È preoccupato per me.

Il pensiero mi scalda il cuore, che sento stringersi nel mio petto. Ma non ho intenzione di spezzare questo momento che desidero con tutto me stesso da mesi, ormai. Il mio cervello trasforma la sua premura in un invito a spingermi oltre il consentito.

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L'espressione sorpresa e imbarazzata di Eren si trasforma in un sorriso che ha del seducente, persino perverso.

Cala la cerniera della felpa lentamente, guardandomi negli occhi con cupidigia, ed un brivido mi percorre la schiena. Ogni indumento raggiunge il pavimento con un tonfo umido: afferra i bordi della maglia, sfilandola al rallentatore permettendomi di ammirare i suoi muscoli tendersi sinuosi; le Converse vengono calciate lontano, seguite dai calzini; è la volta dei jeans di raggiungere il resto del suo vestiario.

È nudo, eccezion fatta per l'intimo, nel bel mezzo del mio salotto ed il suo sguardo mi sfida, facendo vacillare la mia volontà di salvaguardare la sua salute.

«Intendi così..?» mi chiede con un eloquente gesto della mano ed io non resisto; annullo la distanza che ci separa in una frazione di secondo, saltandogli al collo ed aggredendo le sue labbra piegate in un sorriso che malizioso è dir poco.

«Sei un piccolo bastardo..!» lo accuso tra un bacio e l'altro mentre lo trascino verso la mia camera senza guardare la strada, troppo impegnato ad assaporare la consistenza di quella carne morbida e piena.

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Non vedo dove mi stia portando, ma non ha alcuna importanza. Desidero solo sentire la sua pelle nuda contro la mia. Sono letteralmente accecato dalla passione, il mondo potrebbe finire in questo preciso istante e non potrebbe fregarmene di meno: sono con Levi, ed è l'unica cosa che realmente conta.

L'uomo che amo e che ricambia i miei sentimenti con altrettanta intensità. Come abbiamo potuto essere così ottusi da non capire, da non vedere..?

Mosso dalla frenesia, quasi gli strappo i vestiti da dosso. Lo libero della camicia, a cui salta qualche bottone che sento tintinnare sul pavimento, ed armeggio goffamente con la cintura sfilandola dai passanti del pantalone che fortunatamente è meno complicato da rimuovere. Le scarpe sono rimaste chissà dove, formando insieme agli abiti di cui l'ho privato una scia di briciole come quella di Pollicino, indicando il nostro passaggio.

Urto contro qualcosa alle mie spalle e le mie gambe cedono, piegandosi e facendomi cadere con un tonfo su un letto dalle lenzuola candide e profumate.

Levi, ancora in piedi, sfila via calze e pantalone, per poi gattonare sopra di me e lasciarmi ancora una volta senza respiro.

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Le sue labbra sono rosse e gonfie per i troppi baci ed i numerosi morsi che ho inflitto loro. È come una droga: un bacio tira l'altro e ne sono assuefatto, l'unica cosa a cui riesco a pensare è ancora.

«A-ah, Lev-i..!» lo sento gemere e sospirare.

Mi dedico al suo collo, leccandolo per poi lambirne un pezzo e succhiarlo con vigore, quasi per ripicca: di sicuro ho un marchio simile, dato l'impegno che ha profuso poco fa nell'effettuare la stessa operazione, e sono certo che Hanji mi romperá i coglioni con le sue domande invadenti.

Eren ormai ansima in maniera incontrollata.

Giungo sul suo petto dove con le dita torturo un capezzolo, vezzeggiando il gemello con la lingua.

Lo vedo mordersi il dorso della mano nel vano tentativo di trattenersi ed il suo membro, ancora confinato all'interno boxer, si gonfia contro il mio addome.

One Last NightWhere stories live. Discover now