Capitolo 18

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Nella testa di Aiden rimbombava solo quella parola. Omicidio. Omicidio omicidio omicidio. Ma... L'omicidio di chi? Non sarebbe stato in grado di uccidere Martina, ormai l'aveva capito. Le aveva fatto già troppo male. Il rosato aveva ormai accettato l'idea di essersi affezionato a quella nana dai capelli castani. Ma non sapeva ben dire cosa provava davvero nei suoi confronti.
«Uccidere chi?»
«Jude Sharp»
Una sensazione di sollievo lo prevase. La ragazza non sarebbe stata toccata. In quel momento, era l'unica cosa che gli importava. Perché né lei né suo fratello sarebbero rimasti feriti. O meglio, così pensava.

L'Inazuma si stava allenando. Nessuno, dopo aver saputo, aveva tirato fuori l'argomento "Aiden". Perché Shawn avrebbe potuto dar di matto, Martina esplodere di rabbia e tristezza e Caleb distruggere qualcosa con Ila e Sara o uccidere qualcuno. Ma, a quanto pare, era stato proprio l'argomento a venire da loro. Infatti, dovettero interrompere gli allenamenti quando videro il rosato avanzare verso di loro. Caleb stava per saltargli addosso e riempirlo di pugni, ma venne bloccato dalla mano di Jude che si posò sulla sua spalla. Si erano evitati, e nessuno sapeva il motivo. Ma in quel momento, il rasta non poteva lasciare che il castano facesse cazzate.
«Che vuoi?»
A parlare fu Ila, che, come il fratello e Sara, era pronta ad ammazzarlo. Ma non ricevette risposta. Solo una bomba soporifera che fece addormentare tutti i presenti. Quando l'Inazuma si svegliò, l'unica cosa che notarono era la mancanza di Jude, Caleb, Martina e Ila. Poi ci fu una bestemmia da parte di Sara.

Martina si svegliò, ammanettata in una cella insieme a Ila. La più piccola era già sveglia, anche se mezza intontita.
«Sis... Dove siamo...?» chiese la riccia.
«E io che cazzo ne so...» fu l'utile risposta della sorella, che iniziò a guardarsi attorno.
«Ottimo...» commentò la minore.
«Jude e Caleb...?» domandò poi Martina, non vedendoli. Non sapeva perché chiese solo di loro e non di tutta la squadra, ma qualcosa le diceva che, in pericolo, c'erano soltanto loro.
«Bho...»
«Ottimo...»
Le due ragazze si guardarono, avevano un orribile presentimento.

Caleb si liberò facilmente dalle manette, ed uscì dalla cella dopo averla scassinata. Girò per la strana "base" in cui era stato portato. Ricordava bene che la colpa era di Aiden, quindi suppose di essere in una delle varie basi di Dark.
Si bloccò sentendo il padre ridere in modo sadico, e si avvicinò alla porta socchiusa, dalla quale arrivava il suono, e si mise a sbirciare, ma subito sgranò gli occhi. Jude era a terra, contro la parete. Ray gli puntava la pistola contro e sembrava pronto a sparare. Aiden al suo fianco ad osservare la scena.
Jude non sapeva che fare, e appena il colpo partì, chiuse gli occhi, pronto a riceverlo. Ma l'unica cosa che sentì, furono due braccia stringerlo e un gemito di dolore proveniente da una voce troppo familiare. Aprì di scatto gli occhi, il tempo di vedere Caleb con una spalla sanguinante, prima che questo lo prendesse per il polso, facendolo alzare con uno strattone, e lo trascinasse fuori. Dark bestemmiò, non avendo previsto che il castano si liberasse e salvasse il rasta, ed ordinò ad Aiden di seguirli. Ed il rosato ubbidì, anche se poco dopo perse le loro tracce.

Vita da Stonewall Where stories live. Discover now