Capitolo 33

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La prima parte della gara era andata e la classifica era stata ridimensionata almeno in parte. Ai primi due posti c'erano sempre i russi, Tetsu era riuscito a salire alla terza posizione con sua grande sorpresa. Seguiva, in quarta posizione il Tedesco. Shouyou era riuscito a rubare la quinta posizione allo svizzero per pochi decimi. Hinata era ansioso, era riuscito a guadagnare una posizione, ma la scalata era ancora lunga. Guardò Miki che stava parlando con Tetsu e sospirò.

-credi che mi abbia riconosciuto?- chiese il rosso al suo allenatore continuando a guardare suo padre.

-non credo. Lui ti conosce con il tuo nome giapponese, che è Shouyou e non  mi guardare male mentre lo dico, e poi anche se stai usando il suo cognome lui pensa soltanto che ci sia qualcuno che ha il suo stesso cognome- disse Roberto guardando anche lui nella direzione di Miki. Shouyou sospirò e si alzò per sgranchire un po' le gambe. Voleva pattinare subito per togliersi il pensiero, ma doveva aspettare l'esibizione dello svizzero. Guardò attentamente tutta l'esibizione, ma ormai lo svizzero era fuori dai giochi, stava facendo troppi errori nei salti.

-ti permetto di alzare le braccia durante i salti- disse Roberto una volta che la musica dello svizzero cessò.

-posso anche saltare il più in alto possibile?-

-certo, ma stai attento a quel salto, non voglio che ti faccia male inutilmente- Shouyou annuì e sistemandosi meglio il completo nero che indossava entrò in pista. Roberto l'aveva chiamato corvo scherzosamente visto che alle braccia aveva appesi dei veli che ricordavano le piume degli uccelli. Lui l'aveva fatto apposta. Quell'esibizione raccontava tutta a sua vita. Doveva per forza indossare quel completo nero con le ali.

Si accovacciò a terra aspettando la musica, cercando di stare in equilibrio coi pattini in quella posizione. In quel momento voleva solo raccontare la sua vita. Ecco, era partita la musica, la prima parte parlava della sua infanzia, le elementare, la prima volta che aveva visto il piccolo gigante su quello schermo, la prima volta che si era innamorato della pallavolo. Poi le medie dove aveva scoperto che era l'unico membro del club di pallavolo, la sua delusione e la sua forza di volontà. Era il momento del primo salto, quello che aveva fatto cercando di fare punto nella sua prima partita alle medie, quella contro Tobio. Il salto era riuscito acclamato dal pubblico per la sua altezza e perchè aveva entrambe le braccia alzate, aveva aumentato la difficoltà del salto. Sorrise dentro di se, adesso arrivava la parte più bella. Era entrato alla Karasuno. Era felice, ma poi aveva incontrato lo sguardo di Tobio, il re che voleva battere. La prime schiacciate, le prime veloci, la prima partita contro l'Abajhosai. Il loro primo campionato, la loro prima sconfitta. Poi il campo con le squadre di Tokyo, i loro progressi, la partita contro la Shiratorizawa la loro vittoria. Altri salti, con un elevazione sempre più alta e con il pubblico che lo acclamava sempre di più, ma lui non lo sentiva, sentiva solo la musica e le sue emozioni che in quel momento scorrevano veloci. Ecco, era arrivata la parte del salto più difficile, quello che in pochi avevano provato e che solo una parte era riuscita a farlo. Quel salto che aveva provato anche suo padre senza riuscirsi. Si calmò, era il momento della loro vittoria del terzo anno al campionato nazionale. Appena arrivò il momento saltò, alzando anche qui le mani ed elevandosi il più possibile. Aveva fatto tutto bene, mancava solo l'atterraggio. Non cadde, ma per mantenere l'equilibrio poggiò tutto il peso sulla gamaba sinistra. sentì come qualcosa che si rompeva all'altezza della coscia, ma non si fermò, anzì continuò a pattinare ignorando il dolore. La sua vita continuava, la litigata con Tobio, l'arrivo in Italia, l'incontro con Roberto. Sorrise e facendo una giravolta porto le mani al cielo nello stesso identico momento finì la musica. Sentì il pubblico che applaudiva e urlava il suo nome. Riuscì a fare un inchino e poi si alzò con le lacrime agli occhi. Era riuscito a completare il programma senza cadere. Felice corse verso Roberto e una volta arrivato lo abbracciò forte ancora con le lacrime agli occhi.

Ritorno a casaWhere stories live. Discover now