30. Occhio per occhio, prezzemolo e finocchio

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Capitolo 30
Occhio per occhio, prezzemolo e finocchio












«Sono stanco di vederti così. Stasera esci con me.»

Ad Adua sembrava passata una vita dall'ultima volta che aveva passato un po' di tempo col fratello; tra i suoi impegni all'università e il lavoro di lui, che nelle ultime settimane era stato oberato con doppi turni e straordinari, i due si erano davvero visti soltanto a cena – se capitava – e qualche volta si erano incrociati davanti al bagno. Adua lo prendeva in giro, dicendogli che si era quasi dimenticata lui abitasse in quella casa, e lui di tutta risposta le cacciava il medio. Era proprio un amore fraterno, il loro.

Però da qualche giorno la ragazza non trovava più tanta voglia di scherzare, limitandosi a ciondolare in pigiama da una stanza all'altra sempre alla ricerca di qualcosa con cui occupare il tempo, senza però mai riuscirci davvero. Aveva evitato il discorso con Mick più e più volte, pensando che se magari non ne avesse parlato le cose si sarebbero aggiustate, ma probabilmente avrebbe dovuto rivedere questa questione. Non sembrava funzionare poi tanto bene.

«Stasera non lavori?» domandò distrattamente portandosi alla bocca una manciata di arachidi, già intenzionata a non andare. Il fatto era che Paulo se n'era andato quel giorno portando via con sé anche un po' della voglia di Adua di fare tutto, che non fosse poltrire in casa come una sfigata. E per quanto sapesse che tutto ciò fosse un po' esagerato, si ripeteva di continuo che il giorno dopo sarebbe stata la volta buona per mettere piede fuori, e il giorno dopo sfumava docilmente in quello dopo ancora, senza che lei facesse davvero qualcosa. E poi le bruciava un po' che dopo due giorni da quel discorso lui ancora non si fosse fatto sentire, quasi dimostrandole che non ci tenesse più di tanto, ma si ripeteva – inutilmente – che questo non influiva sulla sua decisione di restare segregata in casa.

«Diamine, dopo due settimane che sto facendo lo schiavetto per loro un sabato sera me lo dovevano!» le rispose il fratello, sedendosi sul bracciolo del divano accanto a lei.

«Buon per te. Divertiti.» Il pacchetto di noccioline le venne bruscamente strappato di mano.

«La smetti di ingozzarti? Senti, non ti sto chiedendo di parlarne perché so che non ti va, ma stasera ti porto fuori. Ne hai bisogno. Inizi ad assomigliare a quelle zitelle quarantenni che non hanno vita sociale. E francamente puzzi anche un po'.» Il suo bel discorso venne accompagnato dal dolce suono delle sue mandibole che sgranocchiavano le sue noccioline.

«A-ha. Sto morendo dal ridere.» Lo fulminò con lo sguardo.

Il fratello tentò la sua migliore espressione confusa. «Perché? La mia non era una battuta.»

Adua scosse la testa, rinunciando alla sua merenda ormai nelle mani nel fratello; anche se non l'avrebbe mai ammesso a lui, le sue parole piano piano la stavano convincendo. Doveva almeno provare a mettere piede fuori per vedere se le cose potevano cambiare, e di sicuro non stava provando abbastanza.

«Okay, ma a una condizione: niente discoteca. E non invitare troppa gente» mise in chiaro Adua, rifiutandosi di guardare il fratello che sapeva stesse sorridendo.

«Queste sono due condizioni, sorellina, ma per tua fortuna sono magnanimo e le accetterò. Porta anche la tua amica bionda, che dici? Pronta per le otto e mi raccomando, fatti una doccia!» Il fratello sparì in camera sua, lasciando Adua un attimo interdetta. Cosa voleva Mick da Vanessa? Beh, probabilmente stasera l'avrebbe scoperto.

Qualche ora dopo – e una lunga doccia fredda dopo, ma non perché puzzasse, sebbene il fratello ritenesse il contrario – si misero in macchina, diretti verso Torino con l'intenzione di mangiare una pizza. Mick era stato di parola sul programma della serata, sicuramente volendo che Adua si distraesse qualche ora e fosse il più possibile a suo agio, ma questo non l'avrebbe mai ammesso. Fuori dal locale c'erano già tutti, due ragazze e quattro ragazzi – tutti amici di Mick dal liceo, che Adua già conosceva – e Vanessa, che non conosceva nessuno ma che con la sua parlantina aveva già fatto amicizia con tutti. Adua li salutò, e quando Vanessa le si buttò tra le braccia provò una fitta di senso di colpa; era da tanto che non usciva con lei, si vedevano praticamente solo in università. Che amica pessima che era stata, troppo impegnata ad uscire con Paulo e a pensare di notte a Paulo e a soffrire per Paulo che se n'era andato via.

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now