Lorenzo's POV
In poco tempo quella semplice vacanza che avrebbe dovuto riafforzare il legame in famiglia, si era trasformata in un vero e proprio inferno.
Mio padre probabilmente iniziò ad odiarmi, e so che 'odio' è una parola esagerata, ma penso che questo sia il caso giusto per utilizzarla.
Il disprezzo, la durezza e l'indifferenza nei suoi sguardi e nella sua voce faceva persino paura e credo che tutto quello che mi disse non lo dimenticherò mai.
E in quel momento volevo scappare, volevo tornare a casa mia, ma pensai che non sarebbe stata una bella idea comunque. Non volevo vedere i miei genitori e andando a casa mi avrebbero sicuramente trovato. Volevo tornare da Pietro, avevo bisogno di lui. Delle sue parole, dei suoi consigli. Ma in quel momento, mi sarebbe bastato anche solo un suo abbraccio.
Si, mossa abbastanza scontata, sarei tornato da Pietro da solo, cercando di fuggire ai miei genitori.
Avrei rubato i soldi dal portafoglio di mio padre mentre dormivano, sarei uscito dalla stanza d'hotel senza fare rumore e sarebbe tutto finito lì. Facile, anche fin troppo.
Mi ero svegliato molto preso quella mattina, anzi, penso di non aver dormito quasi per niente. Pensai che le quattro del mattino fosse un bell'orario per mettere in atto il mio piano, anche se sapevo che a quell'ora non ci sarebbero stati dei treni non mi interessava, non mi importava rimanere in stazione un po', magari da solo o con davvero poca gente in giro.
Presi un attacca panni dal piccolo armadio della camera e cercai di raddrizzarlo, in modo da poterlo usare per aprire la serratura della porta.
Semplice, l'abbiamo visto nei film un milione di volte, ed è molto più facile di quello che sembra, almeno con le serrature più antiche. Infatti, mi bastò infilare il pezzo di ferro nel buco della porta e girarlo due o tre volte per riuscire ad aprirla. Presi velocemente il borsone in cui avevo tutto quello che avevo portato per la vacanza e uscii dalla camera cercando di non fare alcun tipo di rumore, riuscendoci. Percorsi il lungo corridoio lentamente, era abbastanza stretto e non volevo sbatterci contro. L'unica cosa che volevo assicurarmi di non fare era di svegliare i miei genitori.
"Buongiorno, Lorenzo." Sobbalzai a quella voce. Sembrava molto calma rispetto al tono della sera precedente ed era strano.
"Vai da qualche parte?" Chiese papà, sembrando ancora calmo.
"Sì, voglio fare un giro." Risposi senza guardarlo negli occhi. Calmo o meno, non penso che avrei retto il suo sguardo.
"A quest'ora?" Disse, prima di indicare l'orologio in salotto.
"Sai, ho voglia di vedere la città quando c'è poca gente, poco movimento e pochi rumori." Mentii.
"Vuoi che venga con te?"
"No!" quasi urlai. "No, papà. Voglio stare un po' da solo." Per un attimo pensai di dover abbandonare il mio piano.
Mi guardò per qualche secondo prima di rispondere con un 'va bene' sussurrato. Feci un respiro di sollievo, felice di essere uscito da quella situazione.
"Prima di andare, tieni. I costi qui sono molto alti." Disse, porgendomi una bottiglietta d'acqua e dei soldi, nonostante ne avessi già un po'.
"Grazie." Dissi velocemente prendendoli dalle sue mani e uscendo dalla camera.
Mi appoggiai al muro e feci un forte sospiro di sollievo. Ero quasi sul punto di piangere, ce l'avevo fatta, ero riuscito a scappare.
Iniziai a camminare velocemente, stavo quasi correndo e più volte rischiai di cadere dalle scale, ma non mi importava.
Uscii velocemente dall'edificio, guadagnandomi degli sguardi confusi dalle persone nella reception, e mi incamminai verso la stazione che fortunatamente non era troppo lontana da lì.
Guardai i diversi treni disponibili, e il primo che partiva era verso le 5:30. Comprai il biglietto da una di quelle macchinette vicino all'entrata della stazione, e decisi di sedermi dato che per la corsa mi era venuto il fiatone. Bevvi un sorso d'acqua, e in quel momento avrei voluto avere il mio cellulare per poter dire a Pietro tutto, per liberarmi dal peso che avevo addosso.
Sorrisi, pensando che in qualche ora sarei stato tra le sue braccia.
*spazio autrice*
questo è il penultimo capitolo voglio piangere
SCUSATE SE NON HO AGGIORNATO PER ANNI MA NON VOGLIO FINIRE LA STORIA PERCHÈ UGH SIGNIFICA TANTO PER ME MA DEVO PERCHÈ ALTRIMENTI MI UCCIDETE
e nulla vi amo
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I'm insecure. {Pietrenzo}
FanfictionUn ragazzo, a cui è stata tolta la felicità e al posto di questa si sono fatti spazio un milione di problemi. Come l'insicurezza, la timidezza, la paura. Paura di fidarsi delle persone. Paura di se stesso. Sapeva che aveva quella orribile capacità d...
