Ma aveva capito ben presto che non era quello il motivo, perché di certo il suo controllare spasmodicamente il cellulare non era per controllare i messaggi del padre.

Avrebbe voluto alzarsi e andargli a parlare, ma come aveva imparato a capire, in quei momenti non erano solo i suoi dipendenti sgraditi a rischiare il lavoro, ma anche lui.

"Posso prepararti tutto in cinque minuti, ti aggiungo anche i bilanci della base a Bahrein?" disse fissando il suo amico dritto negli occhi.

"No, solo i nostri, devo confrontarli con i redditi di altri uffici. Quando arrivi portami i lavori di Samantha... o le sue dimissioni" asserì con voce glaciale, sbattendosi subito dopo la porta del suo ufficio alle spalle.

"Cos ha oggi che non va? Sembra un pazzo" mormorò una delle ragazza seduta vicino alla scrivania di Zayn, facendolo annuire leggermente.

"Non lo so, ma ci conviene filare finché non avrò capito qualcosa, se non licenzia qualcuno oggi siamo miracolati" rispose premendo invio alle ricerche sul suo computer.

Sentire l'intero ufficio in silenzio era una delle cose più fastidiose per Zayn.

Quel ticchettio assordante, l'assenza di suoni umani, gli faceva nascere un innato senso d'ansia, unito alla preoccupazione per quello che, nonostante tutto, era il suo migliore amico.

"Samantha a che stai?" domandò mantenendo un tono placato.

"Ho finito... mi dispiace Zy" mormorò con fare mortificato la ragazza, facendo sorridere lievemente il moro.

"Non devi dispiacerti di nulla, sei stata brava, Louis oggi è al primo giorno di ciclo, gli passerà" disse, facendo scappare qualche risata ad alcuni di loro, prima di prendere entrambi i lavori e dirigersi verso la tana del lupo.

Fece urtare lievemente le nocche sulla superficie della porta, sentendo i sospiri trattenuti di alcuni dipendenti.

"Entra" disse Louis con lo stesso identico tono di voce utilizzato poco prima, facendo preparare psicologicamente Zayn a quell'incontro.

Aprì la porta chiudendosela subito alla spalle, ritrovandosi i suoi occhi color ghiaccio puntati su di lui.

"Hai terrorizzato Samantha sai?" disse poggiando i fogli sul suo ufficio.

"Molti di loro sono costantemente adagiati su corone di alloro, gli ricordo che se voglio li faccio adagiare su corone di spine" rispose osservando i vari documenti con fare critico.

"Mi sembri più tu quello seduto sulle corone di spine oggi" disse scrutando il suo volto, vedendo gli occhi azzurri saettare subito su di lui.

"Solo una giornata no... capita no?" borbottò continuando a guardarlo.

"Capita si, ma c'è sempre qualcosa che ci spinge a dire che è una giornata no.. la tua motivazione qual è?" chiese mantenendo un tono pacato.

"Dovresti tornare a lavoro Zayn" rispose quasi brusco, incrociando le braccia sul tavolo.

"Andiamo Lou, sono il tuo migliore amico..."

"Oltre ad essere un mio dipendente che rischia il lavoro"

"Non fare lo stronzo con me, non sono Samantha... che continuo a pensare tu abbia trattato male senza motivo" borbottò alzando gli occhi al cielo.

"Senti Zayn, io lo apprezzo che tu ti stia interessando al mio stato d'animo, ma non ho nessun problema. Sono cose mie e credimi, è meglio che tu mi lasci stare ora, ho veramente molto lavoro da fare" rispose con voce quasi stanca, indicando con la mano la porta di vetro, invitando Zayn ad uscire.

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