Capitolo 16

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So che alcune di voi non leggono mai le canzoni quando appaiono nelle storie(nemmeno io lo faccio), tuttavia, vi consiglierei di leggere questa che metterò, perché ha molto a che fare con quello che sta accadendo (non preoccupatevi, scriverò anche la traduzione).
Inoltre, vorrei chiarire alcune cose...So che il comportamento di Lauren non vi piace, però, provate a mettervi nei suoi panni. C'è qualcosa che la spaventa, e mi sembra logico che tutti noi abbiamo fatto degli errori quando eravamo spaventati. Poi, mettetevi anche nei panni di Camila: la ragazza che le piace la sta dando finalmente delle attenzioni; inizia a viaggiare per la prima volta attraverso la sua sessualità e si trova a far fronte ad una Lauren che non conosceva, che si comporta in maniera strana. Da amica, vuole sapere cosa succede. E per quanto riguarda le Normila, vi dico di godervi questi momenti e quelli che stanno per arrivare. Adesso, invece, vi lascio al capitolo.

Ad un certo punto della serata, Normani ed io salimmo di nuovo al piano di sopra. Verso le mezzanotte meno venti, l'aria fuori era diventata un po' più fresca e avevamo deciso di entrare dentro. Al nostro passaggio per le scale, avevamo sussurrato l'orario a Dinah, per fare in modo che si rendesse conto di quando far finire la testa. Purtroppo, dopo la mezzanotte, non era più permesso fare rumore e non volevamo di certo che chiamassero la polizia. Lei ci aveva mostrato il pollice sollevato verso l'alto, e fiduciose che avrebbe messo fine alla festa, salimmo al piano di sopra. Lauren era sparita, forse con quel giocatore da quattro soldi. Ariana, Taylor ed Hailee ballavano sul divano, con Shawn che le guardava divertito insieme ad un altro paio di ragazzi che conoscevo. Ally era seduta in cucina con un ragazzo e parlavano insieme. Erano molto vicini. Dinah era sparsa un po' qua e là.
Entrammo nella stanza degli ospiti, dove era stato lasciato tutto come ieri sera. Ci chiudemmo la porta alle spalle e nello stesso momento, tirammo un sospiro di sollievo. Dio, quella musica mi aveva fatto venire il mal di testa. Fortunatamente, la chiacchierata con Normani, il vomito e l'aria fresca mi avevano fatto passare la sbornia. 

<<Quindi, te ne vai a New York, eh?>>, chiesi, quando ci sedemmo sul letto.

<<Mancano ancora un paio di mesi, ma sì. Andrò nella Grande Mela>>, disse, sorridendo.

<<Sono felice per te, Mani>>, dissi, accarezzandole il braccio.

<<Magari, l'anno prossimo, puoi fare anche tu domanda alla Juilliard>>, propose. Risi.

<<Anche se mi piace cantare, non credo di essere all'altezza di una scuola simile>>, mormorai, guardandomi le mani. Improvvisamente, la mia mano venne coperta dalla sua. Alzai lo sguardo, trovandomi a fissare quel paio di occhi castani sempre dolci e gentili. I ruoli tra lei e Lauren sembravano essersi invertiti: lei era quella buona, mentre Lauren era quella stronza. Anzi, Normani non è mai stata una stronza. Solo che utilizzava la freddezza per assicurarsi che nessuno la ferisse, siccome alla fine, era un orsacchiotto da abbracciare.

<<Non sottovalutarti così tanto. Non ti ho mai sentita cantare, ma sono sicura che sei ottima. Ti conosco, piccola. Sei un concentrato di energia. Quando qualcosa ti piace, la fai con tutto il cuore>>, mi sussurrò. Sorrisi, alzando gli occhi al cielo, divertita.

<<Smettila...il mio ego si gonfierà, altrimenti>>, mormorai. Normani ridacchiò.

<<Non fa male a nessuno, ragazza. Credimi>>. Qualcosa balenò nei suoi occhi, poi sorrise ampiamente. <<Cantami qualcosa!>>, esclamò.

<<No! Assolutamente no!>>, borbottai, scuotendo furiosamente la testa. Nemmeno i miei genitori mi avevano mai sentito cantare, tanto mi imbarazzavo. Mia nonna materna è stata l'unica a sentirmi cantare, ma solo perché era nascosta dietro il mio armadio quando un giorno entrai nella mia camera canticchiando. Se avessi saputo che era presente anche lei, sicuramente non avrei cantato. E sicuramente, non avrei cantato ora con Normani presente.

TeenAge DreamWhere stories live. Discover now