1. Stile libero

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Rating: Verde

Genere: Slice of life

Avvertimenti: Nessuno

Note: Missing moments; Movieverse

Tipo di coppia: Nessuna

Personaggi: Nanase Haruka e nuovo personaggio

Il chiarore uggioso dei mesi autunnali si oscura improvvisamente.

Un bimbo, accompagnato da un'anziana signora che lo tiene per mano, attraversa una barriera automatica di vetro, oltre la quale una luce fioca cerulea li accoglie.

Immerso in quell'oceano artificiale, cammina lungo i fondali circondati da pareti di cristallo, mediante le quali può osservare forme di vita proveniente da ogni luogo. Alcune di esse percorrono il soffitto, tramite i canali che collegano più vasche tra loro, dando l'impressione di stare davvero nelle profondità di un abisso.

Alza la testa per vedere meglio i pesci che lo sovrastano e nota con timore un'enorme, secondo i suoi standard da bambino, manta. Ricordando, grazie ai documentari, che la coda delle mante è velenosissima, il ragazzino, rimasto momentaneamente indietro, rincorre la nonna, per poi aggrapparsi alla manica della sua camicia.

"Non essere timido, Haru, è solo l'acquario. Vedrai che ti piacerà", lo rassicura la donna.

Gli zaffiri del cheto nipotino non sono molto convinti, ma decidono di darle fiducia.

Nuota da un corridoio all'altro, gli sembra di non essere in grado di fare altro, però nulla attira la sua attenzione.

Una bimba, poco più piccola di lui, picchietta l'indice paffuto sulla vetrata di alcune creature semitrasparenti e dall'aspetto lattiginoso.

"Vuoi vedere le meduse?", chiede la nonna.

"Mmm, sto bene così". La vecchina tenta di non mostrare la sua delusione difronte a tanta freddezza. E' così cupo questo ragazzino.

Adora così tanto stare in acqua. Pensavo gli sarebbe piaciuto venire qui.

Haruka ama l'acqua. Tuttavia, non prova alcun interesse per i suoi abitanti, fintantoché non può condividere quel liquido incolore con loro. Li ignora, perché li invidia: loro, inconsapevoli di dove si trovano, sono liberi e possono stare continuamente nel loro elemento, cosa a lui preclusa.

"Oh, va bene".

Attraversano l'ennesima sala e il nipote continua a snobbare i poveri esseri acquatici.

Ci sono squali di ogni genere, vasche di razze di lago da poter accarezzare, orche, buffi pinguini di diverse taglie e pesci marini e tropicali coloratissimi.

Niente.

"Vuoi vedere qualcos'altro, tesoro? Forse preferisci tornare a casa...".

Haruka si volta dall'altra parte, più per abitudine che per guardare davvero qualcosa, quando le sue iridi indifferenti sgranano, catturate da il movimento fluido e giocondo di corpi cinerini. Lascia andare la mano dell'anziana, per appoggiarsi in punta di piedi al vetro freddo che lo divide da quelle longilinee creature.

Assomigliano ai pescecane. Il colore che li ricopre è simile, nonostante non siano ricoperti da squame, ma da pelle; al posto delle branchie, hanno un orifizio alla base della nuca; il loro muso è allungato, idoneo a solcare i mari, e sembra sorridere in eterno; i loro occhietti vispi lo scrutano incuriositi, avvicinandosi a lui allegri.

"Oba-chan, che pesci sono?", finalmente parla.

"Oh, quelli non sono pesci; sono delfini - Delfini..., ripete tra sé il bambino, - Sono dei mammiferi acquatici, come te, Haru".

Per la prima volta, Haruka è sorpreso, "Davvero? Con quale stile nuotano?"

"E' difficile da dire, ma credo che...".

"Allora, Haru-chan, quale stile preferisci: rana o farfalla?", chiede Nagisa finito l'allenamento, appoggiandosi infantile alla schiena del senpai moro.

"Io faccio solo stile libero".

Legami a IdrogenoWhere stories live. Discover now