twelve

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la settimana fece il suo corso in modo lento e noioso. fra tyler e jenna andava tutto più che bene, il ragazzo e josh non si parlavano quasi più, solo se era strettamente necessario. sennò si evitavano semplicemente, come si fa quando per strada incontri un vecchio compagno di scuola che ti stava antipatico.
tyler si annoiava, e si annoiò anche la settimana dopo, quando lui e josh non si parlavano ancora.

«okay, basta così.», disse duramente tyler dopo essersi avvicinato a josh.
il ragazzo tinto prese un libro dall'armadietto e guardò tyler.

«che succede?»

«veramente non hai nulla da dirmi? dopo tutto quello che è successo fra noi due, tu vuoi davvero farmi credere che tra noi è tutto okay?», chiese il ragazzo. tyler era arrabbiato e molto innervosito: non era da lui fare una cosa del genere, per niente. e poi continuava a sentire il profumo di josh, così fresco e dolce; e le sue labbra, due petali di un fiore rosato, appena sbocciato.

tyler spalancò gli occhi. non poteva essere, no, assolutamente no.

«ehi, stai bene?» chiese josh allarmato, il suo piano di fare il duro a cui non importava era fallito miseramente quando video quell'agghiacciante espressione sul volto del ragazzo.

«devo andare.», rispose tyler senza degnarlo di uno sguardo. il sangue nelle vene di josh si gelò, e tutto il suo mondo fatto di colori diventò improvvisamente grigio e cupo, senza vita. freddo.

«tyler, aspetta, io...»
troppo tardi, il ragazzo passò avanti a lui e riprese la sua strada senza voltarsi indietro. e josh? che doveva fare? inseguirlo? forse avrebbe dovuto.
chiuse l'armadietto e iniziò a correre per recuperare la distanza, e lo vide entrare in bagno giusto in tempo.
josh fece un respiro profondo: «ce la posso fare», disse a sé stesso. entrò e trovò tyler a lavarsi il volto. sembrava un pulcino. «che succede? stai bene?» chiese un po' titubante.                             tyler lo guardò tramite il riflesso dello specchio. piccole goccioline d'acqua sul suo volto aggiungevano alla sua espressione persa e impaurita una certa stanchezza.

«io, tu... devo andare in classe. ci vediamo a mensa. scusa.» disse tyler, cercando di non rispondere a josh e soprattutto di non guardarlo negli occhi. quei bellissimi occhi a mandorla. doveva assolutamente parlare con qualcuno, non poteva tenerselo dentro. aveva bisogno di parlare con mark ora più che mai.

josh però non era d'accordo: tyler non poteva prima aggredirlo e poi cercare di fuggire. in fondo neanche a lui stava bene quella situazione fra di loro. era da due settimane che josh si tormentava, che il suo cervello gli diceva di andare da lui e chiedergli scusa per ogni cosa che gli avesse fatto, ma non perché si era innamorato di lui. per quello non avrebbe chiesto scusa a nessuno.

«tyler, no ti prego. non andartene.» mormorò josh, provò a cercare il suo sguardo, ma il ragazzo lo ignorava.

«no josh, ho sbagliato a parlarti, mi dispiace, ma ora mark ha bisogno di me.», tyler prese il suo zaino e oltrepassò josh che era rimasto immobile.

tyler uscì dal bagno e corse verso mark il più in fretta possibile.

«ehi bello, come va?», chiese mark quando si sentì chiamare dall'amico.

«dobbiamo parlare, ho bisogno di te: è successo un casino.», disse tyler. «andiamo a vedere gli allenamenti di football.» mark lo seguì un po' allarmato, di solito quando lo convocava agli allenamenti di football la questione era abbastanza seria. quando si sedettero mark iniziò a rollare due sigarette aspettando che l'amico parlasse. ci volle un po', ma alla fine tyler decise di parlare. «mi dispiace metterti in mezzo a tutta questa storia, ma ho bisogno di parlare con qualcuno e mi fido di te». mark non disse disse nulla, continuò a fumare la sua sigaretta in silenzio. «sai che jenna ed io stiamo insieme da circa un mese, ma sono successe delle cose... io non so come dirtelo...»

sorry not sorry || joshlerDonde viven las historias. Descúbrelo ahora