Nothing

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"Molte volte, nella vita, capita di trovarsi in situazioni da cui vorremmo fuggire ad ogni costo. Cerchiamo ogni tipo di scusa per tirarci fuori da difficoltà che non riusciamo ad affrontare. Spesso, diamo la colpa al nostro carattere o alla persona con cui ci stiamo approcciando, ma la realtà è che noi esseri umani, siamo dotati della capacità di spaventarci e voler fuggire ogni qual volta la situazione si dimostra più complicata del previsto.

Siamo degli autentici calcolatori sociali. Ci progettiamo tutto quello che dobbiamo fare e tutto quello che dovrebbe accadere e quando, anche una piccola cosa, non va come da progetto, l'unica soluzione è: la fuga."

ZAYN

I passi veloci e pesanti di Louis si percepivano in tutto l'ufficio e la sua negatività, si era diffusa come un grosso deodorante ad ambiente, facendo ammutolire ogni singolo dipendente.

Nessuno, quel giorno, osava anche solo dire una parola e si limitavano tutti ad eseguire il proprio lavoro nel migliore dei modi.

Del resto tutti – Zayn compreso – erano consapevoli, che se il loro capo era nervoso, era meglio non fiatare se si voleva conservare il posto di lavoro per almeno un altro giorno.

"Tra due ore ci sarà la pausa pranzo, per quel momento vi conviene aver finito ogni singola pratica di questa giornata" disse con voce dura Louis, facendo annuire tutti i presenti, che non mossero gli occhi dallo schermo del loro computer nemmeno per un secondo.

Zayn alzò lo sguardo sulla figura del suo amico e lo vide osservare l'enorme vetrata che dava ai corridoi, passandosi una mano tra i capelli. Il suo nervosismo era così palpabile, che Zayn stesso, se lo sentiva entrare fin dentro le ossa, facendo agitare anche lui.

Lentamente si alzò dal suo posto e si diresse verso la figura dell'amico cercando di mantenere un atteggiamento calmo.

Sembra una molla sul punto di scattare.

Chi sa cosa cavolo gli è preso oggi.

"Lou" disse Zayn poggiando una mano sulla spalla del liscio, che sobbalzò appena, facendosi cadere alcuni fogli dalle mani.

"Dannazione, Zayn, che cosa vuoi?" chiese con voce nervosa calandosi a prendere i fogli caduti.

"Sapere cosa ti prende oggi. È successo qualcosa?" mormorò con voce preoccupata Zayn.

"Assolutamente nulla. Torna a lavorare" rispose brusco alzandosi da terra e guardando l'amico dritto negli occhi.

"E' vero che sei sempre stato un capo duro, ma oggi mi sembri un po' troppo esaltato, sai che puoi parlarne con me Lou"

"Davvero, Zy, non ho nulla. Solo un forte mal di testa ok? Inoltre mia madre è in Francia ed io ho il doppio del lavoro da gestire" sbuffò Louis pressandosi due dita sul ponte del naso, chiudendo gli occhi azzurri per un secondo.

Zayn lo scrutò diffidente, non credendo nemmeno per un secondo alle parole dell'amico. Conosceva Louis da così tanti anni, da avere la certezza che quel suo nervosismo non derivava da un semplice mal di testa.

Nonostante questo, però, non poté fare altro che annuire a quelle frasi fasulle, girandosi di spalle e tornando alla sua postazione.

Questo perché, un'altra cosa che conosceva di Louis, era che non avrebbe parlato finché non si sarebbe sentito pronto, pressarlo sarebbe stata soltanto una perdita di tempo.

LOUIS

Louis osservò per alcuni secondi la figura di Zayn tornare al proprio posto, e dopo aver buttato un ultima occhiata alla vetrata, si diresse a passo di marcia verso il suo ufficio.

Welcome to my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora