23. Torteria Belirc-Brelica-Berlicrab- al diavolo, non lo so dire

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Quando Adua entrò lo vide immediatamente, seduto a uno dei tavoli in fondo e con le mani intorno ad una tazza. Un sorriso le si aprì sul volto prima di notare che il ragazzo stava parlando a bassa voce con qualcuno, una donna con i capelli cespugliosi e scuri che le dava le spalle. Aggrottò le sopracciglia, improvvisamente indecisa su cosa fare, quando il ragazzo alzò lo sguardo e la vide. Le sorrise, alzandosi e dirigendosi verso di lei, sotto lo sguardo attento della donna seduta al tavolo.

Adua rimase imbambolata a fissare Alicia Dybala negli occhi, prima di riprendersi e spostare lo sguardo sull'argentino di fronte a lei.

«Sei arrivata.» Sembrò un sospiro di contentezza il suo. Non smetteva di sorridere, gli occhi incatenati nei suoi.

«Sì, ma non vorrei disturbare. Ci vediamo la prossima volta.» Girò sui tacchi e fece per uscire di lì, ancora confusa per tutto quello.

Paulo le prese il braccio, bloccandola sul posto. «Dove pensi di scappare? – Stava trattenendo una risatina, ne era certa. – Eravamo d'accordo sul vederci qui, oggi.»

«Paulo, tua madre ti sta aspettando. Avrete un sacco di cose da dirvi! Dopo la sorpresa che ti ha fatto è da maleducati farla attendere così.» Tentò di ragionare, cercando di svincolare il braccio dalla sua presa. Ma lui non cedeva.

«Nessuna sorpresa. Le ho comprato io i biglietti per farla venire qui.» Sembrava che avesse sentito solo quella parte.

«Sapevi già che sarebbe venuta?»

«Sì.»

«E perché mi hai invitato, se stai con lei?» C'era qualcosa che le doveva essere sfuggito.

«Per presentartela.» Le fece l'occhiolino, lasciando la presa sul braccio e prendendole la mano, intrecciando le dita con le sue. La trascinò al tavolo con sé, e ad Adua quasi mancava il respiro dall'agitazione.

«Mami, ella es Adua. Adua, ti presento mia madre, Alicia.» Paulo fece le dovute presentazioni, prendendo posto al tavolo.

«È un vero piacere conoscerla.» Adua le strinse la mano, sorridendo imbarazzata; la madre aveva un volto molto dolce.

«Il piacere è mio. Per favore, dammi del tu e chiamami Alicia.» Le sorrise caldamente, tornando a sedersi e invitando Adua a fare altrettanto.

Certo, come no. Adua non l'avrebbe mai fatto.

«Posso?» Una cameriera si era avvicinata col taccuino in mano, chiedendo se erano pronti per ordinare. Adua notò che entrambi avevano già preso da bere e la madre aveva un piattino vuoto di fronte a lei; si sentì tremendamente a disagio per aver fatto così tardi.

«Se posso consigliarti, querida, assaggia la torta di mele. È fantastica.» Alicia le poggiò una mano sul braccio, sporgendosi verso di lei come a confidarle un prezioso segreto.

«Ehm, sì. Una torta di mele, grazie. Nient'altro.» Adua disse alla cameriera, già sicura che con lo stomaco chiuso che aveva non ne sarebbe entrata una briciola. Stettero qualche minuto in silenzio; la madre sorseggiava tranquillamente il suo tè e Paulo la osservava divertito, la testa appoggiata alla mano e un sorriso sghembo sul volto. Adua voleva sprofondare dall'imbarazzo, ma una rinnovata fiducia in sé le fece raddrizzare le spalle; non avrebbe fatto la figura della stupida.

Quando le portarono la torta si sforzò di mandare giù qualche boccone, più per educazione che altro; Alicia la guardava, una strana luce negli occhi. «Allora, come vi siete conosciuti tu e Paulo? Ha voluto aspettare te per dirmelo.»

Gli occhi di Adua si illuminarono, e si fece trasportare dal racconto dimenticandosi di provare imbarazzo. «Oh, è una storia strana in realtà. Sono andata allo stadio a vedere una sua partita. Lui mi ha lanciato la sua maglia, ma non si era accorto fossi io.»

The Mask | Paulo DybalaWhere stories live. Discover now