#07

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·Eren·

Esco dal vagone della metro, dirigendomi a passo spedito verso le scale mobili. Supero uno dei tornelli che delimita l'uscita dalla stazione, e mi incammino verso lo studio. La giornata è abbastanza mite, il cielo sereno anche se non limpido e le strade pullulano di gente che, indaffarata, corre avanti e indietro. Arrivo sotto il palazzo e senza neanche guardare il pulsante citofono.

«Chi è

«Eren.» rispondo.

Il portone scatta ed io varco l'ingresso, saluto il custode ed entro nell'ascensore. Arrivo al quarto piano, le porte scorrevoli in vetro sono perfettamente pulite, e la targa sul muro tirata a lucido.

Studio Dentistico Associato

Smith - Zacharias


Supero la soglia, le lastre trasparenti silenziosamente si spostano, ed io sorrido alla persona alla reception alla mia destra.

«Buongiorno Eren.» mi sorride cordiale una giovane donna dall'aria professionale, corti capelli biondi, occhi celesti e lineamenti androgini.

«Buongiorno Nanaba.»

«Il Dott. Smith non è ancora arrivato.» mi informa. Io metto una mano in tasca e tiro fuori un cioccolatino, allungandoglielo.

«Grazie mille, te l'ho già detto che la gravidanza ti dona?» le faccio l'occhiolino, mentre lei accetta il presente, scartandolo in una frazione di secondo e portandolo alle labbra ancor prima.

«La signora è già impegnata, Eren, fai il cascamorto con qualcuna alla tua portata.»

Un uomo alto e robusto, capelli biondi e barbetta incolta, fa il suo ingresso nella stanza, con indosso una divisa blu scuro. Si appoggia con le braccia al bancone, annusando l'aria, per poi guardare la moglie con espressione divertita.

«Amore, cioccolato? Ti lasci corrompere facilmente.» le sorride, accarezzandole una guancia, mentre lei è ancora intenta a gustare la dolce leccornia.

«Non è colpa mia se la piccola lo adora.» Nanaba solleva il piccolo naso all'insù, una mano sul pancione abbastanza evidente, ed io ridacchio leggermente.

«Cosa dici Mike, tutte sono alla mia portata! Vedi? Tua figlia giá adora le mie attenzioni.» affermo allegro, quando mi arriva uno scappellotto da qualcuno alle mie spalle.

«Questo è uno studio dentistico, Signor Yeager, professionalità!» tuona una voce alle mie spalle.

Massaggiandomi la parte colpita mi giro verso l'uomo, appena entrato, dalle dimensioni di un armadio, sopracciglia folte e capelli ben pettinati.

«Aw, vacci piano Erwin, la testa mi serve ancora.»

Lui ride allegro, l'espressione truce sparisce in un attimo, ed io gli colpisco scherzosamente una spalla col pugno chiuso.

«Vediamo se funziona, allora! Su, andiamo a cambiarci.» mi sorride, superandomi e dirigendosi verso lo spogliatoio.

«Abbiamo terminato, Signor Wagner.» afferma Erwin, alzandosi dallo sgabello da lavoro mentre io, con l'apposito pedale, permetto allo schienale della poltrona di sollevarsi. Il giovane Thomas accetta il bicchiere d'acqua che gentilmente gli sto porgendo, sciacquandosi la bocca, ed Erwin getta nella pattumiera i guanti in lattice abbassandosi poi la mascherina.

«Per la prossima pulizia possiamo vederci tra sei mesi, nel frattempo le raccomando sempre un'accurata ed attenta igiene orale, magari con l'ausilio di uno spazzolino elettrico ed un idropulsore.»

One Last NightWhere stories live. Discover now