Quattordici

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A Claudio che alla fine la speranza non l'ha mai persa.
A Mario che quando ama, lo fa fino in fondo.
A voi che avete combattuto le incomprensioni e l'intromissione di terzi, con il rispetto e l'amore.
Perché non è necessario ritornare, quando in realtà non si è mai andati da nessuna parte.
💙💚

Claudio

A svegliarmi è il tepore di una mano che lentamente mi carezza il viso, apro gli occhi lievemente perché ancora abbottonati dal sonno e vedo due pozzi neri e brillanti guardarmi intensamente ad un palmo di naso.

"Buongiorno eh.."

Un sorriso immenso si disegna su quella bocca perfetta, quasi da sembrare disegnata.

"Buongiorno" dico strofinando il mio viso sul cuscino del divano dove ieri ci siamo addormentati, insieme.
Non potevo desiderare un risveglio migliore, vorrei dirglielo, ma non ci riesco.
Così decido di tenerlo per me cercando di farglielo capire in altri modi.
Gli faccio cenno di sdraiarsi con la testa sopra il mio petto e lui lo fa senza farselo ripetere due volte.

Rimaniamo in questa posizione per un tempo indefinito, io che coccolo Mario e gli do finalmente tutto l'affetto che ha sempre cercato e bramato.
Restiamo a farci compagnia con i nostri pensieri e il silenzio assoluto ad avvolgerci.

Ad interrompere questo momento così intimo e perfetto è però lui.
"Cla... ma cosa è successo ieri sera?" È imbarazzato mentre attorciglia la sua mano con la mia ed inizia giocherellarci.
"Ecco..cosa.. cosa  ti ha spinto a venire qui?"

Sento i muscoli irrigidirsi, il cuore aumentare i battiti e il respiro farsi pesante.
Questa è una domanda a cui non so rispondere, so solo che volevo e lo volevo da impazzire.
Mario se ne accorge e di scatto si tira su per sdraiarsi vicino a me per far combaciare i nostri volti e potermi guardare negli occhi.

"Ei...rilassati" sono rigido e lui cerca di aiutarmi come meglio può, accarezzandomi il viso e lasciandomi un bacio fra i capelli.
Ma io devo dirgli tutto, lo devo a me e a lui.
"Ti ricordi che ieri sera avevo un appuntamento con... Laura?"
"Bhe... si" sento le sue braccia stringermi il busto e so per certo che al solo sentire quel nome Mario, ha provato gelosia.
"Ecco... all'inizio è andato tutto bene, la cena è trascorsa più o meno tranquillamente..." faccio una pausa perché so che ciò che sto per dirgli non gli piacerà in parte "poi una volta usciti dal ristorante le ho chiesto se voleva che io la accompagnassi a casa, ma quando siamo arrivati lei mi ha cominciato a baciare.... e io ho ricambiato.."

Vedo Mario guardarmi senza capire molto, si irrigidisce e scioglie la presa dai miei fianchi.
Così lo tiro addosso a me costringendolo a riallacciare le braccia e a stringermi, se possibile, più forte di prima.

"Lei voleva..." lo vedo abbassare lo sguardo "ma io non riuscivo a darle quello che voleva, perché mi sentivo a  disagio.."
Con una mano sotto al mento lo costringo a tirare su il viso e guardami
"Mario... in quel momento non mi riconoscevo, non sapevo più chi ero.. e nemmeno cosa volevo.
Ho avuto paura di me... la stessa paura che ho provato cinque anni fa... la stessa che ci ha divisi."
Nei suoi occhi alberga tristezza e timore così lo stringo più forte perché non voglio che abbia paura di me.

"Mario... mentre ero con lei nella mia testa c'eri tu.."
Diretto e deciso, senza usare mezzi termini.
Sospira e ed i suoi occhi si illuminano di una luce bellissima.
"Io" lo vedo mimare quella parola, quelle due lettere incredulo e, automaticamente, mi esce un sorriso spontaneo.

"Si, proprio tu... mi sentivo nel posto sbagliato e con la persona sbagliata, per questo sono venuto da te,  perché anche tu mi mancavi."

Si perché in passato ho deciso per entrambi, privandoci di trascorrere il nostro tempo insieme ed ora non posso permettermi di sbagliare di nuovo, non posso lasciare che siano le mie paure a prendere il sopravvento e decidere per me, per noi.
Di tempo ne abbiamo già perso abbastanza.

Mario accenna un sorriso, ma i suoi occhi non mentono ed io continuo a leggerci solo smarrimento.
Lui ha paura che sia io ad essere confuso, lui ha timore di perdermi.

Si avvicina a me e mi abbraccia perché sa che ne ho bisogno, ho bisogno di lui, di un suo abbraccio per calmarmi.

"Vieni qui..." lo tiro a me un po più sereno e lui rimane accoccolato fra le mie braccia "Mario..."

Ci stacchiamo per guardarci mentre le nostre mani rimangono unite e si stringono ancora.

"I miei dubbi sono nati perché ieri sera baciando Laura ho avuto la conferma delle emozioni che ho provato 5 anni fa... in quel momento che conosciamo bene entrambi..."

Mi fermo perché inizialmente Mario rimane quasi pietrificato al suono di quelle parole, ma poi lo vedo abbassare la testa e rattristarsi.
Anche se ormai abbiamo chiarito ritirare fuori questo ricordo non è semplice ne per me ne per lui.

"Bhe... le emozioni che ho provato con te in quel momento non sono state le stesse che ho provato ieri con Laura..."

Sputo fuori tutto e accenno un sorriso spontaneo perché mi sento più leggero finalmente.

"Mario..." lo richiamo di nuovo, perché lo vedo scosso da tutto quello che gli sto rivelando.

"Ieri sono corso qui perché volevo prendermi un ulteriore conferma e l'unica cosa che potevo fare era raggiungerti e baciarti."

Scuote la testa smarrito.
Non sa cosa dire, ma leggo la felicità nei suoi occhi e va bene così.

Io l'ho reso felice e questo mi basta.

So cosa prova lui, lo so da sempre, ed ora sono consapevole che l'unica cosa di cui io ho bisogno, è stare con lui.

Mi si butta fra le braccia.
Io lo stringo a me, ma poi torno a parlare.

"Tu mi devi aiutare però... perché ora non so più come comportarmi, come fare con i miei, e con il resto del mondo, come fare con me e con te e ... "
Mi interrompe portandomi una mano sulla bocca.
"Cla fermati un attimo, respira, ti prometto che ti aiuterò a capire ma soprattutto a capirti... ti starò vicino"

"Grazie... "
E scusa se io non l'ho fatto.
Tu sei più forte, sei più coraggioso.

Riesco a dire solamente questo perché sono esausto e stremato da tutti i miei pensieri, ma sono felice.
Mi sdraio nuovamente sul divano e lo guardo a poca distanza da me poggiato contro lo schienale mentre gli accarezzo il dorso della mano.

Ci guardiamo, ci scrutiamo e ci viviamo questo momento che urla noi.
Sapevo che avrebbe capito, sapevo di poter condividere questo momento della mia vita solo con lui.

"Cla so che è difficile da accettare quello che ti sta succedendo, ma la cosa migliore che puoi fare, prima di tutto è riuscire ad accettarti tu, poi gli altri lo faranno di conseguenza."

Gli sorrido fiducioso, credo in lui e in noi.
Infondo l'ho sempre saputo.

"Comunque avevo voglia di vederti"
Lo tiro a me e lo lascio scivolare sul mio corpo, con la testa che va a poggiarsi sul mio petto.
Lo chiudo in un abbraccio che lascia poco all'immaginazione, uno di quelli veri che sanno di amore, che tolgono tutti i dubbi.
Ora siamo consapevoli entrambi del bene che ci unisce e di quanto entrambi abbiamo bisogno l'uno dell'altro.

Ora siamo tornati ad essere consapevoli che potremmo diventare qualcosa di più.

«Quasi trent'anni per amarci proprio troppo, la vita senza avvisare poi ci piove addosso, ridigli in faccia al tempo quando passa per favore

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«Quasi trent'anni per amarci proprio troppo, la vita senza avvisare poi ci piove addosso, ridigli in faccia al tempo quando passa per favore...
Ricordiamoglielo al mondo chi eravamo e che potremmo ritornare »

• T. Ferro / Potremmo Ritornare •

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