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Pietro's POV

Non pensavo che quelle parole potessero farmi un effetto del genere.
Perché mi fecero venire voglia di piangere, senza un apparente motivo.
"Anche io." Risposi con la voce spezzata.
Mi prese una mano e mi sorrise.
"Non piangere." Mi disse sorridendo tristemente.
Mi fissò per un po', e io mi guardai intorno per cercare di non arrossire.
Fece un sospiro profondo.
"Forse dovresti parlare con Sascha."
Mi girai di scatto verso di lui e aggrottai le sopracciglia in dissenso.
"Dopotutto è il tuo migliore amico, ti stai privando di lui a causa mia."
"Bene, non voglio essere amico di una persona incoerente come lui." Dissi sembrando un po' un bambino.
"Per favore, fallo. Non riesco a vederti giù. E non negare di starci male, si vede che c'è qualcosa che non va e so che è per lui." Disse comprensivo.
Gli sorrisi e annuii arrendendomi.
A quegli occhioni da cucciolo non si poteva dire di no.
Rimanemmo a guardarci per qualche secondo finché non mi diede uno schiaffo sul braccio.
"Ahia! A cosa è dovuto, scusa?" Dissi cercando di sembrare serio nonostante ridacchiai leggermente.
"Mi stai facendo diventare dolce. Ti odio." Rispose ridendo.
"Ah si? Mi odi? Ora vedremo." Dissi sistemandomi vicino a lui per cercare di fargli il solletico. Probabilmente se ne rese conto e urlò un "no" prima di alzarsi e correre via da me ridendo.
Cercai di seguirlo, ma il signor gambe lunghe era molto veloce.
"Torna qui, piccoletto." Gli urlai dietro ridendo, fermandomi a causa del fiatone.
Si girò a guardarmi, e si avvicinò a me lentamente mentre si teneva la pancia per le troppe risate.
Quando fu vicino a me abbastanza, lo intrappolati nelle mie braccia e iniziai a fargli il solletico.
Sono furbo, sì.
"Lasciami!" Disse dimenandosi, cercando di fuggire dalla mia persa, ma era stretto tra le mie braccia e non poteva uscire.
Rise talmente tanto che non riusciva più a stare in piedi, e questo ci fece lentamente andare per terra.
Arrivò il momento in cui eravamo completamente stesi a terra.
Io sopra di lui e lui sotto di me.
Fermai la tortura verso di lui e mi limitai a guardarlo.
Era così fottutamente bello quando sorrideva.
Quella situazione mi stava agitando e mi stava facendo venire pensieri che non dovevo avere.
Diventammo improvvisamente seri.
Diciamo che era una situazione... eccitante, ecco.
Eravamo sudati, avevamo il respiro affannato ed eravamo praticamente appiccicati.
Non avevo il coraggio di muovermi, mi ero perso nei suoi occhi.
Mi sgridai mentalmente e finalmente trovai la forza di allontanarmi da lui.
Non dovevo avere certi pensieri. No, no e no.
"Wow." Disse Lorenzo mettendosi seduto.
Deglutii rumorosamente, ero in imbarazzo.
"Sei molto furbo." Disse cominciando a ridacchiare nuovamente riferendosi al solletico, cercando di ignorare il nostro imbarazzo.
"Modestamente." Risposi distraendomi da quello che era appena successo.
Rise e scosse la testa.
"Sei un deficente."
"E tu un cretino."
Ridemmo sonoramente.
Era così bello quando rideva.
Era il suono più bello del mondo.
Lui era il più bello del mondo.
Stavo decisamente mandando la mia eterosessualità a fanculo.
E stavo mandando anche Lorenzo a fanculo proprio per questo.
La sera purtroppo arrivò velocemente.
Rimanemmo a guardare il tramonto come una doppietta di innamorati.
Diventai inevitabilmente triste a pensare che tutto quello stava per finire.
Avrei accompagnato Lorenzo a casa sua, e io sarei tornato a casa mia.
È vero, avremmo potuto vederci tutti i giorni, ma in quell'uscita c'era un qualcosa che la rendeva speciale.
La nostra prima vera uscita in un posto decente.
Mi sentii molto sollevato dal fatto che si fidava di me a tal punto di portarmi nel suo posto.
Fui io a fargli notare che si stava facendo tardi, e lui sbuffò incrociando le braccia.
Sembrava un bambino a volte, ma in questo caso mi sarei comportato così anche io.
Ci incamminammo più lentamente possibile verso la mia auto, a testa bassa e io che stavo quasi per piangere.
Il tragitto verso casa sua è stato troppo corto e silenzioso.
Quando spensi la macchina però non scese, probabilmente non voleva andarsene, esattamente come non lo volevo io.
"Volevo ringraziarti per avermi fatto passare la giornata più speciale della mia vita."
Disse sorridendomi tristemente.
"Lore, non devi ringraziarmi. È solo che non ti vedo mai felice e oggi volevo fare qualcosa di speciale per te. Perché tu sei speciale e meriti tutto il bene del m-"
Non feci in tempo a finire il mio discorso.
Mi prese le guance e posò le sue labbra sulle mie.
Si staccò da me dopo pochi secondi.
"E questo a cosa è dovuto?" Dissi mentre cercanvo di capire cosa stavo provando in quel momento.
"Era per farti stare zitto." Rise e uscì dalla macchina senza dire altro.
Lorenzo doveva finirla di fottermi il cervello.
Davvero, non ci capivo più niente.

I'm insecure. {Pietrenzo}Место, где живут истории. Откройте их для себя