eleven

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«dovresti smettere di fumare, sai.», disse tyler entrando nella casetta di legno.
josh non rispose, né gli rivolse uno sguardo. rimase seduto, con le gambe distese e una sigaretta fra le dita.
«ehi amico, dimmi qualcosa, per favore.», insisté ancora tyler. poggiò lo zaino e l'ukulele accanto a lui e si sedette davanti a josh, come la sera prima.

«non siamo amici.» sputò josh. «siamo due idioti che cercano la loro normalità. ci baciamo di nascosto e facciamo finta di niente.»
tyler non rispose.
da una parte josh aveva ragione, anche lui sapeva che era sbagliato quello che facevano, ma era più forte di lui, più forte di entrambi.
inoltre tyler sapeva che josh si stava solo sfogando, era visibilmente teso, muoveva il piede destro velocemente e guardava fuori con uno sguardo completamente disinteressato.

«che è successo con debby?», chiese tyler «diventerai papà o no?»
josh spense la sigaretta e guardò il ragazzo.
quella scena sembrava un film per adolescenti pseudo depressi.
di quelli che si definiscono 'tumblr'. tyler ridacchiò al pensiero, ma tornò serio quando incrociò lo sguardo con josh.

«non lo sai già? debby non è andata a cantarlo ai quattro venti?», josh stava alzando la voce; da uno stato di completa apatia stava diventando quasi arrabbiato.
tyler scosse la testa. i suoi pensieri erano fra i più contorti e confusi, non capiva che cosa stesse accadendo e di sicuro josh non lo aiutava con quel comportamento.«strano.» commentò josh.

«okay basta.» esclamò tyler. «sono qui per te, josh. non so cosa sia successo, okay? smetti di fare lo stronzo e fai qualcosa! sono qua per te, nessuno mi ha detto di venire qui, e sinceramente ora mia sto chiedendo che cosa sto facendo in questa fottuta casa sull'albero!»

josh guardò sbalordito tyler. di certo non si aspettava da parte sua una simile reazione.
«io e debby ci siamo lasciati.», disse allora.

«cosa? ma... e il bambino?»

«nessun bambino. falso allarme.», rispose tranquillamente josh.

«ma allora perché?»

«tyler, abbiamo rischiato di diventare genitori a 17 anni. se non riusciamo a stare attenti a queste cose... e poi, deb ed io stavamo insieme per abitudine, quasi. quando sto con lei io non provo le stesse cose che sento quando sto con te.», josh poggiò la sua mano sulla gamba di tyler, che però si ritrasse.

«ti prego, non farlo.», sussurrò tyler.

«ty... ho bisogno di te...», il ragazzo dai capelli tinti sembrava avere la voce rotta.

«amici. è tutto quello che siamo. basta con questi giochetti perversi. non ce la faccio più, non sono un oggetto che puoi usare quando ne hai la necessità, anche io ho i miei problemi, ho bisogno di qualcuno che... che sia come jenna.»
il petto di tyler si alzava e abbassava velocemente. «ora scusa, devo andare a casa.»
prese il suo zaino e se ne andò in fretta da quel bosco. ora anche tyler avrebbe fatto come i suoi genitori. non voleva più tornare lì.
fece ritorno a casa più amareggiato che mai.
aveva fatto la scelta giusta?
si sentiva impazzire. con josh le cose accadevano sempre troppo velocemente, tyler non aveva mai il tempo di metabolizzarle.

«ciao.», borbottò tyler entrando in casa, arrivò in salone e trovò jay e madison addormentati sul divano abbracciati.
tyler sorrise vedendoli, erano così piccoli e dolci, voleva proteggerli da qualsiasi cosa.
per il momento si limitò a proteggerli dal freddo, coprendoli con una coperta.
salì in camera sua e lasciò cadere lo zaino per terra che concluse la sua caduta con un lieve tonfo.

si tolse la giacca a vento dai disegni geometrici e si sfilò le scarpe.
avrebbe voluto fare subito i 500 palleggi che lo aspettavano ogni giorno, ma doveva aspettare il ritorno della madre, affinché lo controllasse.
non aveva nulla da fare per scuola, così decise di farsi una breve doccia per rilassarsi e per cercare di togliere quella brutta sensazione che sentiva sulla pelle.
si spogliò completamente in bagno e poi entrò nella doccia.
tyler chiuse gli occhi, dalla sua bocca uscivano parole basse, che forse non voleva sentire nemmeno lui.
tutto scivolava su di lui, senza mai fermarsi. il primo fra questi era il tempo.
il tempo era un gran problema per tyler. a volte gli capitava di non saperlo gestire, così che non riusciva a fare nulla.

sorry not sorry || joshlerWhere stories live. Discover now