Capitolo 3

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Quel sabato mattina, Alessandro ed io parlammo tutto il tempo. Mi disse che siccome questo era il loro primo giorno, lui sarebbe stato libero solo verso il pomeriggio, poiché potevano girare per la città.
Mi spiegò dove si trovava l'hotel in cui alloggiava e per nostra fortuna, non solo sapevo dov'era e come arrivarci, ma c'era anche un bar carino per poter chiacchierare. Poche persone lo frequentavano, dato che si trovava abbastanza lontano da tutti i locali che preferivano i giovani. Quindi non ci sarebbe stato da aspettare per trovare un posto a sedersi, potevamo stare in un luogo pubblico ma pur sempre non troppo pieno di persone. Se non si fosse capito, odiavo stare in mezzo ai rumori e alle persone. Si chiamava demofobia ed era appunto il terrore della folla, purtroppo, deriva dalla mia timidezza. Avevo provato a sconfiggerla, ma non c'era stato modo di farlo. Certo, da quando ero un po' più piccola, le cose erano migliorate e adesso non mi piaceva molto stare semplicemente nei centri commerciali o alle feste, ma per quanto riguardava le passeggiate in luoghi aperti, oppure un caffè preso in un bar (appunto), mi sentivo a mio agio.
Ci demmo appuntamento alle cinque e mezza, tuttavia, alle cinque e un quarto ero già fuori al bar ad aspettarlo. Lui non fu da meno, perché verso le cinque e venticinque, lo vidi entrare nel bar.
Era diventato più alto, o forse era solo una mia impressione. I suoi capelli erano più corti dell'ultima volta, ed erano tenuti dritti da gel, parecchio gel. I suoi occhi verdi vagarono lungo il bar, ed allungai una mano per farmi notare. Sorrise, mostrando due rughe ai lati degli occhi e mi raggiunse.
Mi alzai in piedi per salutarlo, quindi mi ritrovai stretta nel suo abbraccio. Non utilizzava profumi, quindi immaginai che quel profumo di limone provenisse dal bagnoschiuma che usava, e stranamente mi piacque moltissimo. Da quando avevo conosciuto Lauren, il suo odore sembrava essersi registrato nella mia mente, e appena sentivo un qualcosa di simile al suo profumo, mi giravo intorno alla sua ricerca, mentre lo stomaco si attorcigliava e il cuore faceva le capriole. Avevo sempre paragonato ogni odore a quello della mora, ma con Alessandro non ne sentii la necessità. Mi piaceva.

<<Da quanto tempo che non ci vediamo!>>, disse sorridendo. Ci sedemmo entrambi, prima che rispondessi.

<<Da parecchio, ma mi fa piacere che tu ti sia ricordato di me>>, gli risposi.

<<Appena ci hanno informato del viaggio ho pensato a te, tuttavia ho preferito non venire a dirtelo prima per scaramanzia, credo>>, ammise, alzando le spalle larghe fasciate da una T-Shirt nera. Non potei evitare di osservare i muscoli delle sue braccia che si contraevano quando si muoveva mentre parlava, rendendomi conto che quando lo conobbi in Italia non aveva tutti quei muscoli.

<<Sì, sto andando in palestra>>, disse ridacchiando. Arrossii profondamente, costringendomi ad abbassare lo sguardo, man mano che la sua risata diventata un po' più forte.

<<Non arrossire. Sono contento che qualcuno l'abbia finalmente notato>>, continuò, divertito.
Ad interrompere il mio imbarazzo, ci fu la cameriera che prese le nostre ordinazioni.

<<Mi piace qui...è tranquillo>>, disse, guardandosi intorno.
Era vero. Proprio come avevo detto prima, era un bar più piccolo della norma, ma accogliente.
Appena si entrava dalla porta, si restava incantati a guardare fuori dalle grandi finestre di cui era provvisto, che permettevano di vedere subito la città in movimento. La strada veniva percorsa spesso da persone che avevano bisogno dei bus, siccome non molto lontano da qui c'era una fermata. 
Il bancone era spazioso abbastanza da permettere a tre baristi di muoversi liberamente, senza temere di far cadere qualcosa muovendo il gomito. I tavolini erano disposti lungo le finestre, in modo tale che la maggioranza potesse appunto guardare al di fuori. Infine, tre tavoli erano predisposti di computer, e spesso alcuni studenti ci venivano a fare delle ricerche mentre bevevano un buon caffè. Tutto era buono qui, partendo dal caffè, passando per la cioccolata calda o delle semplici tisane, finendo con il cibo. Se abitassi più vicino, passerei tutta la mia vita in questo bar, dovevo ammetterlo.

TeenAge DreamWhere stories live. Discover now