Capitolo 1

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Le due ragazze erano di nuovo lì ad osservarli allenarsi. Caleb, come al solito, se n'era andato prima dicendo che aveva di meglio da fare. Mark scattò a bruciapelo verso le due. Le povere svenuturate non ebbero il tempo di scappare che il castano le prese per il polso e le trascinò dagli altri.
«Ila?» chiese Jude basito, fissando una delle ragazze. Fissava la più bassa. Aveva la pelle scura e i capelli castani ricci, gli occhi color nocciola.
«Ciao bro!» salutò questa, abbracciandolo. Poi si nascose dietro si lui.
«Mi abbandoni così??» sbottò l'altra, rimasta in bella vista davanti agli altri. Aveva la pelle chiara, gli occhi smeraldo molto famigliari e i capelli castani lisci.
«Perché ci spiate?» chiese Mark.
«Ahem... Noi... ILARY HELPAMI!»
«Che cazzo vuoi da me? Io non esisto. Sono solo un'ombra. Non rompere e parla»
«...baka! Uff... Noi amiamo il calcio, abbiamo visto tutte le vostre partite e vi abbiamo spiato perché... Ehm... Ah bho»
I ragazzi fissarono la giovane basiti. Non era una risposta... Normale.
«Lei è mia sorella Ilary...» intervenne Jude accennando alla ragazza scura.
«Io sono Martina» si presentò l'altra, abbozzando un sorriso imbarazzato.
«Beh... Suppongo sappiate i nostri nomi visto che avete seguito le partite» commentò Nathan.
«Eheheh... Già...»
«Volete giocare?» propose Axel, e alle due brillarono gli occhi. Annuirono energicamente, e iniziarono ad allenarsi tutto insieme.
«Ah, Ila. Tu ancora non mi hai detto come si chiama l'altro tuo fratello» fece notare Jude alla riccia che in risposta ridacchiò.
«E mai te lo dirò, bro.
...
Lo scoprirai solo, sicuramente»
La scura si mise un paio di occhialini simili a quelli del fratello, solo di colore nero, e si sistemò il mantello del medesimo colore. Poi iniziò a giocare con gli altri, ovviamente non sotto minaccia dell'altra ragazza.

Un mesetto dopo, le ragazze erano riuscite ad integrarsi bene nel gruppo dell'Inazuma. Tranne che con Caleb. Lui, secondo gli altri, non le aveva mai conosciute. Non sapevano quanto si sbagliassero. Quel giorno, il castano scordò il borsone lì. L'Inazuma non se ne accorse, non subito. Martina e Ila tornarono nuovamente da loro, come ormai era solito fare dalle due ragazze.
«Ehy ragazzi!!» salutò allegramente la maggiore. Era cambiata molto dal loro primo incontro. Da ragazzina timida come si era presentata, ora era allegra, stronza, pervertita e strafottente. Ila, invece, era rimasta nel suo piccolo mondo, apparte quando l'altra la costringeva ad interagire.
«Ciao Marty, ciao Ila!» ricambiò il saluto Mark, seguito dagli altri. Le ragazze si unirono all'allenamento, come da routine, e giocarono un bel po. Ma si bloccarono di scatto quando videro Caleb tornare.
«Ho scordat- Ila, Marty?! Che cazzo ci fate qui?»
Le due ragazze si guardarono intimorite, poi la maggiore prese la parola.
«Fratellone!! Eheheheheh... Non dovresti essere a lavoro?!»
I ragazzi non credevano alle loro orecchie. L'aveva davvero chiamato fratellone?? Ora capivano dove già avevano visto quegli occhi smeraldo.
«Voi non dovreste essere a casa?! Sapete che non dovete uscire quando papà è in casa!»
Plurale. Aveva usato il plurale. Ciò significava che anche Ila era sua sorella, e di conseguenza Martina e Ila erano sorelle.
«Bro, sei tu che ci lasci sole con lui! La colpa è tua!» partì sulla difensiva Ila nel tentativo di rigirare la frittata, ma venne zittita da un'occhiataccia del castano.
«Ahem... Run!» urlò Martina prima di scappare e trascinarsi dietro Ila. Il castano, in risposta, prese il suo borsone e le inseguì lasciando completamente basiti gli altri ragazzi che non si sarebbero minimamente aspettati niente del genere. Poi Jude realizzò qualcosa.
«Aspettate... Ma quindi mia sorella... È anche sorella di Caleb?!»

Vita da Stonewall Where stories live. Discover now