11. Amabile entropia

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Rating: Verde

Genere: Slice of Life,

Avvertimenti: Nessuno

Note: Missing moments; Movieverse

Tipo di coppia: Accenni Shonen-ai

Personaggi: Ryugazaki Rei e Hazuki Nagisa


Un altro colpo di tosse si eleva nel silenzio della stanza, scrupolosamente ordinata e spolverata per evitare l'incursione aggiuntiva di microrganismi virali, nonché per perfezionismo patologico.

La gola stride dolorosamente, smuovendo il catarro nella povera trachea infiammata, che risale oltre l'epiglottide per ricongiungersi alla medesima sostanza che discende dagli orifizi di collegamento naso-palato.

L'istinto di sputare è forte, ma si sforza di ricacciare ogni volta quei batteri nell'oscurità delle sue viscere: non avrebbe mai permesso a quel composto biochimico pestifero di intaccare le sue, già malaticce, papille gustative. Inoltre, non è un gesto per niente bello.

Le orecchie ricevono a stralci le onde sonore che si propagano all'infuori del involucro antibatterico che è la sua stanza, come se fossero ricoperte di ovatta.

Dannata influenza!, urlerebbe se ne fosse in grado.

Ad un tratto avverte qualcosa saltellare sugli scalini che congiungono il piano inferiore con quello superiore. Qualcosa di talmente rumoroso da essere inconfondibile, nonostante i suoi padiglioni auricolari malandati l'avvertano in lontananza, sebbene sia a meno di cinque metri dall'ingresso della sua camera. Quelli che sente non sono i passi delicati di sua madre. Il palmo che abbassa a metà la maniglia, che a lungo andare si romperà se continua a far scattare la serratura con tanta noncuranza, non è di uno dei suoi attenti familiari. Quella voce che sembra un bisbiglio, ma in realtà è uno strepito soffocato dal suo udito infetto, che dice qualcosa a sua madre ai piedi della tromba delle scale, sa che appartiene all'ultima persona che vorrebbe vedere nella sua quiete febbrile.

"Non si preoccupi, Ryugazaki-san, resto io qui con lui. Esca pure per fare le sue commissioni".

L'unico riparo rimasto tra l'infermo e il suo indesiderato infermiere viene sfondato. La porta si apre e richiude, lasciandolo solo con un giovanotto dalla folta chioma incolta tinta dal sole primaverile, che gli sorride gioviale, illuminando i suoi brillanti occhioni di caramella, mentre poggia lo zaino sul tappeto. O almeno quella mezza luna rovesciata gli sembra un sorriso. Senza occhiali, la sua vista approssimativa gli suggerisce ben poco. Però è sicuro dell'identità dell'intruso. Quei tratti somatici sfocati non possono appartenere ad altri se non...

"Rei-chan, ti ho portato i compiti! Ti senti meglio?", sbraita Nagisa, lanciandoglisi addosso, facendo emettere al turchino un rantolo soffocato. Un po' per la frustrazione di ricevere ospiti indesiderati, un po' perché il contraccolpo ha destabilizzato momentaneamente la sua respirazione già precaria.

"Non riesci ancora a parlare?", mugugna imbronciato il biondo.

Rei allunga un braccio verso il comodino, recupera gli occhiali e li sistema al loro posto sul viso, si mette a sedere con la schiena sostenuta dalla testiera del letto e dissente con il capo.

"Mi dispiace tanto, Rei-chan. Sicuramente ti starai annoiando a morte! Io non ce la farei a stare zitto a letto tutto il tempo", pigola bambinesco l'unico avente ancora capacità oratorie, "Ma non ti preoccupare: adesso ci sono io qui con te", lo abbraccia, sfregandoglisi sull'addome con la punta del naso.

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