Ventotto

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Claudio

Sono passati quattro giorni da quando sono venuto a conoscenza di tutto, siamo stati insieme e abbiamo cercato di ristabilire l'equilibrio nelle nostre giornate recuperando il tempo perduto in questo mese.

Nessuno dei due si è più azzardato a chiedere o, anche solo, cercare di riaprire il discorso per il quale ci siamo quasi persi del tutto.

Sicuramente Mario ci pensa durante le sue giornate, ma non vorrei mai essere io a riportare il suo pensiero lì.

Tuttavia vorrei tanto chiedergli scusa per come mi sono comportato, vorrei chiedergli se c'è qualcosa che ancora non mi ha detto, ma che vorrebbe dirmi.

Vorrei aiutarlo a metterci un punto definitivo e ad andare avanti, insieme.

Siamo sdraiati sul letto mentre Mario dorme stretto a me.

Ogni notte quando ci addormentiamo mi abbraccia e non si stacca più fino al mattino successivo.
È attraverso questi gesti che percepisco ancora la sua paura di perdermi e il suo bisogno di protezione.

Sono qui che lo accarezzo perché, dopo tanto tempo, finalmente posso coccolarmelo come voglio senza aver paura di fare qualcosa che lo possa infastidire o mettere a disagio.

Dopo avergli scompigliato i capelli, decido di iniziare a lasciargli dei piccoli baci su quel ciuffo disordinato che si ritrova sempre di prima mattina.

Inizia a muoversi appena, poi si sveglia ed è bellissimo mentre teneramente si strofina gli occhi.

"Buongiorno amore" gli sorrido e lui mi sorride di rimando.

"Buongiorno"

Mi risponde con la voce impastata dal sonno e subito si infila con la testa nell'incavo del mio collo.
Il suo posto sicuro.

"Perché sei già sveglio?" mi lascia un bacio sulle labbra.

"Nulla, pensavo.." cerco la sua mano.

"A cosa?" mi guarda curioso, ma con la serenità negli occhi.

È bello rivedere il mio Mario.

"A tante cose, ma soprattutto, ad una.."

Punta i suoi occhi nei miei nell'attesa che io continui a parlare.

"Ti devo chiedere scusa per come mi sono comportato quel giorno, ma ero arrabbiato ed ho reagito in quel modo.."

Non è facile parlarne per me, ma immagino quanto faccia fatica lui e questo mi spezza ancora di più il cuore.

Lo vedo scuotere la testa passandomi poi una mano fra i capelli.

"Cla quello che si deve scusare qui sono io, comportandomi in quel modo ti ho fatto credere che io non mi fidassi di te, ma credimi non è assolutamente così." mi sorride appena " la tua reazione è stata vera e non ti devi più scusare.."

Lo stringo ancora un po' di più a me e lo vedo socchiudere gli occhi beandosi di tutte le mie attenzioni.
Attenzioni che probabilmente ha desiderato ricevere nell'ultimo mese, ma che non riusciva a prendersi.

"Si ma tu avevi bisogno di me in quel momento ed io me ne sono andato" faccio mea culpa perché sono stato egoista.

"È vero, ma ora sei qui e questo è quello che conta."

Ci guardiamo e ci regaliamo uno di quei sorrisi che ci fanno capire quanto siamo stati stupidi.

Per cercare di non ferirci, per cercare di proteggerci, siamo finiti quasi con il distruggerci.

Randagi Where stories live. Discover now