Ventisette

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Claudio

Sono esasperato da questa situazione, ho bisogno di certezze e per questo motivo ho deciso di allontanarmi da lui.

Più passano i giorni e più mi convinco di aver fatto la scelta giusta dal momento che, da quell'istante, Mario non mi ha più cercato nemmeno con un messaggio.

Mi manca lo ammetto.

Sento il bisogno di riavere il mio Mario, quello che si fidava ciecamente di me al punto di raccontarmi ogni singola preoccupazione o incertezza, lo stesso che lotterebbe contro tutto e tutti per il nostro amore.

Ho paura di perderlo e, se devo essere sincero, mi ha fatto male trattarlo in quel modo la sera scorsa dato che so perfettamente che qualcosa non va.

Il problema è che sta cercando di nascondermelo e con scarsi risultati, ed è proprio questo che mi fa perdere il senno.

Non capisco e non accetto il suo non voler aprirsi e raccontarmi ciò che lo tormenta.

Pensavo che uno dei problemi potesse essere il fatto che i miei ancora non sapessero nulla di noi, ho provato ad aspettare, a rimanere calmo e cercare di lasciargli i suoi tempi, ma ora è troppo anche per me.

Non lo merito.

Non lo merito dal momento che gli ho provato a dimostrare in tutti i modi quanto il mio sentimento nei suoi confronti sia consapevole e vero.

Ma il suo lo è?

Ho più volte creduto che Paolo fosse a conoscenza di qualcosa, ed in questo mese gli ho chiesto di parlarmene in tutti i modi possibili sino a rinunciarci.

Tuttavia lui ha sempre negato, ma la fretta con cui in ogni occasione cercava di cambiare discorso lo ha tradito più volte.

Forse sto sbagliando ma, in questo momento, credo di aver preso la decisione più giusta.

*

Oggi è prevista parecchia gente al Romeo's, ma Mario non ci sarà.
Siamo solo io Paolo ed altri barman occasionali.

Quando sono arrivato Giulio mi ha fatto una battuta sull'eccessivo lavoro che mi sarei trovato a svolgere stasera senza "la mia metà", ma io ho fatto finta di nulla limitandomi ad annuire e ad accennare un sorriso.

Da quando ha trovato l'amore è sempre così allegro e, infondo, chi sono io per rivelargli che in realtà è solo effimero questo stato di felicità.

Sta per avere inizio la serata e sono quasi due ore che Paolo si muove nervosamente intorno a me, ma senza rivolgermi parola.

In effetti anche io sono più silenzioso del solito ultimamente, anche se questo non è da me e non fa parte del mio carattere.

Mi sto trasformando in qualcosa che non mi appartiene, una persona vuota e priva di quella luce e spensieratezza che mi ha sempre contraddistinto.
Odio tutto questo.

"Cla tutto ok?" Paolo si decide a spezzare l'atmosfera pesante che si è creata, lontana dai tempi in cui lavorare fianco a fianco era puro divertimento e complicità.

Mi limito ad accennare un sorriso di cui lui, però, non sembra molto convinto.


La serata continua tranquillamente ed
il silenzio regna sovrano anche se a colmarlo c'è la musica che rimbomba fra quelle pareti.

Entro nel magazzino per riprendermi dal caos e chiedo ad un biondino di cui non ricordo il nome di prendere il mio posto.

Mi lascio scivolare su un tavolo ed inizio a massaggiarmi le tempie, è incredibile come anche la musica in certi momenti possa risultare così fastidiosa e inopportuna.

Randagi Where stories live. Discover now