15. Riccio di Mare

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Rating: Verde

Genere: Slice of life

Avvertimenti: Nessuno

Note: Missing moments; Movieverse;

Tipo di coppia: Het

Personaggi: Matsuoka Gou e Rin, Mikoshiba Seijūrō


La spiaggia era il suo luogo sicuro. Custode di tutti i suoi segreti e di tutti i suoi ricordi fin dalla più tenera infanzia. Li aveva sussurrati al mare, come tanti altri prima di lei, conscia della sua discrezione; e, a cuor più leggero, aveva finalmente deciso di accettare un appuntamento con il capitano Mikoshiba. Non per romanticismo, ma proprio perché le aveva proposto un picnic nel suo rifugio al calar del sole, dove sapeva che la desolazione del suo antro nascosto, lo sciabordare delle onde e l'aura frizzantina della spuma erano dalla sua parte.

Gou stava correndo, stava scappando dalla grinfie di un Seijūrō falsamente arrabbiato per essere stato schizzato con l'acqua gelata, e rideva, come una bambina rincorsa dal fratello maggiore dopo un innocuo dispetto. Questo era il secondo motivo per cui le piaceva il capitano. Il suo animo bonario e premuroso le ricordava Rin quando erano piccoli, prima che diventasse lo scontroso, umorale, giovane uomo del presente; ed ancora di più il suo lato giocoso.

Sapeva che prima o poi l'avrebbe raggiunta, che l'avrebbe presa per la vita e sollevata, magari fingendo di farle il solletico solo per sentirla ridere ancora, e che poi le avrebbe dato un bacio sotto l'orecchio. Era la prospettiva che più le faceva venir voglia di rallentare il passo, sebbene troppo orgogliosa per farlo.

Dopo un paio di minuti che correvano in effetti Gou si fermò, però non perché voleva esaudire quella fantasia, ma per un'eventualità a cui non aveva pensato: un riccio di mare.

La rossa calpestò il guscio di un mollusco corazzato da lunghi e taglienti aculei, che le si conficcarono proprio al centro della pianta nuda del piede, costringendola a gridare dal dolore.

"Gou!", urlò Seijūrō, mettendosi a correre seriamente per raggiungerla. Le si inginocchiò accanto, sostenendole la schiena con una braccio. Seguì con lo sguardo attento la linea della sua gamba discinta, giù lungo la coscia, il ginocchio, il polpaccio, la caviglia, fino a raggiungere il motivo per cui i suoi ormoni non si erano messi a ballare la Ola. Piantò i proprio occhi di miele sul guscio nero e umidiccio, fissandolo con sfida per aver infilzato il numero 35 della sua bella.

"Vuoi che lo tolga?", chiese con voce morbida, continuando ad osservare il rossore che si stava propagando intorno all'invertebrato.

Gou mugugnò in assenso.

"Sei sicura? Potrebbe farti male".

Lei annuì nuovamente, mentre Seijūrō afferrava delicatamente la piccola corazza bruna tra indice e pollice, tirandola poi di netto, facendo urlare la ragazza. Esitare avrebbe solo peggiorato la situazione.

Il capitano prese il piedino di Gou, il quale sembrava ancora più minuscolo tra le sue grandi mani, per esaminare meglio il danno. Successivamente strappò un lembo della sua camicia e lo legò stretto sulla ferita.

La Matsuoka provò a protestare, dicendo che sarebbe stato uno spreco rovinare così un indumento, ma lui la interruppe con un sorriso, "E' solo una camicia. E non voglio rischiare che ti si infetti il piede".

Infine se la caricò in spalla, tenendole i sandali con una mano, "Ti porto...".

"Agliah! Brucia, Onii-chan!", la piccola piangeva a dirotto, somigliando più ad una fontana rotta che ad una dolce bambina.

Il fratello si piegò sulle caviglie, analizzando attentamente il danno: due ginocchia sbucciate e sporche di terra e pietrisco. Allungò l'indice, ma, quand'esso stava per toccare la carne viva, lo ritirò subito indietro per evitare di sentirla piagnucolare ancora di più.

"Riesci a camminare?".

"No! Non riesco a piegare le gambe".

Il ragazzino sbuffò, dandole le spalle e rannicchiandosi a terra con le braccia tese all'indietro,"Avanti sali", la sorella lo guardò smarrita, "Torniamo..."

"... a casa".

Gou sorrise, Si somigliano più di quanto pensano.

Legami a IdrogenoWhere stories live. Discover now