Capitolo 39

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L'indomani mattina non ho voglia di svegliarmi, ma la voglia di vederlo batte la mia stanchezza. Tommaso si sveglia per primo e mi accarezza in modo dolce e delicato i capelli che ricadono scompinati sulla mia spalla nuda. Ancora indosso il lenzuolo che non ho intenzione di togliere fino a quando Tommaso non si sarà alzato per andarsi a vestire in bagno.

-Buongiorno amore mio!- ho ancora gli occhi chiusi quando mi volto per guardarlo meglio. Quando mi giro mi perdo in quei suoi blu come il mare, così profondi e così dolci.

-Ehi!- dico roteando il mio corpo nella sua direzione e incrociando le mie braccia al suo collo.

-Eri bellissima ieri sera quando ci volevamo!-

-Anche tu non scherzavi!- gli faccio l'occhiolino e lui inizia a baciarmi. Dopo uno scambio di baci propone di andarci a vestire per uscire per le vie spagnole, ma io sinceramente non ne ho voglia, voglio rimanere ancora a letto avvinghiata su Tommaso.

Quando sono pronta mi ricordo che ancora non ho chiamato mia madre per annunciarle del mio arrivo e a quest'ora conoscendola sarà preoccupatissima.

-Tesoro aspettavo la tua chiamata da due giorni ormai!-

-Si, scusami, ma quando sono arrivata ero così stanca che mi sono addormentata e poi l'ho dimenticato!-

-Ah okay l'importante è che tu stia bene. Ah ha chiamato la mamma di Annabel per i funerali,  ma tu già eri partita!-

-Ah okay.- nella mia voce si sente un velo di delusione, ma vorrà dire che andrò sempplicemente al cimitero per salutarla al mio ritorno.

-Tommaso ti posso fare una domanda?- annuisce pensieroso.

-Adesso noi cosa siamo? Cioè a parte due traditori!- mi guarda come se mi stesse analizzando per bene.

-Perché io dovrei essere un traditore?-

-Ecco... Stai con Margaret!- lo dico come se il tutto fosse alquanto ovvio. Scrolla la testa.

-Io non sto con Margaret. Quella scena che hai visto era solo per provocarti. Io non la desidero come tu non desideri Brandon. Stiamo tutte e due giocando con i nostri sentimenti facendoci solo soffrire, anche se devo ammettere che soffrire ha la sua parte visto che siamo arrivati qui grazie alla sofferenza.- fa una risata nervosa accarezzandosi i capelli nervosamente come faceva sempre quando stavamo insieme.

-Quindi cosa devo dedurre da questa tua teoria?- chiedo speranzosa della sua risposta.

-Ascolta Daphne, non so se è stato un errore il nostro, ma sicuramente il più bello. Tu tornando in Italia tornerai da Brandon perché con il senno del poi penserai di aver sbagliato. Quindi lasciamo tutto per come è! Io ti amo, tu mi ami, ma quando torneremo sarai legata a Brandon.-

-Ma quello che è successo questa notte?-

-Facciamo così: comportiamoci da persone normali, ne da ex, ne da fidanzati. Se ci va teniamoci per mano,  chiamiamoci amore, baciamoci, ma solo come fanno due amici. Poi appena torniamo in Italia ci scordiamo tutto.-

-Questo lo avrebbe proposto un Brandon o una Jennifer, non tu!-

-Il destino ci ha separato, inutile accanirsi contro!-

-Si, ma il destino allo stesso tempo ci ha unito. Secondo te sarebbe mai successo se non eravamo destinati a stare insieme? Avrei preferito che dicessi "lascia Brandon e torniamo insieme", non queste stupide parole!- sto piangendo e con la voce strozzata non riesco quasi a respirare. I singhiozzi si impossessano di me.

-Sshh piccola! Non facciamo polemiche. Tu non avrai il coraggio di lasciarlo e forse abbiamo sbagliato tutto sin da quando siamo arrivati. Ma da una parte non me ne pento te lo giuro. L'unica possibilità che ci possiamo dare è stare insieme per due mesi e poi tornare come se niente fosse.- sono appoggiata al suo petto respirando l'aria di casa tra i singhiozzi. Lo guardo con le lacrime agli occhi e dico:

-E secondo te questa separazione di due mesi non sarà ancora più strazziante? Ragiona Tommaso. Soffriremo ancora di più allo scadere dei giorni!- i miei occhi lo stanno pregando e lui si commuove. È dispiaciuto.

-Secondo te in questi due mesi saremo capaci di resisterci, di non toccarci, di non assaporare le nostre labbra? Dobbiamp pur trovare un compromesso e questo l'unico. Tu hai baciato Brandon e...- non ci vedo più dalla rabbia.

-Cosa?! Io non ho baciato nessuno, è stato lui a prendermi con la forza. Quello che ha fatto il playboy per farmi incazzare baciando Margaret sei stato tu!-

-Va bene magari hai ragione tu, ma non si può tornare indietro.-

-Tu lo pensi, sei solo fissato che il destino non ci vuole unire quando ci ha appena unito questa  notte. Ti rendi conto delle cazz...- non riesco a finire di parlare che ritrovo le sue labbra sulle mie. Un bacio desideroso che voleva far continuare ciò che è successo poche ore fa su quel letto.

Quando ci stacchiamo per respirare ha ancora le sue mani sulle mia guance che mi tengono stretta e permettono che cessi quel contatto visivo. I suoi occhi brillano così come i miei.

-Era l'unico modo per farti stare zitta!- dice con quel sorriso da mozzare il fiato. Io intanto continuo a baciarlo fino a quando non ci manca il respiro. Non mi importa ora mai del futuro, mi voglio godere questi due mesi perché poi non potrò più mordere quelle sue fantastiche labbra che mi desiderano tanto.

Usciamo dall'hotel nella piena aria natalizia e decidiamo che dopo aver girato un'altra volta per la piazza di Madrid per vedere nuovamente i negozi andremo a mangiare in un ristorante che ci farà degustare le specialità spagnole. Per tutta la passeggiata io e Tommaso ci teniamo per mano e ogni tanto mette le nostre mani nella mia tasca perché fa freddo oggi. Indosso un semplice paio di jeans e una maglietta che mi ha comprato quando eravamo fidanzati Tommaso. È bianca con i brillantini e con lo scollo a barca ed è un qualcosa di favoloso. È una maglietta speciale principalmente perché me l'ha regalata lui.

A un certo punto un telefono inizia a suonare, ma non è solo il mio. Due telefoni con la stessa suoneria. Rispondiamo all'unisono e quando ci guardiamo negli occhi capiamo subito chi è che sta chiamando: Brandon e Margaret. Ora inizia il divertimento, iniziano le bugie, inizia la recita.

-Si?-

-Amore mio come stai?-

-Tutto a posto tu?- posso risultare fredda ma non mi interessa.

-Sai mi manchi tanto non è lo stesso senza di te!- "Si, certo chissa quale troietta ti stai sbattendo in questo momento!" zitta coscienza una volta ogni tanto uffa.

Finalmente la sera arriva e io e Tommaso ci corichiamo nello stesso letto come due veri innamorati, ma questa volta coccolandoci e facendoci carezza e dicendoci ogni tanto ti amo.

-Domani inizia il vero tour della Spagna- gli sussurro all'orecchio.

-Mhm... Non vedo l'ora!- dice mordicchiandomi il lobo dell'orecchio per provocarmi.

-Sai Madrid è famosa per innumerevoli cose come per esempio lo stadio.- a quella parola gli occhi iniziano ad illuminarsi e con quegli stessi occhi mi prega di andarci, così gli prometto un giretto li dentro e lui sembra felice come un bambino che ha appena scartato il suo regalo.

-Poi andremo al palazzo reale a conoscere la regina e...-

-Non ce ne di bisogno, conosco già la mia regina!- sorride malizioso e io non posso fare a meno di sorridergli e baciarlo.

Mi mancava toccare le sue labbra, il suo petto e suoi favolosi zigomi quando sorrideva, principalmente se la causa del suo sorriso ero io.

Ci mancavamo come ai bambini mancano i propri giocattoli dopo le vacanze. Poche settimane come se fossero anni. Anni buttati al vento. Chissà cosa avrebbe pensato Stan di tutto questo. Sicuramente sarebbe stato felice, ma evidentemente non posso stare con lui perché ormai abbiamo deciso. Al rientro faremo finta che non sia successo nulla e continueremo a ringhiarci contro perché alla fine potremo fare solo questo. Amarci in silenzio e urlare il disprezzo.

Alla ricerca del mio angeloWhere stories live. Discover now