29. Nell'occhio del ciclone

8.6K 325 29
                                    




Capitolo 29
Nell'occhio del ciclone















Adua aveva cercato con tutta se stessa di non pensare a cosa Paulo stesse facendo in Argentina, così lontano da lei, e a quando sarebbe tornato. Se pensava a lui immediatamente le tornavano alla mente gli ultimi momenti passati insieme, e non aveva voglia di passare l'ennesima giornata a compatirsi sotto le coperte.

Paulo non l'aveva scritta prima di partire, ma lei sapeva che avrebbe avuto la partita con la Nazionale. Non si sentivano da quel fantastico lunedì in cui tutto era stato perfetto, e tutto era andato a rotoli. Quando ci ripensava provava sentimenti contrastanti, divisa tra l'esaltazione dovuta al loro momento e l'amarezza del loro saluto, e si chiedeva se il ragazzo pian piano non la stesse portando verso la strada della follia. Così aveva cercato di rimandare le rimuginazioni il più a lungo possibile, chiudendosi in una sorta di isolamento da qualsiasi mezzo internet per non sapere niente di lui, finché anche questa soluzione l'aveva portata all'esasperazione. Con le mani che formicolavano si decise a prendere il telefono e cercare qualcosa, qualsiasi cosa che potesse darle notizie su cosa stesse facendo e come stesse. Perché lei si sentiva uno schifo, e sapere che magari anche lui soffriva la mancanza sarebbe stata una piccola consolazione.

Su internet c'erano solo notizie sulla partita, che l'Argentina aveva vinto, ma per quanto potesse farle piacere non era quello che le interessava al momento; così iniziò a vagare un po' sui social, prendendo spunto da ciò che era solita fare Vanessa e curiosando un po' tra i suoi profili, e quelli delle persone che conosceva, e quelli di persone che conoscevano persone che conosceva, e la cosa la fece sentire piuttosto patetica. E poi, perché l'amica trovava sempre qualcosa di interessante e lei mai niente?

Al limite dell'esasperazione comprese che non avrebbe trovato nulla, quindi iniziò a girare un po' a caso e ad aprire vari profili, come quello di Antonella, e quello delle amiche con cui apparentemente era andata a ballare la notte prima, e –

Il suo cuore saltò un battito.

Certa di non aver visto bene, riaprì la Storia che questa ragazza aveva postato, dove in fondo a un corridoio poco illuminato si notavano due figure – un ragazzo e una ragazza – appoggiati contro al muro, con tanti cuoricini che incorniciavano le loro teste. La ragazza era senza dubbio Antonella, non serviva la scritta in fondo alla foto a capirlo, e lui, beh, lui era Paulo. Il suo Paulo che dopo averla quasi portata a letto, baciava Antonella in mezzo a un corridoio.

Adua lasciò andare di scatto il telefono come se si fosse scottata, e questo ricadde con un tonfo sul pavimento. Gli occhi le iniziarono a pizzicare e il labbro inferiore a tremare; sentì il bisogno di sedersi sul letto. Non riusciva a pensare a nulla, nulla che non fosse quell'immagine stampata sul retro delle palpebre. Dopo tutte le dolci parole e i gesti carini che aveva avuto nei suoi confronti, non aveva esitato un attimo a correre nelle braccia della sua fidanzata quando si era reso conto che non l'avrebbe portata a letto tanto facilmente. Ma d'altro canto, di cosa si sorprendeva? Antonella e lui stavano ancora insieme, avevano tutto il diritto di baciarsi, era lei quella in torto stavolta. Non serviva a niente dirsi che però lui la stava illudendo, con i suoi sorrisi angelici e le mezze promesse, e che era stato lui il primo a sottintendere di volere di più, perché non cambiava le cose. Ed era questa la cosa che più la infuriava: che nonostante tutto, quello che aveva fatto in camera sua l'aveva portata dalla parte del torto. E non poteva biasimare nessuno, se non se stessa.

Adua si lasciò cadere sul letto con un sospiro, le mani premute sugli occhi come per impedire a questi di lacrimare. Non avrebbe mai pensato che la sua vita si sarebbe tramutata in questo caotico disastro; quasi rimpiangeva il fatto di non conoscerlo, ma poi le venne da ridere: era una bugiarda. Per quanto stesse male, non rimpiangeva niente di ciò che le era capitato. Forse, se avesse avuto la possibilità di ricominciare, avrebbe preso decisioni più risolute e avrebbe messo in chiaro cosa voleva e cosa non era disposta ad accettare; ma i "se" e i "forse" non erano mai serviti a nessuno, così come i desideri impossibili. Era ora di prendere atto della realtà, e la realtà era che lei provava qualcosa per Paulo che andava oltre la semplice amicizia, mentre lui giocava pericolosamente con due fuochi. Adua voleva mettere un punto a tutto ciò, ovunque questo avrebbe portato, e risoluta si chinò a prendere il telefono sul pavimento.

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now