Capitolo 9

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Erano passati dieci anni e Magnus stava meglio. A Roma la vita scorreva veloce, tra clienti generosi e serate scatenate. Non ci aveva messo molto a farsi nuovi amici, soprattutto tra i nascosti del posto. Aveva anche aperto un piccolo bar per mondani, dove finalmente aveva potuto mettere a frutto la sua centenaria esperienza nel preparare alcolici.

Aveva anche avuto qualche storia, ma tutte brevi. Il ricordo di Alec era ancora vicino, non riusciva a donarsi a una nuova persona. Tutte le relazioni erano finite nel giro di qualche mese, a volte meno.

Ora era single, e stava bene così. Aveva davvero ripreso a vivere. E sì, era felice. La sera di solito usciva con un piccolo branco di lupi mannari che aveva conosciuto poco dopo essersi trasferito.

Ma quando va tutto bene le cose non possono mai continuare così. Gli era arrivato un messaggio di fuoco la sera prima, da New York. Non si era preoccupato, non aveva mai smesso di tenersi in contatto con i suoi amici: poteva essere innocuo. Ma no, ovviamente no.

Si trattava di Catarina. La sua centenaria, eterna, immortale amica non c'era più. No, non si era trattato di un combattimento o di una pozione finita male. Un incidente d'auto. Cosa ci può essere di più stupido? Un uomo ubriaco le si era schiantato contro, uccidendola. Era morta sul colpo, non aveva sofferto.

Lei, che aveva passato la vita a salvare gli altri, non aveva potuto essere salvata. E adesso? Ragnor era morto da anni, ora Catarina. Chi gli rimaneva? Perché tutto questo a lui? La sua vita era stato un lutto dopo l'altro.

Per un secondo, un solo malato secondo, aveva pensato di raggiungere i suoi amici stregoni. Ma finito quel secondo si era ripreso, spaventato dal suo stesso pensiero.

Aveva deciso di partire per New York. Le avrebbe detto addio, e poi sarebbe tornato a casa. Decise di non usare un portale, ma un aereo mondano. Sconvolto come era, sarebbe potuto finire ovunque se avesse usato la magia. No, meglio di no.

In aereo aveva portato con sé una delle lettere di Alexander. La sua vita prima andava bene, era da tanto che non ne leggeva una. Ma in quel momento ne aveva bisogno.

"Per quando perderai un'altra persona cara".

"Magnus, amore mio.
Mi dispiace. Lo sai che mi dispiace. Anche se non so neanche di chi si tratti, non posso saperlo.

Spero solo che sia successo abbastanza dopo di me, che tu ti sia già ripreso dalla mia morte. Almeno in parte.

Non ti dirò di essere forte. Questo lo sai già. Ed è quello che stai cercando di fare, non è vero? Non crollare, metterti in movimento, dire addio e tornare a essere una roccia. So che non te lo aspetti, ma leggi quello che sto per scrivere. Puoi permetterti, per una volta, di non essere forte. Puoi crollare, puoi piangere. Puoi disperarti, puoi gridare, puoi prendere a pugni il muro.

Ogni tanto hai bisogno anche tu di lasciarti andare. Per poi rialzarti ed essere di nuovo te stesso. Non puoi accumulare tutto. Se stai soffrendo, dillo. Parlane con qualcuno. Sfogati. Non chiudere quello che provi in un cassetto sperando di dimenticartene. Perché lo sai anche tu che non succederà. E tu starai solo peggio.

E dopo, quando avrai espresso tutto il dolore che provi, prendi il ricordo di questa persona e custodiscilo. Non devi dimenticarla, devi solo lasciarla andare. E vivere anche per lei. Perché di chiunque si tratti, so per certo che lo vorrebbe.

Ricordatelo.

Tuo,
Alexander".

Spazio me
L'idea per questa lettera non è mia, ma di SH_CommunityIT . Grazie per l'aiuto che mi hai dato 😉.
Se qualcuno di voi ha suggerimenti me lo scriva pure nei commenti e io sarò felice di mettere le sue idee nei prossimi capitoli, ovviamente taggandolo.
~Gy

"Dear Magnus..." |Malec|Where stories live. Discover now