Capitolo Ventitré

1.4K 140 58
                                    

-...il...id...-
-Va tutto bene Nico.- sussurrò dolcemente la ragazza, passando una mano tra i capelli spettinati dello stalliere.
Il ragazzo dormiva apparentemente tranquillo sul letto di Aida.
Dopo che Kayla l'aveva curato la sera precedente, Aida aveva insistito per restare a vegliare su di lui.
Aveva fatto a credere a Nico che fosse perché aveva paura di un possibile ritorno di Leo, ma la verità era che si sentiva in colpa.
Anche se non voleva, nel profondo era cosciente del fatto che se Nico era ferito era causa sua.
Leonidas non l'avrebbe mai attaccato se lui non avesse tentato di baciare la serva e questo Aida lo sapeva bene, ma cercava di ignorare la verità.
Nico si liberò della mano di Aida nel sonno, portandosela ad una sorta di collana di cuoio che portava al collo.
-...ill...t...o...-
Aida continuò ad accarezzargli i capelli.
La sua mente era distante, rivolta purtroppo ancora a Leonidas.
Aida si voltò a guardare fuori dalla finestra, pensando a quanto le sarebbe piaciuto scoprire perché il ragazzo aveva fatto così.
O meglio, voleva sapere che il motivo era uno completamente diverso da quello che sospettava lei.
Ormai era mattina inoltrata, forse quasi mezzogiorno, ma la romana non aveva un minimo di fame o di sonno, voleva solo rimanere da sola a pensare.
Sapeva di dover riordinare la sua mente, le sue idee ed emozioni e sopratutto i suoi sentimenti verso quei due ragazzi, ma non le era di certo facile.
Non era forse più facile per una semplice ancella amare uno stalliere, schiavo come lei e di poco valore, piuttosto che un principe destinato al trono di un regno?
Ma non era forse più difficile respingere l'amore di questo stesso principe, piuttosto che quello di uno schiavo qualunque?
E sopratutto: lei di chi si era innamorata davvero? chi avrebbe respinto?
Aida non lo sapeva.
I sentimenti per Nico erano stati veri, ma non aveva idea se lo fossero ancora.
E Leonidas...
-...w...i...w...-
Nico si stava agitando nel letto.
-Va tutto bene.- disse distrattamente Aida, senza prestare vera attenzione alle parole del ragazzo.
-...Will...-
Aida fermò di colpo la mano che stava accarezzando il capo dello stalliere.
Will?
Chi diamine era Will?
-Nico chi è Will?- chiese guardando il ragazzo, che ancora dormiva tuttavia.
-...ill...w...ill...-
La mano del servo si chiuse di nuovo sulla collana, lasciandola poi andare e ricadendo sul petto.
Il ragazzo non parlò più, sprofondato in un sonno più profondo.
Aida studiò la collana.
Quel simbolo...le era così familiare...
Eppure era sicura di non averlo visto in Grecia di recente, allora perché le sembrava si doverlo conoscere?
Era una sorta di mezzaluna con al centro un puntino, posta sopra una sorta di croce.
Stava ancora studiando il ciondolo quando una voce la fece sobbalzare.
-Aida preparati. Dobbiamo andare all'arena.-
La ragazza non si voltò ne rispose, si alzò semplicemente dal capezzale di Nico e si diresse verso l'armatura ammassata in un angolo della camera.
Dei passi le annunciarono che Leonidas se n'era andato.
La ragazza indossò l'armatura sopra il corto chitone bianco e afferrò il pugnale dal tavolo contro il muro.
Guardò un'ultima volta il ragazzo steso nel suo letto a dormire.
Non disse nulla, uscì e basta.

Leonidas la attendeva nella sala del trono, dalla quale si sentivano gli sbuffi di due cavalli.
Quando lei arrivò a qualche passo da lui, il principe fece per dire qualcosa.
Ma la ragazza passò oltre, uscendo in silenzio dal palazzo, il viso una maschera di serietà e una lieve sfumatura di rabbia.
Montò a cavallo come fosse un uomo, senza preoccuparsi della gonna del chitone.
Diede uno strattone alle redini e partì verso la strada che ormai sapeva a memoria.
Dietro di sé sentì ben presto gli zoccoli del secondo cavallo, che gallopava per raggiungerla, rallentando poi una volta raggiunto il fianco della ragazza.
Blackjack nutriva irrequieto, percependo forse la tensione che c'era tra il suo cavaliere e la ragazza.
Tempesta invece, il destriero bianco che cavalcava Aida, procedeva altezzoso e silenzioso, in perfetta connessione con la padrona.
Era come se anche Blackjack avesse fatto un torto allo stallone candido, che cercava di ignorarlo.
Beh, tra ragazze si intendevano, anche se si trattava di una semidea e un cavallo.
I due ragazzi non si scambiarono mezza parola per tutto il viaggio, nonostante Leonidas continuasse a guardare la ragazza, che però non lo degnò neanche per sbaglio della sua attenzione.
Dentro Aida, il cuore bruciava terribilmente forte, rendendole ancora più difficile restare impassibile e ignorare quel maledetto ragazzo.
Così la ragazza cercò di concentrarsi su altro.
Era stata addestrata molto bene, a percepire qualunque pericolo.
E mentre scorgevano le rovine dell'arena abbandonata davanti a loro, Aida sentì una brutta sensazione, come se dovesse accadere qualcosa da un momento all'altro. Sospirò, sapendo che quello era il presagio di un acceso litigio tra lei il principe che, viste le armi a loro disposizione, forse non sarebbe finito molto bene.
Ma Aida si era ripromessa di non ferire mai più quel ragazzo, non troppo gravemente.
Per quanto lo odiasse e fosse piena di ira verso di lui, per quanto lui avesse tradito la sua fiducia, le avesse spezzato il cuore, avesse agito da prepotente, come se lei fosse un suo oggetto che non doveva essere condiviso, lei non poteva sopportare l'idea di vedere quel ragazzo ferito, o peggio ancora, morente.
Odiava essere così debole, odiava che lui la rendesse debole.
Avrebbe voluto poterlo odiare fino in fondo, entrate nell'arena e sfogare tutta la sua frustrazione e il suo dolore su quel ragazzo, facendogli provare tanto dolore fisico quanto era quello emotivo che sentiva lei, a causa sua.
Ma non ci sarebbe mai riuscita.
Non avrebbe mai potuto fare male a quel ragazzo, non per davvero, non intenzionalmente.
Per quanto lei non volesse che le cose stessero così, lei teneva fin troppo a quel principe iperattivo e troppo impulsivo.
E forse, cosa che le dava ancora più fastidio, forse quell'affetto non era un semplice legame basato sulla gratitudine che lei provava verso il ragazzo che le aveva salvato la vita più volte.
Forse quello non era solo affetto.
Aida sospirò.








Spazio autrice.
Dai che vi lascio un po' sulle spine.
Appare un Will selvatico nella storia e sapete questo cosa vuole dire...:)
Il prossimo capitolo vi piacerà, non dico altro.
Ma dovrete aspettare domani ;)

-Saluta la Signora!

GRΣΣΚS || LΣΘ VΔLDΣζDove le storie prendono vita. Scoprilo ora