Capitolo LXII

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La folla rimase in silenzio, ammutolita al momento dell'esecuzione della condanna a morte dell'ex Aurelius.

Il vento sospirava leggero, in quella fresca giornata primaverile.

I fucilieri abbassarono il fucile, guardandosi fra di loro.

Caesar rimase un istante in silenzio, in attesa come la folla.

La regina uscì dal palazzo accompagnata dalle sue guardie per vedere il corpo esanime del presunto assassino di suo marito.

Il Caesar si voltò verso i fucilieri.

<<CHE DIAMINE SIGNIFICA?>>urlò furioso il comandante puntando un dito verso l'ammiraglio, ancora vivo e vegeto.

I fucilieri si voltarono verso il superiore, puntando le carabine verso di lui.

Il Caesar arretrò di qualche passo, intimorito da quell'improvviso ammutinamento.

<<È molto semplice.>>rispose una voce che arrivò dalla folla, rimasta immersa nel silenzio tutto quel tempo.

<<L'Impero non giustizia uomini innocenti.>>dichiarò Suum.
<<Suum? Lurido verme... Osi uscire allo scoperto proprio qui, proprio ora? Hai una gran faccia tosta... Credi che cinque fucilieri corrotti possano salvarti?>>gridò la regina dall'alto della scalinata.
<<Mia imperatrice, si sbaglia. Io non compio mai mosse avventate. Soprattutto se c'è in gioco la mia patria.>>

Alcune delle guardie pretoriane che scortavano la sovrana si rivoltarono contro i loro commilitoni, disarmandoli ed immobilizzandoli a terra.

<<Traditori! Siete tutti dei dannati traditori!>>
<<Sa, è ironico, mia regina... Perché qui l'unica traditrice è lei.>>
<<Cosa... Cosa sta dicendo?>>balbettò lei.
<<È lei che ha ordinato l'assassinio di Mereus Goriano, nostro compianto imperatore. È lei che quella notte ha ingaggiato un sicario per uccidere l'imperatore. È lei che ha ordito tutto questo per portare voi e vostro figlio al potere!>>la accusò il senatore iniziando a salire i gradini.

I pretoriani che prima erano stati immobilizzati alzarono lo sguardo verso la regina, sorpresi da quella rivelazione.

<<Non avete le prove!>>

Un navetta apparve sopra la piazza. Un proiettore posto sotto di essa mostrò delle immagini, prove schiaccianti verso la donna.

<<Da qui si può vedere il registro dei vostri movimenti finanziari, mia imperatrice. Si possono vedere i crediti dati ad un sicario, e, se non dovesse bastare, ecco le prove.>>

Una registrazione di quella nefasta nottata mostrò la pista di atterraggio del palazzo imperiale e, con un grosso ingrandimento, mostrò un cecchino sparare a sangue freddo al sovrano.

Suum fece bloccare l'immagine<<Il fucile che ha in mano proviene dall'armeria imperiale posta all'interno del palazzo. Nessuna arma sarebbe stata capace di uccidere un uomo con tanta precisione da una tale distanza. Voi avete fornito l'arma al killer, poi l'avete riportata nell'armeria, come se nulla fosse successo. Scommetto che, se dovessimo analizzare l'ammazzatempeste dell'armeria imperiale, scopriremmo che è stato usato proprio quella notte.>>

La regina rimase a bocca aperta, ammutolita, poi iniziò ad avvicinarsi verso Suum, estraendo una pistola posto sotto il mantello.

<<Bugiardo!>>urlò lei alzando l'arma.

Un paio dei pretoriani a terra si liberarono dalla morsa dei compagni e placcarono la donna prima che potesse sparare.

<<Mia imperatrice...>>sibilò Suum avvicinandosi a lei<< La giustizia ha trionfato! L'Impero ha vinto!>>
Poi, avvicinandosi al suo viso, sottovoce, in un bisbiglio<<Io, ho vinto...>>disse beffardo Suum, prima di rialzarsi.
<<Portatela via. Domani la giudicheremo.>>ordinò ai pretoriani.

Il Caesar gli venne incontro<<Senatore Suum, io non sapevo... Non potevo sapere...>>
<<Con voi sarò clemente, comandante... Non sarete sottoposto alla corte marziale.>>
<<Eccellenza, voi siete troppo buono...>>
<<Non ringraziarmi. Verrai destituito dell'incarico. Verrai congedato con disonore per aver eseguito gli ordini di un traditore, senza contestarli e senza porti problemi. Inoltre sarai interrogato per poter raccogliere tutte le informazioni necessarie ad analizzare il caso ed avere un giudizio onesto e corretto nei confronti dell'imperatrice.>>sentenziò Suum che, con un cenno della mano, indicò ad altri due pretoriani di portarlo via.

Poi si avviò verso Sol, che era rimasto immobile tutto quel tempo, in una condizione semi-cosciente.
<<Pavel? Ragazzo, mi senti?>>chiese dandogli qualche colpetto leggero sulla spalla.
Sol parve riprendersi leggermente<<Senatore... Avrebbe potuto informarmi...>>rispose con un filo di voce.
<<Non sarebbe stato divertente...>>rispose con un sorriso un po' artificiale, poi riprese, più serio<<A parte quello, non potevo dirtelo o lo avrebbero scoperto. Dimentichi di avere ancora questo dentro di te?>>gli ricordò il politico picchiettandogli il collo con due dita nel punto in cui era stato piantato il chip.
<<Dobbiamo catturare il principe... Se lo scopre potrebbe mandarci contro...>>
<<Già fatto, è già stato arrestato un'ora fa... Inoltre ho provveduto a diffondere messaggi che provavano il tradimento di moglie e figlio in tutto l'Impero... ora siamo noi nel giusto e loro nel torto...>>
<<Come... Come ha fatto ad organizzare tutto?>>
<<Un piccolo aiuto di qualche uomo influente... Diciamo che un certo King... Mi ha aiutato...>>rispose iniziando a staccarlo dalla croce a cui era stato agganciato.
<<King? Ma non mi voleva... Consegnare all'imperatrice?>>
<<Ah, a proposito... Ti riferisci a quei due uomini che ti hanno inseguito il giorno dopo della nostra... Chiamiamola congiura?>>
<<Come fa a saperlo?>>
<<Li ho ingaggiati io.>>
<<Come? Lei ha messo a rischio la mia vita per... Per cosa?>>
<<Mi serviva tempo per raccogliere le prove per incastrare l'imperatrice ed il principe... Solo grazie a te ci sarei potuto riuscire... Ma avevo bisogno che tu fossi nelle loro mani, così che potessero pensare che la minaccia maggiore fosse sotto il loro controllo...>>
<<Voi avreste potuto farmi uccidere!>>
<<Non lo avrebbe fatto. Dovevi risolvere la questione di Cascalia... E dare una lezione ai separatisti...>>
<<Come fate a sapere di...>>
<<So tante cose, Pavel, molte più di quante tu possa pensare. Ma non è il momento di parlarne... Credo... Credo ci sia qualcuno che vuole vederti... Ancora vivo...>>osservò voltandosi alle sue spalle.

Una piccola cannoniera si adagiò nello spazio creato dalla folla che si era spostata.

Elize e Ora scesero di corsa dalla nave, andandogli incontro.

Sol abbracciò Elize, per l'ennesima volta in poche ore. Ma questa volta era di sollievo.
<<È finita...>>disse lui.
<<È finita... Bene.>>commentò lei.

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