Capitolo 38

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Le ore sembravano interminabili in quella stanza scura.

Chissà quanto tempo era passato, si chiese Giorgia. Chissà cosa aveva pensato la sua squadra!

Non aveva altro modo di comunicare con loro a parte qualche volta che Marco passava a trovarla.

Si chiese cosa stessero facendo adesso, se avessero cominciato già le ricerche dell'opale o se l'avessero data già per spacciata.

La stanza aveva tutta l'aria di una stanza per gli ospiti mai utilizzata. Le pareti erano tappezzate di libri dalla copertina consunta.

Il tempo trascorreva lento e per una come lei, determinata, indipendente, sempre occupata, questa cosa la opprimeva alquanto, si sentiva come in una prigione.

Il tavolino di fronte a lei riportava giornali e riviste MagiNò, ma anche la rivista magica per eccellenza il Corriere della Magia. Tutte riportavano in prima pagina il suo decesso.

Perché il piano potesse funzionare tutti dovevano abboccare all'amo, ma si fermò a pensare quando dovesse essere stato penoso per suo padre aver appreso della sua morte dai giornali.

Jacopo, non le era antipatico: aveva un suo senso dell'umorismo, ma non era certo un chiacchierone.

Osservò i libri che la circondavano, pensierosa. In fondo non le aveva mai proibito di leggerli, considerò.

Erano troppo lontani perché potesse leggerne i titoli, così si alzò e cominciò a leggere distrattamente:

<< Et potionibus decoctis adijciant>> lesse sillabando, non le era mai piaciuto il latino.

Ma la maggior parte di questi volumi erano in latino o in celtico, così si sistemò il volume sulle ginocchia e incominciò a sfogliare le pagine.

Jacopo si stava recando nella stanza della donna con delle riviste nuove e novità sulle ricerche dell'opale.

Già aveva iniziato ad essere fastidiosa, pensò lo stregone con una smorfia. Probabilmente per via della noia e della solitudine, ogni volta che andava a portarle notizie lei cercava ostinatamente di intavolare una conversazione, il più delle volte senza successo.

Questa era una delle caratteristiche che più lo stupivano dei MagiNò: erano a loro modo forti, temprati, pronti a tutto, eppure non perdevano una certa ingenuità infantile, un'incrollabile speranza nel prossimo.

Jacopo li compativa e ammirava al tempo stesso. Aveva letteralmente cambiato opinione su di loro.

Entrò nella stanza senza bussare, sperando di trovare Giorgia addormentata: ci metteva sempre un po' a svegliarsi e una volta che aveva recuperato la parlantina lui se n'era già andato.

Notò con disappunto che era ben vigile e cosciente, seduta sul letto con i cuscini rincalzati dietro la schiena e un pesante tomo sulle ginocchia.

<<Che stai facendo?>> domandò seccamente.

La ragazza si riscosse e lo guardò:

<<Leggo!>> spiegò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. In effetti lo era.

<<Questo lo vedo!>>sbuffò l'uomo <<ma non ricordo di averti invitata a servirti liberamente della mia biblioteca>>. L'uomo posò i documenti sul tavolino e fece un gesto rapido con la mano: il libro si richiuse bruscamente in una nuvola di polvere e tornò al suo posto sullo scaffale.

<<Non posso stare qui sdraiata tutto il giorno senza fare niente. Sto impazzendo!>> protestò lei<<Oppure adesso sono tua prigioniera e mi è proibito tutto!>>

Secolaria - Obscura LuxWhere stories live. Discover now