XIV.

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Qualche anno fa.

Emma's pov

Questi ultimi giorni sono stati particolarmente duri.
Io e Killian abbiamo litigato con i nostri amici per motivi che definire futili è poco, mio padre sta cedendo e mia madre con lui.
Sono sul punto di avere un crollo emotivo, ma per mia fortuna ho Killian, che mi sostiene e non mi fa cadere.
Ora lo sto aspettando, deve passare da me la notte.
Esco all'esterno di casa mia, mi siedo in veranda ad aspettarlo.
Il viale buio dove abito tutto d'un tratto viene illuminato da due fanali di un'auto che va ad alta velocità.
La velocità del veicolo non diminuisce, l'autista perde il controllo e va a schiantarsi contro un albero.
Mi ci vogliono un paio di secondi per rendermi conto che la persona che è andata a sbattere è Killian.
Inizia a mancarmi l'aria.
La mia mente va in stand-by, non riesco ad elaborare l'accaduto.
Il mio cuore per un attimo ha smesso di battere, i miei occhi si caricano di lacrime, lacrime che iniziano a scendere una ad una, senza sosta.
Non riesco a controllarmi, comincio ad urlare.
Corro verso di lui, gridando a squarciagola il suo nome, ma non ottengo nessuna risposta.
Ed è proprio in questo momento che assaporo la paura della solitudine.
Il timore di perdere la persona che più amo.
So che senza di lui potrei in men che non si dica affogare in quel mare di tristezza e disperazione nel quale mi trovo.
Cerco di contattare Zelena, ma lei non mi risponde, e so che lo sta facendo di proposito.
Sto tremando come una foglia, a fatica riescoa chiamare il numero di emergenza e a tenere la mano a Killian.
<<Andrà tutto bene, te lo prometto>>
Continuo a ripere.
Dopo secondi da me percepiti come un lasso di tempo infinito finalmente un operatore mi risponde.
<<911, qual è l'emergenza?>>
<<Il mio ragazzo ha fatto un incidente in auto, è incosciente. Vi prego aiutatemi!>>
Il ragazzo al telefono cerca di tranquillizzarmi e io nel frattempo gli dò l'indirizzo di casa mia.
In men che non si dica i soccorsi arrivano.
Spiego cos'è successo ai paramedici e loro decidono di portarlo d'urgenza all'ospedale più vicino.
<<Sta perdendo molto sangue!>>
Sento dire ad uno di loro.
La mia ansia aumenta drasticamente.
Prendo la macchina e raggiungo l'ospedale.
Appena arrivata in sala d'attesa vado all'accettazione.
<<Buonasera, è stato portato qui in ambulanza il mio fidanzato, vorrei sapere come sta>>
<<Il nome del paziente?>>
<<Killian Jones>>
<<In questo momento è in sala operatoria, ora si sieda. Appena sapremo qualcosa in più la avvieremo>>
Alle parole "è in sala operatoria" non ci ho capito più niente.
Mi sento come se fossi sott'acqua.
Vista offuscata.
Ogni suono mi sembra ovattato.
Non riesco a respirare.
Decido di sedermi, devo tranquillizzarmi.
Andrà tutto bene, tutto si sistemerà.


Il tempo sembra non passare più e la mia ansia aumenta a dismisura, istante dopo istante.
Il mio sguardo è perso nel vuoto, una lacrima scappa e inizia a rigarmi il viso.
Ho avvisato i genitori di Killian, saranno qui a momenti, per quanto riguarda Zelena, beh...lei non risponde. Come tutti gli altri membri del nostro gruppo del resto.

Vedo arrivare i genitori di Killian, vado verso di loro.
Sua madre mi abbraccia.
<<Cara, come sta Killian?>>
<<Non si sa ancora niente. Sappiamo solo che si trova in sala operatoria>>
<<Emma, esattamente cos'è successo a nostro figlio?>> mi chiede il signor Jones.
Faccio un respiro profondo.
<<Stava venendo da me, io e lui avevamo avuto una discussione con i nostri amici. Io ero fuori in veranda ad aspettarlo, quando lo vidi arrivare stava andando ad una velocità mostruosa. Killian ha perso il controllo dell'auto ed è andato a sbattere contro un albero>>
Lo sguardo dei due parla da solo.
Entrambi sono sul punto di piangere.
Andiamo a sederci in attesa di qualche novità.

Circa un'ora dopo l'arrivo dei genitori di Killian un uomo in camice entra nella sala d'aspetto del pronto soccorso e si avvicina a noi.
<<Siete i familiari del signor Jones?>>
<<Si>> ci alziamo tutti di scatto.
<<Killian  sta bene, è sano e salvo ma ora è ancora incosciente. Abbiamo dovuto bloccare una brutta emorragia. La sua stanza è la 322>>
Sorrido al dottore per ringraziarlo e poi insieme ai genitori di Killian mi dirigo verso la sua stanza.
Arriviamo sulla soglia della stanza, mi faccio coraggio e apro la porta.
Lui è li, incosciente, attaccato a tante, troppe macchine.
Vederlo in quello stato mi distrugge.
Non riesco a contenermi, inizio a piangere.
I signori Jones se ne accorgono.
<<Oh cara, stai tranquilla. Tutto andrà per il meglio>> dice la signora Jones per tranquillizzarmi.
<<Senti Emma, io e la signora Jones siamo affamati, andiamo a mangiare un boccone. Stai tu qui con Killian?>>
<<Certamente Signor Jones>>
Mi sorridono e lasciano la stanza.
Guardo Killian, mi sento così impotente.
Mi siedo accanto a lui e gli prendo la mano.
<<Sai Killian, mi hai fatto prendere un bello spavento.
Mi hai fatto sperimentare la vera paura, ho temuto il peggio.
E sai perché? Perché tu sei la persona più importante per me.
Tu mi fai stare bene.
Non trovo le parole per descrivere quello che provo per te. Un solo semplice sguardo mi fa venire i brividi, mi fai spuntare quel sorriso sincero che pochi conoscono, mi fai venire il batticuore in un istante.
In questo ultimo periodo sono stressata, triste, insomma, un caos totale, ma tu non mi hai abbandonata, anzi mi hai aiutato più di chiunque altro abbia mai fatto.
Sappi che io non smetterò mai di lottare per te, per noi.
Ti amo più di quanto le parole possano dire.
Ora ti prego, torna da me, non abbandonarmi, ho bisogno di te.>>
Ed ecco che scoppio a piangere per l'ennesima volta. Chiudo gli occhi e cerco di fare dei respiri profondi per riprendermi.
<<Io non ti abbandonerò mai Emma>>
Apro di scatto gli occhi mi volto verso di lui. Non posso credere ai miei occhi.
È sveglio.
<<Killian!>>
Mi getto fra le sue braccia.
<<Swan, ricordati sempre che io sono bravo a sopravvivere>>
Entranbi sorridiamo.
<<Ti amo Emma>>
<<Ti amo anche io Killian>>
Ci avviciniamo e ci diamo il più dolce e sincero dei baci.
E proprio in questo momento ho capito che Killian è colui che voglio accanto fino alla fine dei miei giorni.


Gone•Captain SwanWhere stories live. Discover now