the dining table'.

Inizia a toccare le corde della sua chitarra e nel momento in cui inizia a cantare ho la sensazione che potrei morire sul pavimento di questo locale.

'We haven't spoke since you went away

Comfortable silence is so overrated

Why won't you ever be the first one to break?

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Apr 03, 2021 ⏰

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NarcisistaWhere stories live. Discover now