6. Fette di prosciutto davanti agli occhi

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Capitolo 6
Fette di prosciutto davanti agli occhi





Quella domenica non dovevano giocare, e il mister aveva dato ai suoi ragazzi il fine settimana di riposo; una sorta di contentino, che avrebbero scontato caro e amaro con l'allenamento massacrante in vista della prossima trasferta.

Paulo sedeva sul suo comodo divano beige, nel soggiorno del suo appartamento nel centro di Torino, una birra in una mano e il telecomando nell'altra. Un'ora prima era passato a trovarlo Gonzalo Higuain, e adesso sedevano entrambi di fronte alla TV, cercando qualcosa di interessante da vedere.

«Un programma di cucina no, por favor!» si lamentò quest'ultimo, tentando di strappare il telecomando dalla mano dell'amico. Lui alzò il braccio, portandolo fuori dalla sua portata.

«Hai qualche idea migliore, amigo?» Alzò un sopracciglio.

«Facciamo una partita a biliardo, su! Così ti straccio.» Gonzalo si alzò e spense la TV, seguito poi a ruota da Paulo e dalle sue risate.

«Ti piacerebbe!» I ragazzi si spostarono nella stanza accanto, "la stanza dei giochi di Paulo" come lui era solito chiamarla. Il tavolo da biliardo occupava il centro della sala e il pavimento era ricoperto da una leggera moquette beige, dello stesso colore delle tende decorate a strisce rosse. In un angolo un piccolo divanetto in pelle nera era posizionato in maniera strategica, in modo da avere un'ottima visuale sulla TV al plasma a cui erano collegate Playstation e Xbox. Un paio di scaffali correvano lungo tutta la parete in fondo, e su di essi Paulo faceva sfoggio della sua collezione di dvd e videogiochi. Un calcio balilla nell'angolo opposto alla TV – non poteva mancare – e un tavolo da ping-pong completavano l'arredamento, rendendo la stanza caotica e allegra allo stesso tempo.

Paulo tolse con precisione il triangolo dal tavolo, le palle immobili nella loro posizione, e prese la sua stecca.

«Inizio io!» Spaccò con un colpo secco, mandando in buca due palle colorate e contando i primi punti su una lavagnetta elettronica lì affianco.

«Dammi il tuo telefono, dobbiamo immortalare il momento. Così tutti sapranno della tua sconfitta» lo prese in giro Gonzalo.

«Non puoi usare il tuo?» Alzò un sopracciglio.

«Scarico. Dammi.» Gonzalo si preparò a scattare la foto, lui in primo piano sorridente, l'amico chino sul tavolo intento a mandare le prossime palle in buca.

«Tocca a te.» Paulo si appoggiò alla sua stecca, guardando con occhi socchiusi l'amico che si preparava. Una palla dentro. Ritiro. Zero in buca.

«Questo sarà più facile del previsto.» Ridacchiò, cercando la posizione giusta per il suo prossimo tiro.

Gonzalo gli prese di nuovo il telefono. «La posto su Instagram» gli disse, rispondendo allo sguardo curioso dell'amico. Paulo alzò gli occhi al cielo.

«Che ne dici di: "amici sul campo, nemici di biliardo"? Postata.» Non aspettò una risposta, e questo fece ridere l'amico. Paulo continuò a imbucare palle su palle, ma Gonzalo sembrava più interessato al suo telefono che altro.

«Oh, questo ti ha taggato nel conto alla rovescia per Genoa-Juventus. Un altro su una foto tua a quella inaugurazione...» Continuò a scorrere la lista delle sue notifiche, inconsapevole – o forse fin troppo consapevole – degli sbuffi dell'amico che voleva solo finire la partita.

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now