eight

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josh era diventato come una statua. la sua espressione era indecifrabile ed era rimasto immobile, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo fisso nel vuoto.
fu tyler a smuovere la situazione. spintonò josh verso la ragazza, cercando di fargli fare qualcosa di utile.

«tu che cosa ci fai qui?», esclamò debby vedendo poi tyler. «che cosa vuoi da lui?! vattene!»

tyler fece qualche passo indietro, intimorito, e a quel punto josh si risvegliò dallo stato di trance e si avvicinò a debby, cercando di calmarla.

«tesoro, va tutto bene, volevo solo...»

«digli di andarsene, cazzo!» urlò debby. «vattene! torna a casa tua!»

la situazione era fuori controllo. tyler avrebbe tanto voluto sotterrarsi. si guardò intorno un paio di volte imbarazzato prima di mormorare: «vi lascio soli. a domani».
come poco prima aveva sceso le scale, le risalì in fretta, per poi trovarsi davanti una donna di circa quarantacinque anni un po' bassina.

«tu chi saresti? l'amico di josh?» chiese la signora. tyler avvertì un po' di preoccupazione nella sua voce.

«uhm, sì, sono tyler, signora.» rispose il ragazzo confuso e ancora molto in imbarazzo.

«chiamami pure momma dun.» replicò lei, accennando un sorriso gentile. «per caso sai cosa sta succedendo di sotto? ho sentito delle urla e mi sono preoccupata.»

tyler cercò il più velocemente possibile una risposta plausibile, perché la verità, lui ne era certo, alla signora dun non sarebbe affatto piaciuta.

«ecco, uhm... è una semplice lite fra fidanzati, non è nulla di serio, non è importante.», borbottò poi. tyler odiava le bugie, e a causa di josh ne stava raccontando fin troppe. «io ora devo proprio andare.» annunciò infine. «è stato un piacere conoscerla. arrivederci.»

un brivido gli percorse la schiena quando pensò a quello che lo aspettava a casa. nell'ultimo periodo si era allenato poco a casa, e aveva saltato i cinquecento canestri un pomeriggio.
il pomeriggio nel quale trovò macchia davanti casa sua e lo dovette portare ai dun, e tutto si aspettava, ma non josh.
josh era quel bel regalo inaspettato, in un giorno brutto o bello che sia. josh e il suo bel sorriso sarebbero stati quella cosa meravigliosa inaspettata. sì, perché lui era speciale, nel suo modo impulsivo e a volte arrogante era unico.
c'era un solo joshua dun in tutto il mondo e tyler lo aveva incontrato.

si erano perfino baciati.

tyler si ritrovò ad arrossire, ma non per la vergogna, ma per un piacevole imbarazzo.
e adesso facevano lezione di musica insieme.
se non fosse stato per il rosso, tyler non si sarebbe mai iscritto. prima provava vergogna, ed era certo che nessuno avrebbe mai apprezzato la sua musica, quindi nessuno avrebbe mai apprezzato lui.
ma con josh non aveva avuto paura, non si era sentito intimidito dagli altri, ed era riuscito anche a fare qualche battuta divertente e a far ridere i presenti. tutto questo solo perché c'era josh con lui, solo perché sapeva che quei magnifici occhi scuri e leggermente a mandorla lo stavano guardando e gli stavano dando quella spinta che gli serviva per vivere, e per sentire il cuore battere velocemente.

ma qualcosa lo richiamò alla realtà. fu un richiamo brusco, che non gli piacque per niente.
sua madre lo stava chiamando, sicuramente per ricordargli i cinquecento canestri più altri trecento di penitenza che lo aspettavano a casa. ma doveva farli se voleva continuare a giocare a basket.

«sì mamma, sono a casa. ora mi cambio e inizio.», la rassicurò di nuovo.

tyler posò lo zaino per terra in camera sua.
si tolse il grande maglione nero e poi i pantaloni.
poi si voltò verso lo specchio e si osservò. qualcosa in lui era cambiata, e di recente.
tyler rimase a fissare la sua immagine allo specchio per qualche minuto, riflettendo, poi decise di indossare una tuta di mettersi a lavorare.
tyler passò tutto il pomeriggio a centrare il canestro, finì giusto in tempo per la cena, ma prima preferì farsi una doccia per sciogliere i muscoli indolenziti. tornò in camera sua sudato come non mai, prese il telefono e trovò svariati messaggi e telefonate da parte di jenna e josh.
per prima cosa tyler chiamò la ragazza.

sorry not sorry || joshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora