Capitolo XXI

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<<Come previsto Caicel arrivò nel sistema. Tuttavia la flotta di Canaiss non si ritirò senza combattere nonostante l'estrema inferiorità numerica. L'Aurelius arrivò con una flotta arrangiata, eppure degna dei più grandi eserciti delle galassie... Dannazione, cosa darei ora per comandare un simile esercito.>>osservò invidioso Sol.
<<Questo infinito ciclo di guerre che avete appena concluso ha stremato Latietia... Ma ormai non è più un regno questo... Da tempo è diventato un impero.>>
<<Il più grande mai esistito. Non vi sono nazioni che osano contrastarci... Nessuno che osa mettere in dubbio la parola del imperatore.>>
<<Sembra scontento, ammiraglio.>>lo contestò malizioso il Kalsirr.
<<Temo che aver fondato una nazione così potente, talmente grande e fiera... Non abbia fatto altro che renderci più deboli.>>
<<Cosa intende, ammiraglio?>>
<<Il malcontento sta andando diffondendosi... L'Impero freme... Le etnie vogliono ricreare i propri stati... Mi chiedo quanto l'Impero possa resistere.>>pensò Sol rialzandosi in piedi.

Gli stivali pesanti da militare scricchiolarono sul pavimento metallico della nave. Strofinò i piedi tentando di scaldare le dita: la stanza era piuttosto fredda, i sistemi di termoregolazione ancora non erano stati riparati.

<<Maestro Grahoon... Gradirebbe tornare a casa?>>
<<Ovviamente, ammiraglio. Tornare sul mio mondo natale, riabbracciare la mia famiglia...>>

Il kalsirr si interruppe. Sol si voltò. Sentì gelare il sangue quando incrociò lo sguardo del maestro. Lo stava osservando, lo squadrava e lo valutava.

<<Cosa succede, maestro?>>

Quelle di Sol non erano altro che parole strascicate. Aveva detto qualcosa di sbagliato?

<<Dimenticavo una cosa, Aurelius Sol.>>
<<Cosa?>>domandò Sol senza voler veramente conoscere la risposta, benché temesse di sapere già ciò che il prigioniero avrebbe detto.
<<Non ho più una famiglia. Voi li avete uccisi, tutti. Tutti, amici, parenti... Nessuno che conosco è più fra noi.>>
<<Maestro, sono immensamente dispiaciuto... Se potessi...>>
<<Non può far nulla. Avete inviato un battaglione con il compito di rastrellare il villaggio in cui credevate vivessi... Vi sbagliavate... Non ero lì. Eppure, vennero giustiziati tutti quei poveri innocenti. Come ha potuto dare quell'ordine così crudele ed insensato, ammiraglio Sol?>>lo interpellò furioso lo scriba.
<<Non fui io a dare quell'ordine. Io avevo dato le predisposizioni per la missione... A condurla era un'altro ufficiale.>>
<<Lo conosceva?>>
Sol non volle mentirgli ancora<<Sì. Era Kahn. Ho affidato a lui l'operazione quel giorno.>>confessò.
<<Quel cane! Lei ha affidato a quel carnefice ed esaltato una missione simile sapendo i suoi atteggiamenti? Lei è un pazzo Sol! Non comprendo come abbia potuto trovare giudiziosa una scelta degenerata come quella!>>
<<Maestro Grahoon...>>tentò di zittirlò l'oralita.
<<Lei non ha metri di giudizio! Non conoscete le potenzialità ed i limiti dei vostri sottoposti!>>
<<Si calmi, maestro...>>ripetè Sol.
<<Mi chiedo come abbia fatto ad ottenere ciò che ha ora! Sposo di una nobile principessa dek, l'ultima discendente di Horaxus! Soprattutto, mi chiedo come abbia potuto l'imperatore affidare ad un tale incoerente, incompetente e malleabile ufficiale come lei il titolo di Aurelius! Sol, lei è...>>
<<STIA ZITTO!>>gridò Sol balzando in avanti verso il piccolo scrittore.
<<Lei non sa ciò che ho fatto, i sacrifici che ho dovuto sopportare e non conoscerà mai, e dico mai, la sensazione che si prova a tradire il proprio credo, i propri uomini ed i propri familiari per una giusta causa! Lei non mi conosce Grahoon! Lei non è altro che un misero scrittore, mio prigioniero, nato su Kalsirr e vissuto sempre in eremitaggio finché non ha avuto a portata una carriera politica, rivelatasi poi fallimentare. Lei è nato nello stato sbagliato, nel periodo sbagliato! Ricorda gli eroi di Cascalia? Si sono trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato... E di conseguenza, sono diventati eroi... Per colpa mia. Lei, maestro Grahoon... Lei, al contrario, sarà dimenticato dalla Storia, la Storia scritta dai vincitori. Lunga vita all'imperatore!>>gridò Sol uscendo dal proprio alloggio infuriato.

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