Esitante

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Il continuo tamburellare delle soffici dita sul bianco muro, causava un ticchettio tranquillizzante alle orecchie del ragazzo. Lo zaino stanziava disordinato ai suoi piedi, pieno ancora dei libri delle lezioni, non avendo voluto perdere tempo nel riporli all'interno del suo armadietto. L'ampia spalla sinistra posava tesa sulla parete, permettendo così al giovane di sbirciare continuamente dietro l'angolo, in trepidante attesa della persona che si sarebbe presentata all'armadietto numerato 487. Una piccola smorfia persisteva nel mostrarsi sul viso, la quale però, era subito nascosta. Tutto ciò era causato dalla piccola abitudine di mordersi la carne umida, morbida e gommosa all'interno della bocca, proprio ai lati delle labbra, dove si presentava un piccolo rigonfiamento, perfetto da mangiucchiare con i denti. Alle volte, lo mordicchiava fino a staccarlo, sentendo così il sapore del sangue in bocca. Per questo motivo, passando per un monotono corridoio della scuola, se si prestava attenzione, si poteva notare un ragazzo dai capelli corvini e il tenero sorriso dal sapore metallico affacciarsi continuamente dietro l'angolo, tranquillizzandosi grazie al tamburellare continuo delle dita curate su quel bianco muro, che poi, tanto bianco, non era più.

Mordendosi forte il carnoso labbro inferiore, Jeongguk si staccò dalla parete con un agile colpo d'anca, raccogliendo svogliato e deluso lo zaino vicino ai suoi piedi. Lo mise rassegnato sulla spalla destra, iniziando ad incamminarsi verso l'ingresso principale attraverso quei corridoi dalle pareti sporche, quando non riuscì a non voltarsi un'ultima volta verso l'armadietto 487. Fu in quel preciso momento, che vide un ragazzo camminare leggero e rapido verso il punto a lui interessato. Quando Min Yoongi raggiunse la sua meta con passo silenzioso ma veloce, buttò un consunto zaino marrone ai suoi piedi con noncuranza, aprendo rapidamente lo sportello dell'armadietto con frustrazione, il quale produsse un forte rumore metallico per lo scontro con quello vicino, ma non sembrò importargliene. Jeongguk si fermò un momento ad osservarlo, notando come le sopracciglia perennemente contratte e leggermente nascoste dalla lunga frangia bianco platino, dessero un senso di preoccupazione al viso tondeggiante e magro del ragazzo. Il maglione, sui toni del grigio scuro e nero, delineava perfettamente la figura minuta ma leggermente atletica, donandogli quasi un'aurea di freddezza costante. Contemplandolo in silenzio, indeciso se andargli a parlare o meno, notò i suoi movimenti veloci e sbadati, quasi avesse pensieri vorticanti in testa, che non lo lasciavano prestare attenzione alle sue azioni. Più di una volta si era sentito un colpo rimbombare grave per il corridoio, causato dallo scontro delle mani con l'armadietto, ma mai sul viso del giovane si erano mostrate smorfie di dolore. Jeongguk svuotò completamente la mente, e si avvicinò con passo veloce al ragazzo più grande, ma, una volta raggiunto il biondo, esitò a parlare, stando in piedi al fianco della persona a cui era interessato. La bocca dal sapore metallico era leggermente spalancata, pronta a muoversi per comunicare, ma il corvino restò senza parole, boccheggiante. Non riusciva a trovare una frase di senso compito che potesse presentarlo al maggiore, e che non gli facesse fare una brutta figura. Fu Yoongi a risvegliarlo, con la voce un tono o due più bassa, per non rompere completamente il silenzio venutosi a creare nel corridoio vuoto, esclusi i due.
«C'è qualcosa che vorresti dirmi?»
Jeongguk sbattè velocemente le palpebre, stupito, facendo sfarfallare le lunghe ciglia nere, per poi rispondere con la prima cosa che gli passò per la mente.
«Come?»
Min Yoongi chiuse l'armadietto con uno scatto, e si issò il vecchio zaino marrone su una spalla, rivolgendo, seppur con malcelato fastidio, la sua attenzione al più giovane.
«Ti ho chiesto se ci fosse qualcosa che vorresti dirmi, perché io avrei da fare»
«Oh»
Il corvino spostò tentennando il peso da un piede all'altro, sentendosi leggermente a disagio per il fastidio creato al più grande, ma con l'occhiata irritata che ricevette subito dopo la sua esclamazione, si risvegliò del tutto dallo stupore e gli pose la domanda che non aveva lasciato la sua mente da quando ebbe saputo il nome di Min Yoongi.

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