Rivolge di nuovo la sua attenzione al panorama.

«É davvero stupendo qui.»

«Sì.» rispondo asciutto.

«Come fai a conoscere questo posto?»

Resto in silenzio qualche secondo, raccogliendo i pensieri.

«Ci venivo sempre con una persona speciale.»

«La tua ragazza?» mi chiede, e un piccolo sorriso - piuttosto tirato - compare sulle sue labbra mentre si gira ad osservarmi.

«Mia madre.»

Nessuno dei due parla per qualche minuto, ma non è uno di quei silenzi imbarazzanti, tutt'altro: sento che Eren ha capito che è un argomento delicato e che saprà aspettare, come ha sempre fatto, rispettando i miei tempi.

«Grazie.» sussurra.

Lo guardo confuso.

«Per cosa?»

«Per aver condiviso un posto così importante con me.»
Sono ipnotizzato dal suo sorriso così sincero e, più che il tramonto in lontananza, mi sembra sia questo il vero spettacolo.

Sono costretto a sbattere le palpebre un paio di volte, quasi come se fossi rimasto abbagliato.

E forse è davvero così.

Posso davvero, rinunciare a tutto questo..?

·Eren·

«Levi...» lo osservo, tentando di non lasciar trasparire la mia inquietudine.

«Mh?»

«Perché mi hai portato qui..?»

«...»

Questo silenzio è innaturale. Fa quasi paura.

«Levi...»

«Devo parlarti, Eren.»

Non mi piace il suo tono.

Sa di tragedia, di abbandono, di addio.

Lo guardo, tentando di calmare il battito forsennato del mio cuore e nascondere il tremolio delle mie mani.

Che si sia accorto dei miei sentimenti?

Cerco di deglutire ma è inutile, il mio corpo sembra non rispondere ai comandi del mio cervello, paralizzato alla prospettiva che oggi sia l'ultima volta in cui vedo l'uomo che inconsapevolmente si è impadronito della mia anima.

Levi osserva l'orizzonte, mentre i colori del tramonto tingono la sua pelle pallida con toni caldi.

«Quando mi sono arruolato, ero solo: non avevo famiglia, né amici. Hanji è stata l'unica talmente folle da starmi alle calcagna, al liceo. Ma alla morte di mia madre mi sono ritrovato senza un reale scopo, una prospettiva. All'epoca, credetti che dedicare la mia vita all'esercito fosse di qualche utilità per il prossimo; che avrei potuto proteggere delle vite, cambiare lo stato delle cose e tutte quelle puttanate da sognatore che ti propinano.»

Sono sorpreso, interdetto: Levi mi sta raccontando per la prima volta della sua vita, e di sua spontanea volontà.

I suoi occhi vedono cose a me precluse, eventi e persone che non ho mai vissuto né conosciuto, mentre mette a nudo una parte di sé che sicuramente conoscono in pochi.

«Lì ho incontrato due persone. Mi hanno amato senza chiedere nulla in cambio, ed allo stesso modo hanno ricevuto il mio affetto incondizionato. Erano la mia nuova famiglia, la mia casa, il mio porto sicuro.»

One Last NightWhere stories live. Discover now