6. Mi manchi ancora

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Rating: Verde

Genere: Slice of life; Introspettivo

Avvertimenti: Nesuno

Note: Missing moments; Movieverse

Tipo di coppia: Nessuna

Personaggi: Matsuoka Gou, Matsuoka Rin e Signora Matsuoka

Era inverno inoltrato, fuori faceva freddo ed era ancora troppo buio per uscire.

Una donna sulla quarantina scosse delicatamente il corpo addormentato della figlia dai lunghi capelli porpora, sussurrandole che era ora di alzarsi.

"Gou, tesoro, dobbiamo andare in aeroporto".

"Io mi chiamo Ko-ou!", si lamentò con la voce ancora impastata dal sonno.

La madre ridacchiò, "Non vuoi salutare tuo fratello? Non lo rivedrai per molto tempo".

Solo in quel momento la bambina sembrò realizzare l'aggravio di quelle parole già cariche di nostalgia. Si tirò a sedere nel letto e i suoi occhi rubizzi si rifletterono intensamente in quelli di lei.

"Andiamo".


Il tragitto le sembrò durare un'eternità, ma quando si trovò al check-in ebbe l'impressione che fossero passati solo un paio di secondi.

Osservava sua madre aiutare Rin a poggiare il copioso bagaglio sulla bilancia adiacente al tapis-roulant, i numeri che ruotavano repentinamente finché non comparì il peso della valigia, la hostess aeroportuale che vi affiggeva sopra il tagliando con la destinazione e il numero di volo, e che controllava i documenti del maggiore dei Matsuoka. Ella confermò loro che ci sarebbe stata un'assistente di volo ad occuparsi di Rin, in quanto minorenne. La ringraziarono e raggiunsero il bar all'ingresso per fare colazione.

Rin, come suo solito, ordinò un cappuccino accompagnato da un croissant alla crema di latte, la sua preferita, mentre stavolta Gou optò per un semplice tè caldo.

"Perché non mangi?", chiese il fratello, mangiucchiando la sua brioche friabile, dalla quale cadevano frammenti di pasta sfoglia che gli si posavano sugli angoli della bocca e un po' anche sui pantaloni. Normalmente avrebbe riso per la sua grossolanità e gli avrebbe spolverato il viso, schernendolo affettuosamente, "Onii-chan, sei un disastro!", al che Rin avrebbe risposto con una smorfia stizzita, piegando il collo per sfuggire alla sua carezza, seguita da una lamentela soffocata.

Ma quella mattina non fu così. Quella mattina Gou si sentiva triste, abbattuta, combattuta tra la fierezza per la bravura di suo fratello e il desiderio di non separarsi da lui. A chi avrebbe dato fastidio giusto per ammazzare il tempo? Chi avrebbe ammirato nuotare a farfalla? Chi l'avrebbe guardato con la premura che solo un fratello maggiore possiede? Chi l'avrebbe invitata a dormire con lui dopo aver avuto un incubo?

L'unica risposta che riusciva a trovare a questi quesiti era sempre la stessa.

Nessuno.

Tuttavia, non seppe spiegarsi allora cosa stesse provando: era troppo piccola; infatti si limitò ad alzare le spalle, dicendo a testa bassa, "Non mi va niente".

"Mmm, non lamentarti quando ti verrà fame".

"Rin...", lo ammonì la madre.

Gli occhi della signora Matsuoka si sollevarono sull'orologio analogico futuristico facente parte dell'arredamento del locale. Le 9.15. Controllò le lancette di quello che portava al polso, pensando che suo figlio si doveva imbarcare entro le 9.45.

Spacca il minuto, ammise rassegnata. Era meglio che Rin raggiungesse al più presto la zona controlli per recarsi al gate.

"Tesoro", lo chiamò, posandogli amorevole una mano sull'avambraccio, "è ora di andare".

Gli occhi dell'ormai undicenne si incupirono, consapevole che non avrebbe più rivisto sua madre né la sua seccante sorellina per quasi un anno, "Già".

Si alzarono dal tavolino del bar, pagarono il conto alla cassa e si diressero ai metal detector.

Una volta là, la donna si chinò all'altezza del ragazzino, prendendolo per le braccia e fissandolo dritto negli occhi, "Ascoltami bene", cominciò a spiegare, "Ora dovrai, mostrare il tuo biglietto alla guardia, ti dirà dove andare. Poi dovrai mettere il tuo zaino sul tappeto scorrevole, passare sotto quei pilastri magnetici...", indicò, "... e riprendere tutto. Tieni sempre biglietto e passaporto a portata di mano e non lasciare mai lo zaino appoggiato da qualche parte. Non preoccuparti, ci sarà una hostess pronta ad aiutarti lungo tutto il viaggio".

I due si fissarono per un periodo di tempo interminabile, finché gli occhi della madre non le si riempirono di lacrime malinconicamente trattenute. Lo strinse a sé, cercando la forza di lasciar andare la sua amata creatura così lontano da lei - aveva sperato che questo giorno arrivasse il più tardi possibile -, "Divertiti nella nuova scuola, tesoro mio. Chiama appena arrivi".

"Non andare via, Onii-chan!", Non lasciarmi!, Gou scoppiò in un pianto funereo e disperato, aggrappandosi alla vita del fratello, il quale le cinse le spalle, lasciandosi inumidire la felpa di lacrime, poi le diede un dolce bacio sui quei capelli dal profumo così teneramente infantile, "Non piangere: ci rivedremo prima di quanto tu creda. Tieni", Rin estrasse dalla tasca della sua giacca a vento gialla un elastico di perline bianche abbellito da un adorabile fiocchetto celeste, "Così sarò sempre con te".

La piccola Matsuoka afferrò il piccolo accessorio per capelli, rigirandoselo tra le dita per ammirarne ogni angolazione. Sorrise, seppure con gli occhi arrossati e gonfi, e raccolse la zazzera cremisi in una coda alta, "Mi mancherai tanto".

"Anche tu".

Fratellone attraversò il punto di non ritorno verso una nuova avventura e, soprattutto, verso la nascita di un nuovo Rin.


E' inverno e fa troppo freddo per uscire, proprio come quel lontano giorno di metà gennaio in cui Rin partì per l'Australia.

Gou guarda fuori dalla finestra rigata dai disegni surrealisti di polpastrelli di pioggia, tenendo stretta a sé una tazza fumante di tè alla lavanda. Ne assapora l'aroma, rapendo alla sua memoria quella mattinata struggente ricca di magone e ambizione.

Si è appena alzata, ha ancora il pigiama e i capelli fulvi sciolti; si osserva il polso attorno al quale tiene l'elastico che suo fratello le aveva regalato ai metal detector e un sorriso amaro le si dipinge sul volto. Quei sentimenti che aveva provato in aeroporto non sono scomparsi del tutto. Nonostante non riesca ancora a comprenderli veramente, essi persistono nella loro mutevolezza. Rin continua la sua dura lotta per realizzare il suo sogno di diventare un nuotatore olimpionico - il sogno di suo padre -, mentre a Gou rimane intrinseca quella sensazione di nostomania e mancanza.

La mancanza del vecchio onii-chan.

Legami a IdrogenoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang