twenty

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«che cazzo vi è successo? perché non mi hai chiamato?!», mark stava dando i numeri da qaundo aveva visto josh e tyler, che dopo tutto quello che era successo quel giorno si era dimenticato di tutto il resto.

«mi dispiace, ma ora calmati...», borbottò tyler impaurito.

«e voi due? vi siete messi insieme oppure no?»
tyler si imbarazzò, arrossì e iniziò a giocare con il suo ciuffo non sapendo cosa fare e cosa dire. josh guardò il suo ragazzo e ridacchiò.

«sì, ora stiamo insieme.», rispose josh maliziosamente. prese la mano di tyler e lo guardò dolcemente.

«ehi!», esclamò jenna raggiungendo i tre ragazzi. «voi due come state? oh, ciao mark.»

«sono stato meglio.», ammise tyler a bassa voce.

hai fatto sesso con lei e ora le stai davanti con il tuo ragazzo.

tyler scosse la testa e il suo corpo fu percorso da un brivido.
jenna sorrise e guardò i due ragazzi, e non riuscì a non chiedere: «ma come vi hanno scoperto? cioè, come l'hanno saputo?».

«io... non voglio parlarne...», rispose tyler.

e ora le vuoi anche mentire, sei proprio un vigliacco, piccolo tyler.

tyler scosse di nuovo la testa. prese il suo zaino e si allontanò da tutti, da mark e anche da josh, che lo guardò per un istante andare via e poi corse per inseguirlo.
josh ormai sapeva che il ragazzo era bravo a nascondersi, si ricordò di tutte le volte che lo aveva trovato in bagno e si diresse senza pensarci lì.
la porta era chiusa. gli nacque un sorriso ingenuo sulle labbra: ormai josh conosceva bene tyler.
«piccolo?», chiese dolcemente bussando alla porta. «mi fai entrare per favore?»
tyler non rispose, ma josh sapeva che era lì. poggiò la testa sulla porta e bussò ancora debolmente.
«possiamo risolvere tutto, insieme.»

«ciao josh.», disse debby arrivandogli alle spalle. josh si voltò di scatto. «ti trovo un po' malconcio.»

«non voglio nemmeno guardarti. sparisci, ho da fare.»

«sei diventato proprio maleducato... be' salutami il tuo amichetto...»

«è il mio ragazzo, stronza!», urlò josh mentre debby si allontanava, facendo finta di non averlo sentito. gli studenti di passaggio guardarono josh senza dire nulla. si era sparsa la voce sia su tyler e josh sia sul fatto che erano stati picchiati.
ma a josh non importava di nulla. non gli importava ciò che quelle persone pensavano di lui. gli importava di tyler.

«che è successo?». una flebile voce maschile proveniente dal bagno calmò subito josh.

«è passata debby.»
gli occhi di tyler si incupirono. voleva dire questo essere gay? amare una persona era questo per molte altre persone? tyler si asciugò la lacrima che gli scendeva dalla guancia sinistra e poi aprì la porta. immediatamente josh lo strinse fra le sue braccia.
«andiamo in classe, okay?», tyler annuì. «dammi la mano, ti va?»
tyler stringeva fortissimo la mano di josh, e questo lui lo aveva notato: «guardaci. e io non vado da nessuna parte.», provò a dire abbozzando un sorriso. poi qualcosa nella sua mente gli ricordò che non era proprio così. cacciò via quel pensiero e si concentrò solo su tyler. «ehi, mi vuoi dire una volta per tutte cosa ti succede?»

«josh, io... sto bene.», borbottò tyler. non voleva spaventarlo dicendogli che dentro la sua testa c'era una voce che costantemente lo annullava con poche parole.
dopo una giornata a scuola dove tutti avevano passato il tempo ad osservare i due ragazzi, ovvero i loro lividi sulle loro facce, il preside della loro scuola li chiamò nel suo ufficio.
brendon, mark e jenna erano rimasti fuori ad aspettarli.
josh non sembrava minimamente preoccupato, mentre tyler non aveva la minima idea di che cosa pensare. con le dita si accarezzava i capelli e li attorcigliava attorno ad esse.
il preside li aveva fatti accomodare nel suo ufficio, ma lui non era presente. li fece attendere per poco più di cinque minuti.

sorry not sorry || joshlerWhere stories live. Discover now