30. Occhio per occhio, prezzemolo e finocchio

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«Come stai?» L'amica dovette ripeterglielo due volte; si era distratta di nuovo.

«Sto bene. Se non fosse stato per Mick non sarei uscita stasera, ma aveva ragione lui. Ne avevo bisogno.»

«Sono contenta che almeno lui ti abbia convinto, visto che io non ci sono riuscita.» Vanessa le accarezzava distrattamente la mano, lanciando occhiatine di sottecchi alle sue spalle. Adua si girò, aspettandosi di trovare uno dei ragazzi – Alex, probabilmente, perché era il classico tipo che piaceva a tutte – e invece rimase basita quando vide il fratello avvicinarsi a loro.

«Ciao! Mi fa piacere tu sia venuta. Adua non sarebbe uscita senza di te.» Mick si sporse per lasciare due baci sulle guance della sua amica. La mora aggrottò le sopracciglia, pronta a suonargliele di santa ragione.

«Grazie. Sembrate tutti così simpatici» disse Vanessa, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Adua rimase in silenzio, spostando lo sguardo prima sull'uno e poi sull'altro, non sapendo cosa pensare.

«Non per vantarmi, ma io sono il migliore. Permetti?» Mick la prese sottobraccio, avviandosi verso l'ingresso e gesticolando animatamente – probabilmente vantandosi delle sue grandi doti. Ad Adua quasi cadde la mandibola per terra: si aspettava che suo fratello e la sua amica si contendessero le sue attenzioni quella sera, desiderosi di scacciare il suo cattivo umore, invece i due avevano fatto comunella dimenticandosi completamente di lei. Di più: Adua sospettava che i due si piacessero. Il pensiero le faceva venir voglia di ridere e piangere allo stesso tempo.

«Sbaglio o qualcuno è rimasto solo?»

Adua si girò, ricambiando il sorriso della rossa al suo fianco. Lisa era sempre stata la sua preferita tra le amiche di Mick, forse perché era l'unica che non aveva paura di sporcarsi un po' le mani quando le chiedeva di giocare insieme a lei, da piccola. «Lo conosci, mio fratello. Cambia sempre bandiera al primo alito di vento.» Scosse la testa.

«Questo perché tuo fratello è una grande testa di cazzo.» Un'altra voce si aggiunse alla loro, e il ragazzo le raggiunse e tenne aperta la porta di ingresso per farle passare.

«Grazie! Finalmente qualcuno che condivide la mia opinione.» Adua gli diede corda, e Alex le fece l'occhiolino. Non vedeva il ragazzo dall'ultimo anno di liceo di Mick, quando lui era il rappresentante di istituto più popolare della scuola e Adua una tredicenne con le trecce e le ginocchia perennemente sbucciate. Ricordava perfettamente di quando il fratello la cacciava via dalla camera dove loro giocavano alla PlayStation, dicendole che non erano giochi per femmine, mentre Alex la difendeva, ottenendo addirittura una volta il permesso per Adua di fare una partita contro il fratello. Alla fine Adua lo fece a pezzi, il che però la fece ritornare al problema iniziale – Mick non la voleva in camera con lui, altrimenti l'avrebbe messo in ridicolo davanti ai suoi amici.

Gli anni sembravano aver avuto poco effetto su di lui: era lo stesso spilungone sbarbatello dal sorriso facile di una volta. Soltanto gli occhi sembravano diversi, in qualche modo più profondi, consapevoli del mondo di squali in cui tentava di trovare lavoro. «Lo dico e lo sottoscrivo, Adua. A proposito, da quant'è che non ci vediamo? Ti trovo bene.»

La strinse in un rapido abbraccio, prima di dirigersi verso il tavolo che gli altri avevano occupato; Adua rimase nuovamente sorpresa nel constatare che Vanessa aveva già preso posto accanto a Mick, il che la costrinse a sedersi tra Alex e Lisa, che nel frattempo chiacchierava con la ragazza al suo fianco. Rivolse il suo sguardo al ragazzo, bisognosa di togliersi dagli occhi l'immagine raccapricciante del fratello che flirtava con la sua migliore amica – cosa non vera, i due stavano solo chiacchierando, ma Adua aveva una passione per l'esagerazione. «Credo qualche anno. Grazie, tu non sei cambiato di una virgola, invece.» Gli sorrise.

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now