Capitolo 5

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I giorni passano, al Dream Café. Christopher, da quella volta è scomparso.

Avrei il suo biglietto da visita, ma non so cosa fare. Cioè cosa fare, lo saprei.

Vorrei chiamarlo. Vorrei risentire la sua voce. Vorrei dirgli che ho gustato, assaporato e deliziato per lui, quel bicchiere di vino. Vorrei dirgli che lo desidero nella mia mente. Ma come posso fare tutto questo, se lui non ritorna. E se non lo vedessi più?

Ho deciso, a fine turno lo chiamo.

Voglio rivederlo. Voglio parlare, con lui.

È come se non ne potessi fare a meno. E non lo conosco, nemmeno.

Ok, sono ufficialmente, pazza. Pazza, di lui. Pazza, di un bellissimo e meraviglioso, uomo sconosciuto.

Finisco di sistemare, i tavoli per gli aperitivi serali.

<< Jess, come procede? Hai bisogno, di una mano?>>

<< Tutto ok, Sam. Grazie mille. >>

<< Figurati, se non ci si aiuta tra di noi. >> Dice sorridendogli

<< Hai ragione. >> Gli dico. Sorridendogli a mia volta.

<< Jess, come ti trovi a Londra? Ti piace? >>

Mi domanda Samantha tutta curiosa.

<< Si moltissimo. L'adoro. Amo la pioggia, la città e il clima frenetico delle persone. Non lo so, qui riesco a sentirmi a casa. Cosa che non posso dire, dell' Italia. >>

<< Capisco. È così orribile, da dove vieni? >>

<< No, anzi. Roma, è bellissima. Con i suoi monumenti e la sua storia.
Ma... sono altri i motivi che mi hanno spinto ad odiarla. >>

Da quelle parole, sento risalire una tristezza e un dolore immenso. Uno dei tanti motivi; che mi hanno portato fin qui.

Al pensiero della mia vita in Italia, Mi sento nuovamente triste. Mi manca. Ma solo per una ragione: i miei genitori.
In fin dei conti se ci penso adesso, ho mollato tutto con una lettera. Nella lettera spiegavo loro, come mi sentivo e il motivo della mia decisione. Però, non è bastato a scaturire la loro ira.

Volevano una vita diversa, per me. Tutto era già prefissato, nei minimi dettagli. Il problema ero io che non sopportavo più, quella vita. E alla fine, Will è stato un movente. Quel movente, che ha nascosto ciò che veramente avrei voluto dire. Avrei voluto, che i miei capissero; ma arrivati al momento di potermi fare avanti sulle mie ragioni e dubbi, mi hanno voltato le spalle.

<< Perché? >> Nell' istante che pronuncio quella semplice parola. Non avevo fatto caso di aver parlato, a voce troppo alta.

<< Jess, tutto apposto? Scusa, se ti ho chiesto troppo non era mia intenzione. >>

<< Macchè, figurati. Quando vuoi. >> E gli sorrido per non farla preoccupare ulteriormente.

Sam, è davvero bravissima, con me. Fin dal primo giorno. Mi piacerebbe, poterla frequentare e conoscere al di fuori del lavoro.

Sarebbe bello, avere un'amica anche qui a Londra.

<< Sam, posso farti io una domanda?>>

<< Ma certo, dimmi pure. >>

<< Per caso, conosci quell' uomo che tutti i pomeriggi viene qui verso le cinque? Strano.. Oggi non si è visto. >>

<< Mmh... Sinceramente non so molto. È nostro cliente abituale da un po'. Inoltre, è qualche anno che lavoro al Café Dream, ma non ho mai visto nessuno ossessionato come lui per il vino. L'unica cosa di cui sono certa, è che viene qui per il suo calice di vino.

Tu sei il mio tuttoWhere stories live. Discover now