Capitolo XXIII

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La Invictus

La pazza corsa di una navetta era davvero tremenda da vivere: veloce come una saetta, sfrecciava libera nel mezzo della battaglia.

Sol osservava la scena dall'oblò: la battaglia attorno a loro sembrava quella di un film, non pareva esserci in mezzo. Raggi di ogni colore che riempivano il vuoto, enormi incrociatori che si davano battaglia, piccoli caccia che duellavano in vorticosi scontri mortali.

Vide la loro destinazione: la Invictus. Che nave splendida, che corazza lucente! Col passare del tempo, se ne sarebbe innamorato. La forma affusolata simile ad ogni altro incrociatore latieta. L'unica differenza stava nel colore della corazzatura: un blu zaffiro che riluceva nel buio cosmico. Il suo primo pensiero fu <<Spettacolare...>> Subito sorse in lui il desiderio di pilotarla o, per meglio dire, comandarla.

Giunsero finalmente nell'hangar della nave ammiraglia. Vi entrarono giusto in tempo per evitare una bordata di colpi sparati da un incrociatore poco lontano.

Scesero dalla navetta accompagnati da una dozzina di componenti dell'equipaggio. Quattro di questi trasportavano su una barella il povero Hooran. Un piccolo veicolo a levitazione magnetica si avvicinò a loro. Adagiarono il ferito nel vano posteriore ed uno di loro battè due colpi sul retro di questo. Il trasporto si lanciò a velocità sostenuta verso l'ospedale della nave.

Sol si guardò attorno, Kahn gli si avvicinò arrivandogli alle spalle<<Vivi per un soffio...>>
Sol rimase muto, immerso nella confusione dell'hangar, come stordito.
<<Dovremmo andare a far rapporto ad Aurelius. Credo voglia vederci... Se no non ci avrebbe fatto salvare.>>
<<Vuole vedere me, se mai...>>precisò Sol.
<<Sì, sì, certo. Non montarti la testa solo perché un ammiraglio ha ordinato il salvataggio di un capitano improvvisato... Sei l'unico che sa bene cosa è successo durante la sparizione della Ignis...>>tentò di abbatterlo Kahn con quella che pareva solo una debole scusa.

Si avviarono verso l'uscita dell'hangar che portava ai corridoi della nave.
Una donna in uniforme gli si avvicinò, fermandoli.
<<Uno di voi due è Pavel Sol?>>
<<È lui.>>rispose Kahn con un cenno anticipando di poco la risposta del compagno.
<<E lei sarebbe...?>>chiese la donna.
<<Maggiore Gregor Kahn, eravamo imbarcati assieme sulla Ignis.>>raccontò Sol anticipando a sua volta il compagno.
<<Non credevo che anche gli altri membri dell'equipaggio fossero un obiettivo della missione...>>
<<Nella confusione siamo rimasti a bordo... Ci stavamo prendendo cura di un ferito.>>raccontò Kahn.
La donna lo osservò, poi disse<<Molto bene... Seguitemi. Caicel vorrà incontrarvi.>>disse avviandosi lungo il corridoio di un metallo grigio tendente all'azzurro.

<<Perché non le hai detto che avete abbandonato il campo di battaglia e basta?>>domandò Sol.
<<Sei pazzo? Sarei stato etichettato come disertore! Ho abbandonato una battaglia... Gli ordini erano di combattere ed io son fuggito... Come anche Hooran, ma lui ci tornerà utile come alibi.>>spiegò il maggiore.
A Sol quel comportamento non piaceva, Kahn pareva non fidarsi mai di nessuno ma preferì rimanere zitto.

Raggiunsero la donna mentre un'allarme risuonò per la nave.
<<Cos'è?>>chiese Sol senza riconoscere il segnale.
<<È l'avviso che la flotta sta per lanciarsi a velocità nove K. Ce ne andiamo.>>spiegò la donna.
<<Capisco... Lei sarebbe?>>
<<Comandante di vascello Igiris Feua. Sono il capitano della Invictus.>>
<<Capitano? Non è l'Aurelius il capitano della Invictus?>>
Kahn si intromise<<Ovvio che no, gli ammiragli risiedono in una nave ma non la comandano direttamente, loro si occupano della componente strategica della battaglia. I capitani invece si occupano di eseguire gli ordini e completare gli obiettivi come meglio credono.>>spiegò Kahn.
<<Grazie di avermi risparmiato la spiegazione, maggiore.>>
<<Di nulla, signore.>>ringraziò l'altro.

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