twenty two

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tyler storse il naso, un granello di povere gli dava fastidio. si sistemò la t-shirt e poi iniziò a cantare.
quella sera c'era una discreta folla, ma a lui non interessava più. l'ukulele stretto fra le braccia lo accompagnava come quando era adolescente e cantava le sue canzoni a josh. tutte le volte che cantava gli veniva in mente josh. non riusciva a dimenticarsi l'episodio al fiume scioto, non riusciva a scordarsi l'odore di tabacco bruciato e caffé, che per lui era diventato un profumo.
ma ormai erano passati anni. la vita aveva dovuto andare avanti. all'inizio tyler faceva finta che nulla fosse mai accaduto, cominciò a frequentare il college cercando di smettere di amarlo.
durante gli anni di studio aveva cercato di lasciarsi tutto quanto alle spalle: non guardava più le loro foto insieme, non lo aveva mai chiamato. come avrebbe potuto? si erano lasciati, e tyler sapeva che risentire quella voce rauca lo avrebbe destabilizzato ancora di più. tyler aveva bisogno di distrazioni. jenna non lo aveva mai abbandonato, era sempre rimasta accanto a lui e nonostante la avesse preoccupata l'assenza di emozioni riguardo ciò da parte di tyler, una sera lo baciò, e tyler ricambiò senza battere ciglio. per i cinque anni di università i ragazzi si frequentavano e frequentavano altri, fino a quando non decisero di iniziare a fare sul serio. un anno e mezzo dopo essere andati a convivere in un monolocale nel centro di columbus i due giovani ragazzi si erano sposati. tyler non chiamò josh per dirglielo, perché ormai josh avrebbe dovuto essere solo un ricordo adolescenziale, non una costante della sua vita. dopo qualche mese jenna aveva chiesto l'annullamento del matrimonio e tyler non poteva che essere più che d'accordo.
ora tyler joseph era uno scrittore e un cantante a tempo perso. ecco perché si trovava lì quella sera, con in mano il suo ukulele.
nella sala ai piedi del palco si faceva strada tra la folla un ragazzo robusto con i capelli a spazzola neri, due dilatatori alle orecchie, piercing al naso e un paio di occhiali da vista ad incorniciargli gli occhi.

era appena arrivato a columbus da los angeles, dove viveva dall'età di circa 18 anni. all'epoca si tingeva i capelli e si credeva un ribelle alla ricerca di se stesso, non sapendo che si era già trovato nello sguardo della persona che amava.
certo, nella città degli angeli aveva vissuto una vita appagante sul piano lavorativo, ma non riusciva ad andare avanti con il suo cuore, sempre fermo a colombus. e quando tornava, lui sapeva che era solo per sentir parlare di lui e quando seppe del matrimonio gli cadde la terra da sotto i piedi. credeva di essere l'unico rimasto fermo, mentre tyler era riuscito ad andare avanti con jenna. voleva tornare a casa da un po', e questa volta per rimanerci, e non appena aveva saputo dell'annullamento del matrimonio era corso a cercare tyler. e ora, finalmente, dopo tutti questi anni lo avrebbe visto di nuovo, gli avrebbe parlato di nuovo. il solo pensiero lo elettrizzava e terrorizzava.
ora si trovava in mezzo a quelle persone, con i suoi fratelli e l'amico di una vita mark. josh aveva la gola secca e cercava nella sua mente parole per formare un discorso sensato.
ma ecco, tyler iniziò a cantare e josh tornò ad avere 18 anni. si ritrovava ad avere una stretta alla bocca dello stomaco. e non riusciva a fare a meno di guardarlo, e pensare che fosse bellissimo, che volesse una sua carezza, che volesse sentirlo vicino, che volesse risentirlo suo, e solo suo. i suoi pensieri da adolescente sdolcinato vennero interrotti dall'avvistamento di jenna. alla fine neanche lei era riuscita a separarsi completamente da lui. per una semplice ragione, pensò josh: perché tyler aveva il potere di far sentire le persone bene con se stesse. jenna incrociò lo sguardo con josh e decise coraggiosamente di avvicinarsi. anche lei era sempre bellissima. le sorrise.

«josh! non ci posso credere! bentornato!», lo accolse lei, alzando la voce per farsi sentire. si allungò per baciarlo. per lei era un vecchio amico. non sembrava serbasse alcun tipo di rancore.

josh allora sorrise e ricambiò il saluto affettuoso: «ciao jen! stai benissimo!»

dopo essersi scambiati i soliti convenevoli decisero di uscire un attimo per poter parlare con più tranquillità. tyler aveva finito la sua canzone e si era ritirato dietro le quinte. cercava jenna, ma non la trovava. si affacciò verso il pubblico per cercarla. allora mark gli si avvicinò.
«sei stato grande!»

sorry not sorry || joshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora