Etereo

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Lo spazio era angusto e stretto, l'unica debole luce che si poteva intravedere era causata dallo spiffero lasciato aperto dalla porta, il più piccolo e sottile possibile. L'odore acre e pungente di detersivi misti a polvere, sollecitava frizzante il naso del ragazzo, il quale era accostato all'uscio, che, con occhio serpentino, diligente scrutava il corridoio, non perdendo mai di vista, se non per pochi secondi, la verde porta numerata 206H. Piccole gocce di sudore scendevano lungo le tempie, delineando con lucentezza i perfetti lineamenti del ragazzo. Quelle che non venivano assorbite dai capelli corvini, continuavano calme il loro viaggio verso il collo, per poi fermarsi al contatto con il colletto del grigio maglione, alcuni punti del quale, venuti a contatto con queste, si stavano scurendo sempre più. Il respiro usciva leggermente accelerato dalle labbra rosse, causa la corsetta appena conclusa per arrivare nel luogo, abbastanza in tempo da non farsi vedere. Solo l'orario era stato borbottato con espressione un po' burbera e diffidente, ma allo stesso tempo tenera, da Yoongi, il giorno precedente. Il corvino continuava ad ignorare sia l'aspetto che il nome del giovane che stava cercando, ma almeno il primo, quel pomeriggio, lo avrebbe scoperto. Così, Jeongguk, era rimasto in orario extra-scolastico solo per cercare di riuscire a vedere il ragazzo misterioso, correndo, subito dopo il suono acuto della campanella, a rifugiarsi indisturbato nello stanzino sfruttato come ripostiglio dal personale scolastico. Il tempo scorreva lento, facendo così percepire tutti i secondi, divenuti poi minuti, dell'attesa, che non faceva altro che aumentare la fibrillazione e il battito cardiaco del giovane. Quest'ultimo, notando che ancora nessuno era nei paraggi, fece scivolare silenziosamente lo zaino a terra, e poggiò maldestramente una mano sulla maniglia, accucciandosi verso il basso, non lasciando però toccare il pavimento polveroso alle ginocchia. Quando si passò la lingua sul labbro inferiore inumidendolo, sentì una voce familiare provenire dal corridoio che stava scrutando con tanta cura. Non capì cosa stesse dicendo, ma la riconobbe come quella di Yoongi. Così, la presa sulla maniglia si fece più stretta, il corpo si alzò silenziosamente in posizione eretta, e il viso lentamente si avvicinò, senza che se ne accorgesse, allo spiffero lasciato aperto; le orecchie si fecero più attente, non volendo perdersi niente, e il cuore iniziò a battere un ritmo più veloce. Quando Yoongi, con la sua figura minuta e slanciata, entrò per primo nella sua visuale, il cuore del corvino sfarfallò in fibrillazione, non riuscendo più a calmarsi e ad aspettare di vedere la figura a lui ancora sconosciuta ma tanto cercata. Poi, finalmente, un secondo ragazzo, dai capelli castani leggermente troppo lunghi, entrò nella sua visuale, e, guardandolo, gli occhi voraci si ingrandirono man mano che lo sguardo correva sulla figura di quest'ultimo, restando semplicemente senza parole alla vista di tanta bellezza, non potendola esprimere in alcun modo se non eterea.

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