Capitolo 25

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Lauren mi guardò, in attesa che le rispondessi. Anche se potevo sentire perfettamente la musica al piano di sotto, tutto sembrò svanire nel momento in cui la guardai negli occhi. Sembrava così ferita, proprio come era successo a me quando avevo scoperto di lei e Normani.
Le altre due ragazze presenti nella stanza con noi erano in silenzio, facendo in modo che tutta la situazione acquisisse un'aria più pesante di quanto già non fosse. 

<<Vuol dire che mia madre ha trovato un lavoro, quindi ci trasferiamo>>, mormorai. Strinse le sopracciglia.

<<I tuoi hanno un negozio, perché mai dovrebbero rinunciare?>>, domandò, giustamente. Anche io avrei fatto la stessa domanda, se non avessi conosciuto mia madre. I miei nonni l'avevano cresciuta ad essere indipendente, a farsi valere come donna, piuttosto che come moglie di un uomo. Odiava dipendere da mio padre, guadagnare dei soldi che riteneva non fossero nemmeno suoi. Avrei dovuto immaginare che la situazione sarebbe diventata troppo pesante per una come lei, che è sempre stata abituata a lavorare per ottenere qualcosa. Quando fa parte del tuo essere, startene con le mani in mano non aiuta per niente.

<<Be', è un'ottima opportunità. Mia madre e mio padre hanno già deciso>>, dissi, alzando le spalle. 

<<E come farai con la scuola? Con i tuoi amici?>>, domandò, allarmata. Era semplice, no? Avrei iniziato il mio ultimo anno da sola, con delle persone che non conoscevo, perdendo di vista i miei amici. Era un anno già tragico, l'ultima cosa di cui avevo bisogno era quella di essere da sola, dare il via ad un nuovo inizio.

<<Camila, hai quasi diciotto anni, puoi decidere per te stessa>>, disse Normani, guardandomi con dolcezza. Avevo pensato anche a questo, però mi nasceva una domanda spontanea: valeva di più la pena stare lontana dai miei amici, o dalla mia famiglia? E se mia madre era cresciuta con l'idea di donna indipendente, io ero cresciuta con l'idea che la famiglia è una delle cose più importanti che ci possono accadere nella vita. Avevo fatto un paio di viaggi con la scuola, però duravano una sola settimana. Cosa avrei fatto per un anno intero? Non avevo la macchina, quindi se loro non potevano venire da me nei fine settimana, non li avrei visti. Poi, volevo restare accanto a Sofia. Non volevo che si sentisse sola in una nuova città. Proprio come dicevano Normani e mia madre, avrei compiuto i diciotto anni, e ciò significava che potevo prendere tutte le decisioni che volevo. Avrei potuto frequentare il college di Miami, però, che senso aveva se loro non c'erano? Miami era un bel posto, però avevo la sensazione che i miei amici non sarebbero rimasti. Avevano delle ambizioni, e proprio come Normani, ero sicura che ce l'avrebbero fatta. 

<<Lo so, ed è proprio per questo che ho deciso di seguirli>>, ammisi. Lauren rilasciò una risata amara, e mi fulminò con lo sguardo.

<<E mandi tutto all'aria così?>>, sbottò, aggrottando le sopracciglia.

<<Lauren, saresti comunque andata al college. Saremmo state separate lo stesso>>, le ricordai.

<<Volevo restare al tuo fianco, quindi ho fatto domanda qui a Miami>>, disse, fulminandomi con lo sguardo.

<<Ma qui non ci sono college o università che posso aiutarti con quello che piace a te>>, dissi, stringendo le sopracciglia. Spesso, mentre parlavamo, mi aveva detto di voler occuparsi di business e management. Certo, qui avrebbe potuto fare qualcosa, però sapevamo entrambe che a Miami nessuna scuola avrebbe soddisfatto le sue richieste.

<<Lo perfettamente>>, disse, passandosi una mano tra i capelli. Fu allora che capii...L'aveva fatto per me. Aveva limitato le sue opzioni di studio per restare al mio fianco, ed io le avevo appena detto che me ne sarei andata. Be', magari, però, se l'avessi saputo le cose sarebbero state diverse.

TeenAge DreamWhere stories live. Discover now