Capitolo XXII

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Martiri dell'Impero

<<Raccattate tutto quanto può tornare utile!>>ordinò Sol bloccando un ragazzo che gli passava affianco.
<<Dica Signore!>>rispose sull'attenti.
<<I sistemi di comunicazione dell'interfono funzionano ancora?>>
<<Penso di sì, capitano. Mi segua.>>lo invitò avviandosi verso la propria postazione.

Raggiunsero la console, il tenente fece spostare il sottoposto, sedendosi lui stesso alla console.

<<Uomini, qui è Sol che parla. Chiunque sia capace di combattere trovi una posizione è la mantenga. È probabile che l'avanguardia arrivi a breve. I feriti vengano portati in infermeria. I genieri si adoperino per fortificare le nostre posizioni: minate i dintorni, piazzate scudi e cannoni fissi. I militari trovino posizioni facilmente difendibili dentro la nave: le infermerie e le armerie devono avere la priorità. Al resto dell'equipaggio, controllate le torrette della nave e, se possibile, riparatele, ci torneranno utili. Che l'Architetto ci protegga.>>

Un uomo si fece strada nella sala comando. Era Kahn, infuriato oltre ogni modo.

<<Che diamine hai fatto! Incompetente, ci hai condannati tutti a morte!>>gridò afferrandolo per il colletto della camicia. Due soldati al suo fianco si fecero avanti, respingendolo.
<<Non osare più toccare il capitano!>>lo minacciò uno.
Sol lo bloccò<<Ha ragione, è colpa mia se siamo in questa situazione... Ma ho portato a termine la missione.>>
<<E chi se ne importa della missione! Me ne frego dei Gloore, potevano marcire con Adrian su quel pezzo di terra dove si erano nascosti!>>sbottò il maggiore, poi proseguì<<E voi non osate più difenderlo! Non è più il capitano di una nave, la nave non c'è più! C'è solo questo ammasso di metallo!>>poi tornò a rivolgersi all'oralita<<Ti starò affianco fino al mio ultimo respiro Sol, non ti farò più compiere pazzie simili, fidati di me!>>lo minacciò Kahn, facendo poi cenno di seguirlo.

Camminarono lungo i corridoi inclinati della nave. Kahn si voltò un istante<<Quasi dimenticavo, prendi questa.>>disse porgendogli una pistola ad impulsi.
<<Sai come funziona, no? Allora vedi di non farti ammazzare.>> La sua frase pareva quasi un ordine. Il tono perentorio non permetteva a Sol neppure di aprire la bocca prima di essere interrotto.

<<Dove andiamo?>>chiese finalmente.
<<In prima linea. È ora di farsi le ossa ragazzo. Star dietro uno schermo è facile per tutti. Non dovrebbe preoccuparti la cosa, sei stato una guardia oralita del resto.>>lo informò.
<<In tutto questo, non ho ancora avuto modo di chiederti una cosa...>>
<<Cosa?>>ribattè secco il maggiore.
<<Il tuo nome. Se devo chiamarti in battaglia, il nome è più...>>
<<Gregor. Ma è meglio se mi chiami Kahn. È più corto.>>obiettò l'altro.

Raggiunsero la cima della cresta sporgente della nave da guerra schiantata. La Ignis era parzialmente affondata nel ghiaccio, sporgendo di qualche decina di metri sul lato destro. Attorno a loro una grossa quantità di soldati continuava a muoversi avanti ed indietro. Una squadra di tiratori scelti si appostarono poco lontano, un gruppo di soldati che faticavano trasportando una mitragliatrice fissa si appoggiarono alla loro sinistra, producendo un suono metallico con l'arma lasciata cadere a terra.

Sol scrutò i dintorni: sotto di loro alcune squadre scavavano nella neve delle trincee improvvisate. Dei genieri piazzavano delle mine intelligenti attorno alle strade che portavano alla Ignis. Un gruppo di tiratori scelti montarono su un veicolo da ricognizione monoposto e si lanciarono alla ricerca di una posizione vantaggiosa dove piazzarsi nei dintorni.  Attorno a loro la tempesta infuriava: si faticava a vedere qualche metro oltre la punta del naso. Un cannone sulla prua della nave lanciò alcuni razzi incandescenti in cielo. Questi missili rimasero sospesi nell'aria, sciogliendo la neve vicina al loro percorso. La tempesta parve acquietarsi nella zona.

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