Capitolo 7

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No. Non poteva essere. Non era possibile, molto semplicemente non lo era. Magnus provò a ispirare ed espirare lentamente, cercando di calmarsi. Si era sbagliato, si era certamente sbagliato.

Guardò ancora una volta il cesto del bucato. Dovette distogliere lo sguardo, incapace di negare più a lungo l'evidente.

Perché, perché, perché aveva deciso di prendere una stregona-donna delle pulizie? PERCHÉ? E per quale assurdo motivo le aveva dato accesso a tutte le stanze della casa?

Era un idiota. Solo ora lo capiva. Solo davanti a quella coperta verde sformata dall'uso, da cui saliva un dolce profumo di violetta. Lo disgustava. La lanciò lontana da sé, in un angolo della stanza. Poi ci ripensò. Magari non era andato via del tutto... si avvicinò e la annusò, alla ricerca di quel profumo che conosceva così bene.

No, niente. Andato, perso, perduto per sempre.

Fece sparire la coperta con uno schiocco di dita. Non poteva più vederla. Poi si affrettò a licenziare la domestica, colpevole solo di non aver saputo. Non era colpa sua, doveva dirglielo lui, lo sapeva. Ma la sua presenza gli appariva ora come una minaccia a tutti i ricordi che aveva conservato in quei mesi.

Quella coperta... era quella con cui aveva dormito con Alec l'ultima notte insieme. Sapeva ancora di lui, il suo profumo era rimasto impresso.

Beh, fino a qualche ora prima. Ora non c'era più niente. Sospirò rassegnato e fece riapparire la coperta, per poi riporla in un cassetto, separata dalle altre. Era pur sempre un ricordo, no?

E poi doveva esserci qualcos'altro. Qualcos'altro con il profumo di Alec.

Lo stregone si mise a cercare in lungo e in largo per tutto il loft, ma tutto sembrava profumare di quell'odiosa e dolce violetta.

Maledizione alle donne delle pulizie!

Forse all'Istituto... ma no, Isabelle aveva dato tutto a lui.

Non c'era più niente. Il pensiero lo attraversò come un fulmine, scuotendolo fin nelle ossa. Non c'era più niente con il profumo dell'uomo che amava. Niente di niente. Non avrebbe più sentito il profumo di Alec. Mai, mai più.

Il pensiero si ingrandì nella sua testa, fino a schiacciarlo.

Lettera. La parola gli venne in mente all'improvviso, soluzione a tutto il suo dolore. Doveva, doveva esserci qualcosa.

E infatti, come sempre, c'era. Anche se non era esattamente quello che cercava, se lo sarebbe fatto bastare.

"Per quando non ricorderai più il mio profumo".

"Ciao amore.
Immagino come tu ti stia sentendo ora. Magari ti senti in colpa, non è vero? Doveva succedere prima o poi. Non è colpa tua.

Una volta mi hai detto che profumo di foresta. Non so come sia possibile, visto che sto sempre in città. Ma hai risposto che ho lo stesso profumo di libertà, di sole che penetra tra i rami, di foglie secche ed erba bagnata.

Sul serio, non so come sia possibile. Il nostro bagnoschiuma al sandalo non dovrebbe sapere da tutto questo. Ma tu non sei molto coerente, no?

Un'altra volta mi hai detto che so di autunno. Quella stagione fredda, che magari a molti sembra solo un passaggio prima del nevoso inverno. Ma che tu hai detto essere la stagione dei colori, dei tesori nascosti, del rumore delle foglie sotto i piedi.

Tendi ad associare il mio profumo a un'idea più che a un odore vero e proprio.

Tu invece... beh, tu sai di sandalo. Ma non è solo questo. Sai anche di ingredienti esotici per le tue pozioni, di pancakes, di pomeriggi passati sul divano. Non so come spiegarlo, ma sai di calore. Hai quel profumo che ti fa venire in mente un giallo caldo, come quello di un tramonto, e che ti abbraccia. Ecco, sai di abbracci. Di coperte, di fuochi nel camino, di tutto ciò che ti scalda il corpo e il cuore, ma soprattutto di abbracci. Non so spiegarlo.

Spero tu stia bene, voglio solo che tu sia felice.

Tuo,
Alec".

Spazio me
Voglio solo dire che il profumo di Magnus (eccetto la parte iniziale) l'ho preso dalla realtà, da una persona per me unica e fantastica. E che sa davvero di calore, di serate a guardare film sotto le coperte e di abbracci.
Tutto qui.
~Gy

"Dear Magnus..." |Malec|Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon