14. Siscon

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Rating: ALERT!

In questo capitolo saranno presenti scene di sesso esplicito che potrebbero turbare il pubblico minorenne e, per questa ragione il raiting del capitolo è ROSSO.
Siccome la FF in sé non è da considerarsi spinta ed erotica, appongo questo avviso prima della lettura, in modo da tutelare i lettori senza privare i più giovani del proseguimento della vicenda. 

Se siete sensibili, vi consiglio di non leggere questa one-shot e passare direttamente alla prossima. Grazie per la comprensione. 

Genere: Slice of life

Avvertimenti: Incest; Contenuti forti; Tematiche delicate

Note: Lemon; Missing moments; Movieverse;

Tipo di coppia: Het

Personaggi: Matsuoka Gou e Rin, Nanase Haruka


Fuoco e Acqua.

Due mondi opposti quanto uguali.

La corrente di un fiume scorre perennemente e le sue acque non sono mai le stesse, così come le fiamme di un focolare che divampano, scoppiano e muoiono, generando un braciere nuovo.

Entrambi non possono essere autonomi, sebbene siano l'uno la vita e la morte dell'altro. E lo stesso vale per me. Nemmeno io, che non c'entro nulla con questo sistema eraclideo, sono completamente indipendente da loro. Ho bisogno del fuoco per fertilizzare il terreno del mio impeto e dell'acqua per lavarne via le tracce. Ho bisogno di quella schiena possente e forte per sostenere il mio fardello e della fluidità di quelle braccia per dimenticarlo. Ho bisogno di Rin e di Haru, soprattutto di Haru. Stare con Rin è troppo frustrante ed eccitante, totalmente sbagliato, perché lui è Onii-chan.

La cena era deliziosa, come ogni volta che è Haruka a prepararla, con il suo immancabile sgombro grigliato e il suo grembiule da casalinga.

Finisco di sparecchiare la tavola, mentre il corvino è già intento a lavare le stoviglie e a riporle nello scola-piatti. Lo raggiungo e ripongo le hashi nel lavello, per poi cingergli la vita ed accostare una guancia al centro della suo schiena. Lo immagino sorridere, mentre asciuga gli ultimi bicchieri con un panno ed io faccio lo stesso, rimembrando un Rin e una Gou più piccoli che aiutano la propria madre a cena conclusa.

Strofino la punta del naso contro la felpa del delfino per scacciare il ricordo e il rossore che colora le mie gote infatuate, dicendomi di pensare allo squalo per quello che è: mio fratello. Niente di più, niente di meno.

Haruka ridacchia impercettibilmente, mettendo una mano sopra le mie. Cerca di scrutarmi con finta indignazione da dietro la spalla, deducendo tutt'altro dalle mie azioni. La sua carezza di trasforma in una morsa e, con velocità quasi inumana, slaccia la mia presa dai suoi fianchi e mi rivolge con il dorso contro il bancone, eliminando ogni via di fuga con le braccia. Mi scruta dall'alto in basso con intensità; sguardo che ad ogni secondo si avvicina sempre di più, mischiando il suo calmo respiro al mio già più affannoso.

Haruka non dice nulla. Non comunica a parole, ma a gesti - proprio come... No! -. Mi afferra da sotto le cosce, mettendomi a sedere sul marmo del lavello ed annullando finalmente la distanza tra noi.

Schiudo le labbra, permettendo a quella flebile rudezza, che caratterizza la compostezza del moro, di mischiarsi al desiderio che provo. Arcigno le dita tra i suoi capelli, afferrandoli e tirandoli, per non lasciarmi sfuggire il suo volto. Sono lisci, morbidi e più lunghi di quanto credessi. Anche il profilo che si adagia contro il mio sembra diverso, così come i denti... Sono sempre stati così appuntiti?

Legami a IdrogenoWhere stories live. Discover now